La Cassazione ha recentemente emesso una condanna di 8 mesi di carcere per Flavio Mezzanotte, un ex operaio dell’Atac, l’azienda di trasporti pubblici di Roma, che aveva cercato di aiutare un bambino intrappolato in un ascensore della metro di Roma nel luglio 2015. Questa tragica storia ha destato preoccupazione e ha sollevato domande sul sistema di soccorso e sulla manutenzione delle stazioni della metro di Roma.
Madre e bimbo intrappolati in ascensore, il piccolo precipita in un’intercapedine
La tragedia è avvenuta il 9 luglio 2015 presso la stazione Furio Camillo della metro di Roma. Una madre e il suo bambino di quattro anni sono rimasti intrappolati in un ascensore della stazione. La situazione si è complicata quando l’ascensore si è bloccato e i soccorsi hanno impiegato troppo tempo a giungere sulla scena.
L’intervento di Flavio Mezzanotte, reso necessario dall’assenza di risposte alle chiamate
Flavio Mezzanotte, un dipendente Atac, ha deciso di intervenire per cercare di aiutare la madre e il bambino intrappolati. Ha aperto il pannello dell’ascensore affiancandosi al mezzo con un altro ascensore, ma il bambino è corso verso l’uscita e è caduto in un’intercapedine, subendo lesioni fatali.
Mezzanotte ha dichiarato di essere intervenuto anche a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli, con una temperatura esterna di 33 gradi e l’assenza di aria all’interno dell’ascensore. Tuttavia, nonostante la gravità della situazione e le richieste di soccorso della madre, nessun altro intervenne.
La condanna di Flavio Mezzanotte solleva importanti questioni sulla responsabilità e la sicurezza nelle stazioni della metro di Roma, evidenziando la necessità di migliorare la manutenzione e la gestione delle emergenze per garantire la sicurezza dei passeggeri.