“Quando chiederete a Conte come ha fatto a far carriera?” Tutti sanno come il parassita a Cinquestelle sia diventato docente a soli 41 anni: la lettera al veleno di Vittorio Sgarbi

1. SGARBI AVVELENATI: “INVITO RANUCCI E TRAVAGLIO A FARE UNO DEI LORO SERVIZI SULLA CARRIERA UNIVERSITARIA DI GIUSEPPE CONTE. NON HO BISOGNO DI LETTERE ANONIME PER DIRE CHE IL SUO CURRICULUM È PORNOGRAFICO, UN ESEMPIO DI IMMORALITA’ POLITICA E DI INADEGUATEZZA CULTURALE, COME I CONCORSI UNIVERSITARI CHE HA VINTO SENZA MERITO
2. LA CARRIERA FULMINEA MA NEBULOSA DELL’AVVOCATO DEL POPOLO: A 37 ANNI PROFESSORE ASSOCIATO, ORDINARIO A 41 (L’ETÀ MEDIA È 59), MA NESSUNA PUBBLICAZIONE DI PESO – IL RAPPORTO CON GUIDO ALPA E QUEI CONCORSI SU CUI ALEGGIA IL CONFLITTO DI INTERESSI

Comunicato: Vittorio Sgarbi replica al leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte:

«Non ho bisogno di utilizzare lettere anonime, come fanno i suoi compagni di diffamazione, per dire che Giuseppe Conte è un esempio di immoralità politica e di inadeguatezza culturale.

Come è diventato capo del partito di Grillo, per caso o per sbaglio, così è diventato professore senza titoli e senza merito, come dimostra il suo curriculum e la protezione baronale di cui si è avvalso.

Sono pronto a misurare le sue pubblicazioni con le mie per dimostrare sul pianto qualitativo e quantitativo la sua inadeguatezza e la sua immoralità.

Il suo curriculum è pornografico, come i concorsi universitari che ha vinto senza merito.

Invito «Report» a fare uno dei suoi servizi sulla carriera universitaria di Giuseppe Conte»

Ringrazio Sigfrido Ranucci per l’onore delle armi e anche per il suo interesse per i miei autisti, che gli consentono buoni ascolti. Ma volevo puntualizzargli, visto che nessuno mi ha chiesto di loro, che ve ne sono di estremamente riconoscenti per quello che hanno visto e appreso, naturalmente non intervistati e non ascoltati rispetto a piccoli mentitori arruolati da un mio ex assistente. E in realtà non come autisti, ma come assistenti provvisori»

l’Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)

LA CARRIERA UNIVERSITARIA DI GIUSEPPE CONTE

 DAGOREPORT di dagospia.com

Dopo la laurea alla Sapienza in diritto privato (per vedere la tesi ci vuole l’autorizzazione dell’autore!), Conte non va a lavorare ma resta in università come Cultore della materia del suo prof. Giovanni Battista Ferri a Roma. È un ruolo che non prevede stipendio, a volte rimborsi della facoltà per somme modestissime. Dopo quattro anni, nel 1992-93 ottime una borsa del CNR. Seguono generiche “attività di ricerca” all’estero: Conte cita le università di Yale, la Sorbonne e la New York University, presso le cui biblioteche, comunque, Conte non lascia scritti.

Nell’aprile 1998 Conte diventa ricercatore universitario alla Facoltà di Firenze. Non sono pubblici (ma dovrebbero esserlo, invece) i giudizi della Commissione visto che in dieci anni dalla laurea Conte ha prodotto due soli testi: “Il volontariato. Libertà dei privati e mediazione giuridica dello Stato” e “Matrimonio civile e teoria della simulazione” che sono stampate per il concorso (circolazione assente, senza Isbn oggi non sarebbero presentabili) e due articoletti di poche pagine (intitolati entrambi “Appunti…”) in testi che raccolgono autori diversi.

Dopo due anni dalla nomina a ricercatore (circa 1.200 euro al mese di stipendio), si diventava, in genere, ricercatori confermati. Nel caso di Conte, invece, dopo due anni e due mesi, nel giugno del 2000, diventa già incredibilmente professore associato. La cosa è veramente incredibile perché nel biennio Conte pubblica solo “La simulazione del matrimonio nella teoria del negozio giuridico”, 1999), riproposta del precedente libro utilizzato per il concorso da ricercatore.

Inoltre, ha scritto sei commentini ad articoli del Codice (in genere diritto privato), di meno di una decina di pagine ciascuno, tre dei quali in volumi a cura di Guido Alpa (sono “Commentario al testo delle disposizioni…”, Padova 1998 e “I contratti in generale”, Torino, 1999, “Codice del consumo e del risparmio”, Milano 1999).

Solo nel 2001, tredici anni dopo la laurea, Conte pubblicherà un vero e proprio libro, “Le regole della solidarietà”, Roma, 2001. Questo libro deve essere un capolavoro, sebbene non pare essere un best seller nell’indice delle citazioni che si usa (sistema discutibile) per valutare la ricaduta di un testo scientifico.

Sta di fatto che basta questo per vincere l’idoneità a professore ordinario a Caserta nel luglio del 2002 con un concorso con commissario il prof. Guido Alpa (unica volta in cui Alpa risulta commissario in un concorso di ordinariato) presso il cui studio Conte lavora, a Roma: attesterebbe il fatto la lettera inviata congiuntamente il 29 gennaio 2002 dal Garante alla privacy agli avvocati “Alpa e Conte, viale Sardegna 38, Roma” e la targa sul campanello.

In quel concorso gli idonei sono due: quello di sede, che entra in cattedra a Caserta e, appunto, Conte, che in quanto idoneo viene poi chiamato a Firenze. Tutto arci-italiano: passano il mio e il tuo candidato. Se non fosse che i 5 Stelle hanno preso i voti al grido di “onestà” e “meritocrazia” mentre l’art.51 del codice civile prevede, come da recente pronunciamento dell’Autorità Anticorruzione “che non deve esserci una collaborazione professionale”.

L’Opac Sbn, il catalogo ove sono elencati tutte le pubblicazioni presenti nelle biblioteche del nostro Paese (quindi tutte le pubblicazioni contemporanee perché c’è l’obbligo di depositarle), alla voce Giuseppe Conte/diritto, ne enumera una miseria, e tutte successive a quando Conte era già stato messo in cattedra: abbiamo una monografia, “L’impresa responsabile” (Gioffrè), due a doppia firma con Guido Alpa (“La responsabilità di impresa” e “Diritti e libertà…”, ma la prima stampata da una tipografia romana), la cura, con altri, di un testo uscito in Germania (“Worterbuch…”) e cinque interventi in libri a cura di…

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