Fai la gita in una zona rurale con l’elettrica? Non torni più a casa: sono molte ed estese le aree senza punti di ricarica non solo negli Usa, ma anche in Europa

NEL MONTANA LA TESLA È UNA SORTA DI ALIENO: UN UOMO LA RICARICA E FINISCE IN PRIMA PAGINA

di Lorenzo Bagnoli per Everyeye.Motori

Quella del veicolo “elettrico non identificato”, una Tesla Model Y per l’esattezza, è la storia di una vicenda avvenuta ad Ekalaka, nel Montana orientale. Una storia finita sulle prime pagine dei giornali locali e che ribadisce la questione di assenza di infrastrutture per veicoli elettrici nelle aree più rurali.

Tutto è iniziato quando Chad Lauterbach e la sua ragazza, Allis Markham, hanno viaggiato da Los Angeles per partecipare al festival annuale dei dinosauri presso il museo della contea. Allis, una tassidermista di fama nazionale, aveva aiutato il museo in passato, ma poiché guidava una vecchia Toyota Land Cruiser del 1989 che faceva solo 10 miglia per gallone di benzina, hanno deciso di usare l’auto elettrica di Chad, la nostra Tesla Model Y in questione, per il viaggio (a proposito di viaggi: le Tesla sarebbero anche molto affidabili contro il caldo e il freddo estremi).

Il problema è emerso quando si sono trovati nella remota zona di Ekalaka, nel sud-est del Montana, lontano dalle reti di ricarica dei veicoli elettrici. Il sistema di navigazione integrato della Tesla ha continuato però a segnalare di essere diretti verso un deserto di ricarica, mettendo in allarme Chad ed Allis.

Arrivando nella cittadina di Ekalaka, la coppia riesce a ricaricare la Tesla ad un palo della luce che si trova sulla strada principale: la copertura era aperta. Allis racconta di aver avvisato il compagno del fatto che non è saggio sfruttare luna rete elettrica a caso senza prima avvisare, per paura soprattutto del giudizio della gente del posto e di passare come “i classici californiani che fanno cosa strane, come tutti i californiani”.

Sembrava andare tutto liscio fino a quando un giornalista locale ha scattato una foto della Tesla mentre stava caricando e l’ha piazzata in prima pagina con tanto di didascalia: “UEV (veicolo elettrico non identificato“. Il fulcro della notizia (riporta il giornale) era se il responsabile avesse pagato l’elettricità o meno per quella ricarica.

Venuti a conoscenza della notizia, Allis si è precipitata nell’azienda elettrica locale dicendo che “era lì per pagare per i suoi crimini riguardo l’UEV”, venendo accolta tra le risate dello staff. La preoccupazione di Allis era così forte perchè in California un illecito simile è severamente punito. Il tutto si è concluso con una battuta e il pagamento di 60 dollari per l’energia utilizzata. La coppia afferma inoltre che non era disponibile il pagamento elettronico (per qualcuno che vive in Califormia vuol dire medioevo).

Chad e Allie sono successivamente tornati a Los Angeles con l’augurio che la cittadina provvedesse all’installazione di almeno una colonnina. Il manager della cooperativa elettrica, Tye Williams, ha tuttavia affermato che non è una priorità dello stato installare ulteriori colonnine nonostante i finanziamenti pubblici a disposizione.

Spesso non ci rendiamo conto di quanto gli Stati Uniti siano un paese disomogeneo, capace di fare da traino all’innovazione da un lato, ma con sacche consistenti (soprattutto a nord e nelle zone dell”entroterra) di intere aree reticenti al cambiamento e arretrate, come confermato dal report sulla distribuzione delle colonnine che evidenzia una grande disparità. In generale il problema delle colonnine è un problema non solo americano e questo caso serve a puntualizzare su quanto ancora siamo lontani da una totale elettrificazione della mobilità.

di Lorenzo Bagnoli per Everyeye.Motori

Vi ricordate la storia che vi raccontammo della coppia californiana che, a bordo della propria Tesla, non trovare punti di ricarica in Montana? Questo è solo un esempio, anche in Europa le aree rurali sembrano essere reticenti alla mobilità elettrica. Uno studio lo conferma.

Secondo i risultati di una nuova indagine globale presentata nel contesto del secondo Freedom of Mobility Forum, più della metà degli abitanti delle zone rurali manifesta una scarsa propensione a optare per soluzioni di trasporto ecologiche, rappresentando così un ostacolo importante per il progresso della mobilità sostenibile.

Lo studio, condotto da YouGov in collaborazione con il Freedom of Mobility Forum, ha coinvolto cittadini di cinque paesi: Stati Uniti, Brasile, Francia, Marocco e India. I risultati rivelano che solo una minoranza dei cittadini intervistati ha iniziato a intraprendere cambiamenti significativi nelle proprie abitudini di mobilità, con meno del 10% che ha già adottato scelte di trasporto sostenibili (che siano veicoli elettrici, mezzi di trasporto pubblico a basse emissioni ecc.).

Il dibattito durante il forum ha evidenziato l’importanza di sviluppare tecnologie e soluzioni che possano soddisfare le crescenti esigenze di mobilità di una popolazione mondiale in continua crescita. Concetti come l’auto connessa e la guida autonoma sono stati identificati come cruciali per il futuro della mobilità.

La maggioranza degli intervistati ritiene che sia necessario coinvolgere sia i legislatori che i cittadini per guidare il cambiamento, poiché il potere d’acquisto e le infrastrutture scarse sono una grande barriera d’ingresso al momento. L'”entusiasmo” per la transizione elettrica, dunque, varia notevolmente tra paesi e tra zone urbane e rurali, con una maggiore riluttanza riscontrata nelle zone rurali, che si concentrerebbero tra le fasce di età più anziane: più della metà degli intervistati nelle zone rurali degli Stati Uniti non è disposta a fare cambiamenti significativi nei propri mezzi di trasporto o nelle proprie abitudini.

Nel frattempo però, in Italia e non solo, la benzina sta salendo vertiginosamente. Attualmente siamo sulla soglia dei 2,10 euro al litro, ma si stima che, con i picchi estivi, gli importi possano arrivare a ben 2,5 euro al litro. Le motivazioni sono varie, a partire dalla catena di approvvigionamento del greggio fino alle tensioni in Ucraina e in Medio Oriente.

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