Vi regaliamo questo piccolo ripasso di storia a cura dell’illustre professor Alessandro Barbero. Smaschera in maniera concreta la narrazione corrente che, per preparaci ad un entrata in guerra, vuole che Putin abbia intenzione di attaccare l’Europa(VIDEO)
La lezione dello storico Alessandro Barbero che tra Putin e Zelensky non si schiera
di Selvaggia Lucarelli per Domani
Dallāinizio della guerra in Ucraina lo storico Alessandro Barbero ha sempre rifiutato richieste di interviste e interventi televisivi. Lo hanno cerato tutti, ha sempre risposto che preferisce evitare di infilarsi nellāaspro dibattito sul tema.
Poi perĆ² succede che qualche giorno fa decida di concedere unāintervista a un liceo, il Torricelli di Somma Vesuviana. Che quel video, un poā nascosto, venga caricato su youtube, passando pressochĆ© inosservato. Ed ĆØ un peccato, perchĆ© ci sono inciampata per caso e racconta il suo punto di vista, come sempre lucido e per nulla scontato. Eccolo:
Ā«La Russia e lāUcraina sono paesi in cui il passato, al contrario che nellāOccidente, conta molto sia nellāatteggiamento collettivo che nelle scelte politiche. Il discorso con cui Putin ha annunciato lāentrata in guerra ĆØ impressionante, dopo pochi secondi lui stava giĆ parlando dellāUnione Sovietica e di come non ripeteranno piĆ¹ gli errori del passato.
Ha giustificato la sua azione facendo riferimento ai nazisti, alla memoria. Che ovviamente ĆØ una memoria selettiva. Ma anche lāUcraina guarda molto al passato ed entrambi i paesi scelgono la memoria che fa piĆ¹ comodo.
Nella memoria dei russi la piĆ¹ grande tragedia del ā900 ĆØ lāinvasione nazista e il fatto che in quel frangente i nazisti abbiamo trovato collaboratori e simpatizzanti tra gli ucraini. Lāoppressione che lāUcraina ha subito da Mosca ĆØ ignorata.
Dallāaltra parte, in Ucraina cāĆØ la consapevolezza dei periodi di oppressione subiti dalla Russia e per loro la tragedia del NovecentoĀ ĆØ la grande carestia, quando milioni di persone morirono affamate da Stalin.
Nella memoria pubblica degli ucraini perĆ² viene rimosso il fatto che i loro grandi leader indipendentisti sterminavano gli ebrei con grande piacere e del resto nelle piazze ci sono monumenti dedicati a quei leader ucraini sterminatori di ebreiĀ».
Ā«Per questo nel cercare di interpretare quello che accade oggi bisogna fare attenzione alla complessitĆ , parola che non ĆØ di moda nel dibattito pubblico.
La selettivitĆ della memoria vuol dire che la cultura collettiva dellāUcraina ĆØ basata su un passato di oppressione da parte dai russi e su una faticosa conquista della libertĆ .
Tutto questo ĆØ vero, ma ĆØ solo un pezzo della veritĆ . In certi momenti della lotta per lāindipendenza gli ucraini hanno sterminato gli ebrei, sono stati anti-russi e antisemiti.
Ci sono stati reparti delle SS che parlavano ucraino e hanno collaborato con i nazisti fino allāultimo. CiĆ² non fa parte della loro narrazione, del resto chi se ne vanterebbe oggi. Questo fa sƬ perĆ² che se qualcuno in Ucraina ĆØ ancora attaccato a quel passato nazista, nella narrazione ufficiale si dice āĆØ un fenomeno irrilevante, marginaleā. Noi perĆ² nel nostro paese non accetteremmo mai lāesistenza di gruppi neo nazisti riconosciuti dallāautoritĆ e integrati nellāesercito.
Allāopposto, nella narrazione russa il filone minoritario neo-nazista con reparti ucraini che si ispirano alla tradizione nazista e eroi nazionali che hanno collaborato con i nazisti ĆØ un tema centrale. Insomma.
Gli ucraini dicono che tutto questo non ĆØ importante, i russi invece dicono ĆØ lāunica cosa importanteĀ».
Ā«Chi fa lo storico, ma anche chi vuole comprendere la realtĆ a mente aperta deve essere consapevole che siamo di fronte a una realtĆ e a due modi di raccontarla in modo propagandistico: il modo ucraino di dire āil passato nazista ĆØ irrilevanteā e il modo russo di dire āil passato nazista ĆØ la caratteristica di fondo dellāUcrainaā. Entrambe le narrazioni sono false perchĆ© cāĆØ un passato filo-nazista presente, con cui lāUcraina dovrebbe fare i conti, ma anche la pura propaganda russa per cui lāUcraina ĆØ tutta nazistaĀ».Ā
LA DOMANDA DELLO STUDENTE
Uno studente del liceo replica che tutto questo sarĆ vero ma Ā«esistono un aggressore e un aggreditoĀ».
Il professore Alessandro Barbero replica:
Ā«Questa osservazione tradisce lāodierno clima collettivo: noi oggi siamo trascinati da questa necessitĆ di decidere chi ha ragione e torto e per deciderlo ci sembra che ci sia un unico elemento, ovvero quello di ricordare che un paese ha invaso lāaltro. E quindi anche nel valutare le menzogne dellāuno e dellāaltro dovremmo avere due pesi e due misure.
In questi ultimi tempi mi sono reso conto che il mio mestiere di storico rischia di anestetizzarmi rispetto a certe emozioni.
