Peppiniello Conte senza vergogna! Vorrebbe premiare il criminale Roberto Speranza con la candidatura a Governatore della Basilicata

Alessandro Di Matteo per www.lastampa.it – Estratti

Il vento della Sardegna non arriva fino in Basilicata, almeno per il centrosinistra. A venti giorni dalla presentazione delle liste per le regionali del prossimo aprile i partiti del “campo largo” non hanno ancora un candidato per la presidenza ed è sempre più concreta la possibilità che il Pd si spacchi, ritrovandosi a dovere fare i conti con la concorrenza di un candidato “eretico”.

Un po’ come Renato Soru in Sardegna, «ma più forte di Soru», commenta sconsolato un parlamentare democratico. Si tratta di Angelo Chiorazzo, l’imprenditore vicino alla Comunità di Sant’Egidio e al mondo delle cooperative bianche della regione, che è sostenuto da Roberto Speranza ma che non piace a M5s e, in realtà, nemmeno agli altri partiti del centrosinistra.

I due esponenti della segretaria hanno provato a convincere il Pd lucano che la scelta di Chiorazzo rischia di essere un autogol: «Se non facciamo la coalizione in Basilicata non si vince», è stato il ragionamento. Speranza – raccontano – ha replicato: «Pure noi diciamo che bisogna fare l’alleanza con Conte, anche noi vogliamo la coalizione. Ma una cosa è dire “facciamo un’alleanza” altra cosa è pretendere un diritto veto. Perché se dicono no a Chiorazzo rifiutando un confronto programmatico e persino le primarie, allora parliamo di diritto di veto!».

Un gruppo di “dissidenti”, guidati dall’ex senatore Salvatore Margiotta, ha provato a mettere ai voti un documento alternativo che impegnerebbe «il segretario regionale a costruire obbligatoriamente una coalizione quanto più ampia possibile».

Si è arrivati quasi alle mani, qualcuno col telefonino ha registrato anche l’audio del momento clou dello scontro, quello che ha portato i due esponenti della segreteria Pd ad alzare bandiera bianca. Una registrazione in cui è difficile distinguere le parole, perché tutti urlano, ma quel poco che si capisce rende bene l’idea della situazione: «Vattene a casa, vai a Bologna», urla qualcuno ai due inviati da Roma, entrambi bolognesi. Si sentono parolacce, c’è chi grida «stai zitto», qualcun altro che risponde «sei ridicolo». A alla fine – appunto – Taruffi si arrende.

Ma il Pd lucano in realtà prosegue, la riunione va avanti fino a notte fonda e approva un documento che ribadisce: «Non possiamo che confermare la nostra fiducia nei confronti del candidato presidente Angelo Chiorazzo. Su questa base la direzione conferisce pieno mandato al segretario regionale a ricercare con le altre forze e politiche alternative alla destra le ragioni dell’unità».

Sembra difficile riuscire a convincere gli altri. I 5 stelle, in particolare, ritengono che l’imprenditore non sia la figura giusta.
Conte vorrebbe proprio Speranza, che però ha detto no più volte. Matteo Renzi infierisce: «Tra lui e Bardi stiamo con Bardi». L’ex ministro, parlando con un parlamentare, ha commentato: «Io non sono della partita. Ma le parole di Renzi sono una medaglia al merito». La questione, a questo punto, può essere risolta solo da un faccia a faccia tra lui e Schlein, forse già nei prossimi giorni.

Anche se qualcuno sostiene che la segretaria potrebbe aspettare il voto in Abruzzo, sperando che arrivi un altro segnale forte a favore del campo largo. Qualcuno arriva a ipotizzare, in caso di rottura, che dal Nazareno arrivi il divieto al Pd lucano di usare il simbolo. Ma il segretario della Basilicata Giovanni Lettieri minimizza: «Quelle sono conseguenze estreme, non siamo a questo punto. Spero di poter lavorare ancora anche con i dirigenti nazionali. In Basilicata si può vincere e dobbiamo fare di tutto per riuscirci»

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