Cinema italiano a lutto: non ce l’ha fatta. Fatale un incidente stradale accaduto una settimana fa: morto a soli 56 anni Gaetano Di Vaio, indimenticato protagonista di Gomorra

Estratto dell’articolo di Ciro Pellegrino per www.fanpage.it

È morto Gaetano Di Vaio, 56 anni, vittima di un incidente stradale nella notte di giovedì 16 maggio 2024 a Qualiano, sulla via Santa Maria a Cubito. L’uomo, per cause in corso di verifica da parte dei carabinieri, è rovinosamente sbattuto e caduto sull’asfalto, causandosi lesioni gravissime.

Le condizioni dell’attore, produttore e regista napoletano di “Bronx Film” erano da subito apparse disperate ai medici che lo avevano soccorso all’ospedale San Giuliano di Giugliano.

Ai più Di Vaio è noto per le prime stagioni della serie televisiva di Sky “Gomorra”, ispirata al bestseller di Roberto Saviano, in cui interpretava “Baroncino”, fedelissimo del clan Savastano di Secondigliano. Ma la storia vera di Gaetano Di Vaio è stata davvero un romanzo degno della penna di Edward Bunker e lo si capisce anche dal libro biografico  “Non mi avrete mai” scritto a quattro mani con il regista Guido Lombardi.

Di Vaio vive la parte della sua vita a Piscinola, tra povertà, tossicodipendenza, rapine e detenzione in riformatorio, comunità e carcere di Poggioreale. C’è addirittura nelle teche Rai un vecchio servizio giornalistico in cui si vede il giovane Di Vaio, all’epoca ex carcerato con dipendenza ma desideroso di un riscatto, che cerca di spiegare la sua situazione.

All’uscita dalla galera, la nuova vita: raccontare la marginalità, i giovani, il dolore del “bronx napoletano”, per citare lo scrittore Peppe Lanzetta. La decisione di  ascoltare e osservare attraverso una telecamera: drammi e tragedie, quotidiano degrado, sogni e speranze dei vicoli, come nei due documentari “Largo Barracche” e “Il loro Natale”, ambientati uno ai Quartieri Spagnoli, l’altro tra il carcere femminile di Pozzuoli e le case delle famiglie delle donne detenute.

Di Vaio diventa imprenditore, coadiuva anche grandi produzioni per gestire le riprese in territori della periferia di Napoli: sa come muoversi, sa fare i casting, sa come trattare le persone. Il salto di qualità è col bel film “Là-bas – Educazione criminale” di Guido Lombardi, che parla dell’immigrazione nel contesto di  Castel Volturno; la pellicola ottiene il Leone del futuro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2011 e Di Vaio è uno dei produttori.

Coautore nel 2009 di “Napoli Napoli Napoli” girato dallo statunitense Abel Ferrara, torna a parlare della poliedrica città in cui è nato: il carcere femminile di Pozzuoli, i Quartieri Spagnoli, le Vele di Scampia, il Vesuvio.

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