“Jannick Sinner l’ho scoperto io” Il farneticante post di Andrea Scanzi, il pennivendolo che aveva abboccato al terrorismo di Draghi e si fece siringare per primo con la truffa dei genitori da accudire

dalla pagina Facebook di Andrea Scanzi
Molti di voi mi stanno ringraziando per avervi fatto scoprire Sinner cinque e piĆ¹ anni fa.
Mi fa piacere.
Ribadisco perĆ² che il merito ĆØ di un mio amico, Adriano Aiello, che me ne parlĆ² con entusiasmo molto prima di Bergamo 2019. Da allora aguzzai le antenne e cominciai a seguirlo sempre. Mi resi conto subito che era un fenomeno.
Io e Aiello lo chiamavamo sempre Peccatore e ricordo che passammo buona parte del 2019 a guardarlo in streaming nei piĆ¹ improbabili challenger che giocĆ² quellā€™anno (ricordo distintamente la sua finale a Lexington in finale contro Bolt e la connessione di merxaā€¦).
Un lettore mi ha mandato il link di uno dei mille miei post del 2019, anche qui siamo giĆ  a fine anno e ormai su questa pagina Peccatore era quasi un argomento ormai ā€œvecchioā€. Calcolate che, allā€™epoca, la comunicazione maibstream parlava quasi soltanto di Berrettini (e Fognini), ed era quasi naturale.
Da allora ho sempre celebrato e magnificato Sinner, beccandomi badilate di insulti dagli stessi sottosviluppati che ora sono saliti sul carro del vincitore e magari fingono pure di essere stati loro a scoprirlo (nulla di nuovo: siamo in Italia, la patria della bellezza ma talvolta anche della disonestĆ  intellettuale).
Leggete questo post (di 4 anni e mezzo fa, lo ripeto): ĆØ uno dei mille – articoli sul Fatto compresi – fatti su Sinner da inizio 2019 in poi. Diciamo che ĆØ invecchiato bene.
Viva Peccatore, viva Sinner!

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