“Gli strani investimenti di Bill Gates” Nessuno racconta perché possiede terreni grandi come intere nazioni in giro per il mondo: un piano inquietante

di Antonio Oliverio per IlParagone

Anno dopo anno, aumentano gli investimenti – ingentissimi – in terreni agricoli che già gli sono valsi il soprannome di Farmer Bill, Bill il contadino. Bill Gates è tante cose, ora è anche il più grande latifondista degli Stati Uniti: i suoi possedimenti sono arrivati ad almeno 275mila acri, contro i 242mila degli anni scorsi, secondo le stime della rivista The Land Report. Già dal 2021, Bill Gates è il più grande proprietario di terreni agricoli privati d’America. Parte dei quali, per inciso, come faceva notare già due anni fa la Repubblica, insistevano nel territorio dei nativi americani. “Abbiamo identificato altri 6.016 acri in North Dakota che fanno salire i suoi possedimenti agricoli ad almeno 248.000 acri – così scrive Eric O’Keefe, il direttore di Land Report – e il totale a 275.000, compresi lotti cosiddetti transitional ideali per sviluppo immobiliare o ricreativo”. Una proprietà complessiva grande come tutta Hong Kong, quantifica su il Giornale Roberto Vivaldelli. L’ex icona dell’industria hi-tech, il fondatore di Microsoft oggi definito filantropo da alcuni, ha raggiunto il primato di maggior latifondista d’America in appena cinque anni, attraverso le operazioni della sua finanziaria Cascade, una holding che a sua volta, in un complesso intreccio finanziario, controlla aziende quali Red River Trust e Cottonwood Ag management. Ma, ci si domanda, perché lo fa? Si tratta davvero di meri investimenti finanziari?

Vero è che, così come illustra la stessa National Formers Union, i terreni agricoli tendono ad accumulare continuamente valore a un ritmo più veloce rispetto agli immobili, tuttavia la deriva per cui quasi il 40% dei terreni agricoli statunitensi sia, ora, di proprietà di non agricoltori (che li affittano ai veri produttori agricoli) genera delle ricadute negative per gli agricoltori stessi, per le comunità rurali e anche per l’ambiente. Suona beffardo per Bill, versatile tuttologo, che adesso si erge a paladino della rivoluzione green. Ma, ancora una volta, perché? Oppure: cosa c’è sotto? Non per pensar male, ma non depone a favore della limpidezza degli investimenti il fatto che, proprio per (non) rispondere a questo interrogativo, durante una sessione di domande “Ask Me Anything”, organizzata l’11 gennaio scorso su Reddit, Gates abbia affermato di possedere “meno di 1/4.000 dei terreni agricoli negli Stati Uniti”, nonché di aver investito in queste aziende agricole “per renderle più produttive e creare più posti di lavoro”. Dunque, “non c’è qualche grande piano”, dice.

In realtà, tutto questo attivismo finanziario ed economico, questi grandi investimenti, stridono con la volontà, annunciata su Twitter appena alcuni mesi fa, di donare “praticamente tutto” il suo abnorme patrimonio alla sua fondazione filantropica, la Bill & Melinda Gates Foundation. E, diciamolo, in tempi in cui sono sdoganati cibi sintetici e farine di insetti, in cui anche le alimentazioni tradizionali che per millenni hanno sostenuto l’umanità vengono additate, la nuova vocazione agricola di Bill Gates ci inquieta non poco.

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