Lo storico, di fronte agli avvenimenti del presente, ĆØ come il medico abituato a vedere gente che muore e non si emoziona piĆ¹ come gli altri davanti alla malattia e alla morte. Intellettualmente ĆØ giusto, ma succede che non si sia piĆ¹ in sintonia con i contemporanei.
Quando sento che ĆØ una guerra nel cuore dellāEuropa penso che anche lāatroce guerra nella ex Jugoslavia era nel cuore dellāEuropa.
La storia ĆØ fatta di aggressioni e lo storico sa che farsi prendere dalle emozioni, avere come reazione principale la condivisione della sofferenza di chi ĆØ aggredito non puĆ² essere la reazione dominante. Il mio mestiere ĆØ un altro, ĆØ capire.Ā Questo non vuol dire che non ci siano casi in cui io faccio il tifo.
Nella Sconda guerra mondiale i vincitori erano dalla parte giusta, ma non faccio fatica a dire che hanno commesso orrori. Che i sovietici hanno sterminato gli ufficiali polacchi nelle fosse di Katyn, che Churchill ha fatto morire milioni di indiani ai tempi della carestia del Bengala, non faccio fatica a dire che i bombardamenti aerei degli alleati sulle cittĆ italiane e tedesche siano stati indiscriminati.
Tutto questo non mi impedisce di dire che cāera una parte che aveva ragione. E per fortuna ha vinto quella che aveva ragione. Anche nella guerra tra Russia e Ucraina, se uno ĆØ convinto che lāUcraina abbia ragione va bene, ognuno fa le sue scelte emotive e morali, ma questo non deve diventare tifo da stadio.
Eā come se uno, discutendo di Seconda guerra mondiale, siccome gli alleati avevano ragione dicesse ānon voglio discutere delle bombe atomiche sul Giappone e se tu discuti la legittimitĆ di sganciare delle bombe atomiche vuol dire che sei con Hitlerā. Io non ci stoĀ».
Ā«Lo storico deve analizzare anche le motivazione dei malvagi perchĆ© i malvagi non sapevano di esserlo, pensavano perfino di fare cose giuste. Se si accentua una dimensione e se ne attenua unāaltra, si fa politicaĀ».
Sulle ragioni per cui Putin ha invaso lāUcraina il professor Barbero parla di āventaglio di motiviā:
Ā«Immaginiamo un paese A e uno B che confinano, non si vogliono bene e hanno un lungo passato di contrasti. Nel paese A, vicini al confine, ci sono abitanti che parlano le lingue del paese B e si trovano male nel paese A, dicono che sono oppressi, discriminati. Molti di loro vorrebbero essere nel paese B. A un certo punto il paese B invade A con lo scopo dichiarato di liberare i compatrioti dallāoppressione.
Sto raccontando il 24 maggio del 1915 quando lāItalia ha dichiarato guerra invadendo lāimpero austriaco per liberare Trento e Trieste. Una pagina della nostra Italia che ĆØ sempre stata raccontata come gloriosa.
Se perĆ² stessi raccontando la decisione della Russia di invadere lāUcraina per liberare i connazionali oppressi del Donbass, in cui i russi che vivono in Ucraina non hanno diritto di usare la loro lingua neppure nelle scuole, cosa diciamo?
Uno dei problemi dellāEuropa orientale post sovietica ĆØ che ci vivono minoranze russe.
I russi sono stati la nazione imperiale che ha dominato tanti piccoli paesi.
Quando quei paesi sono diventati indipendenti, i russi rimasti lƬ sono diventati minoranza guardata con antipatia e discriminata. Anche gli italiani sono stati discriminati quando sono diventati minoranze dopo il 1945 nella Jugoslavia, Hitler ha smembrato la Cecoslovacchia per recuperare gli abitanti tedeschi dei Sudeti. Ć la normale vendetta dei popoli che a lungo sono stati dominati contro il popolo dominatore.
Poi cāĆØ la paranoia russa. Nella cultura politica russa lāossessione di essere aggrediti ĆØ costante, risale ai tempi delle invasioni mongole. Certo, la Russia ĆØ sempre stata spietata e imperialista ma nel suo dna non ha mai avuto la voglia di espandersi a occidente āfino al Portogalloā, come qualcuno ha detto.
LāOccidente, diciamo nel suo candore, aveva promesso a Gorbaciov di non allargarsi ad est e invece ha progressivamente fatto entrare nella Nato tutti i paesi dellāEuropa orientale, ci sono le basi della Nato ai confini con la Russia.
Ora. Se tu hai a che fare con una grande potenza paranoica, devi sapere che se ti avvicini ai suoi confini potrĆ avere una reazioneĀ».
Ā«Riguardo la richiesta di Finlandia e Svezia di entrare nella Nato, va detto che lāUcraina intratteneva rapporti con la Nato da parecchi anni, gli istruttori Nato istruivano lāesercito ucraino che ĆØ a tutti gli effetti un esercito della Nato.
Putin ha invaso lāUcraina per questo e perchĆ© cāera probabilitĆ che lāUcraina entrasse nella Nato. Se fossi un cittadino della Svezia o della Finlandia non direi che per essere piĆ¹ sicuri si dovrebbe entrare nella Nato, a meno che non ci sia la convinzione che la Russia sia pronta a lanciarsi in azioni di conquista.
Ma non mi sembra uno scenario plausibile, quindi secondo me non ĆØ una scelta sensataĀ».
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