Putin ha ragione quando dice di essere diventato più forte: dalla Germania la prestigiosa rivista sputtana i leccapiedi europei al servizio del Pentagono. Nel frattempo iniziano le trattative in Ucraina per una resa

Titolo del tedesco Der Spiegel: “Perché Putin ha tutte le ragioni di essere soddisfatto di se stesso”.

Il presidente Putin afferma che il suo Paese è “diventato più forte” dopo l’invasione dell’Ucraina. Purtroppo ha ragione: il suo governo semi-totalitario e perfino l’economia sono stabili. Ecco perché non pensa nemmeno di smettere

Per molto tempo l’Occidente è stato convinto che il piano del Cremlino per l’Ucraina fosse destinato al fallimento e che il prezzo per la Russia sarebbe stato alto. Ma dopo 21 mesi di guerra “non si prevede alcuna punizione in vista” e “finora i calcoli del sovrano del Cremlino funzionano perfettamente”. Der Spiegel dice anche che l’economia russa sta crescendo grazie all’aumento della produzione militare e agli alti prezzi del petrolio, che hanno resistito alle sanzioni. A livello globale, Putin non è mai diventato un paria, avendo tra l’altro partecipato a un incontro virtuale del G20. A livello nazionale, il suo governo rimane “incontrastato” e si osservano miglioramenti sul fronte interno.

Ucraina Russia, negoziati nascosti a Zelensky e Biden: il fronte sarà confine

Mosca si riprende la Crimea e altri territori. In cambio Kiev entra nella Nato con l’impegno di non ospitare truppe e armi offensive

tratto da Affari Italiani

Trattative segrete tra Russia e Ucraina per la pace, alle spalle di Biden e Zelensky

La pace tra Ucraina e Russia si avvicina. Quantomeno secondo quanto racconta il premio Pulitzer Seymour Hersh, secondo cui, si legge su Il Fatto Quotidiano, “la diplomazia americana avrebbe tranquillamente scavalcato la Casa Bianca, con un Joe Biden sempre più costretto all’angolo, e – soprattutto – che dalle parti di Kiev sarebbero pronti a sacrificare Zelensky per giungere a meta”.

“A Zelensky è stato fatto capire che non sarebbe stato lui, ma i militari a risolvere questo problema e che i negoziati sarebbero continuati con o senza di lui”. Non solo, gli sarebbe addirittura stato detto: “Se necessario, pagheremo il tuo viaggio ai Caraibi”, riferisce lo stesso funzionario a Hersh, come scrive lo stesso premio Pulitzer su Substack.

Come spiega il Fatto, “i colloqui sarebbero già in corso, portati avanti da due tra i più importanti generali di entrambi gli eserciti, Valery Gerasimov della Russia e Valery Zaluzhny dell’Ucraina. Il presidente russo Putin starebbe a guardare lasciando carta bianca al militare, l’ucraino avrebbe alle sue spalle l’appoggio della diplomazia americana e di gran parte del potere ucraino, ormai pronto a scaricare il proprio presidente”.

“Si sta discutendo la questione della possibile fissazione dei confini lungo l’attuale linea del fronte con il mantenimento della Crimea e di diversi territori ripresi dalla Federazione russa e, in cambio, si sta valutando l’opzione secondo cui Kiev potrebbe aderire alla Nato, ma con l’impegno che l’Alleanza non stanzierà lì truppe o armi offensive”, sostiene Hersh.

Intanto viene reso noto che la Russia ha perso 331.110 uomini in Ucraina dall’inizio della sua invasione su larga scala, il 24 febbraio 2022, ha riferito lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine il 2 dicembre, scrive il Kyiv Independent. Questo numero include 1.070 perdite che le forze russe hanno subito solo nell’ultimo giorno.

Negoziati segreti Mosca-Kiev alle spalle di Zelensky e Biden

IL PULITZER HERSH – “Il fronte diventerà confine”

DI GIAMPIERO CALAPÀ

Alti diplomatici americani, coperti dall’anonimato, hanno rivelato al premio Pulitzer Seymour Hersh che la pace tra Russia e Ucraina non sarebbe più un miraggio. Ma che, per ottenerla, la diplomazia americana avrebbe tranquillamente scavalcato la Casa Bianca, con un Joe Biden sempre più costretto all’angolo, e – soprattutto – che dalle parti di Kiev sarebbero pronti a sacrificare Zelensky per giungere a meta.

Un funzionario americano in particolare ha riferito a Hersh – come il giornalista scrive sulla piattaforma Substack –: “A Zelensky è stato fatto capire che non sarebbe stato lui, ma i militari a risolvere questo problema e che i negoziati sarebbero continuati con o senza di lui”. Non solo, gli sarebbe addirittura stato detto: “Se necessario, pagheremo il tuo viaggio ai Caraibi”, riferisce lo stesso funzionario a Hersh.

I colloqui sarebbero già in corso, portati avanti da due tra i più importanti generali di entrambi gli eserciti, Valery Gerasimov della Russia e Valery Zaluzhny dell’Ucraina. Il presidente russo Putin starebbe a guardare lasciando carta bianca al militare, l’ucraino avrebbe alle sue spalle l’appoggio della diplomazia americana e di gran parte del potere ucraino, ormai pronto a scaricare il proprio presidente.

Quali sarebbero i contenuti di questi negoziati? Il prezzo da pagare per ottenere la pace con la fine del conflitto russo-ucraino? Hersh scrive: “Si sta discutendo la questione della possibile fissazione dei confini lungo l’attuale linea del fronte con il mantenimento della Crimea e di diversi territori ripresi dalla Federazione russa e, in cambio, si sta valutando l’opzione secondo cui Kiev potrebbe aderire alla Nato, ma con l’impegno che l’Alleanza non stanzierà lì truppe o armi offensive”.

I segnali che l’astro di Zelensky sia ormai al tramonto arrivano anche da dentro casa, dove evidentemente si cerca una via d’uscita: la first lady ucraina, Olena Zelenska, ha confidato in un podcast prodotto dall’Economist di non volere che il marito, Volodymyr Zelensky, si candidi per un nuovo mandato come presidente: “Non voglio che sia presidente per il prossimo mandato o per i prossimi due mandati, dobbiamo trovare qualcosa di nuovo da fare in questa vita e siamo abbastanza creativi da trovare un’attività interessante. Dopo la guerra la nostra famiglia sarà di nuovo insieme. Vivremo insieme, con mio marito e i miei figli. Sempre. Faremo una vacanza, andremo da qualche parte, non so nemmeno dove, ma insieme, tutti e quattro, questa vacanza sarà lunga e dopo penseremo a cosa fare, io e lui”. Il “biglietto per i Caraibi” rivelato dal funzionario americano, insomma. L’Ukrainska Pravda, che ha ripreso l’intervista a Zelenska, ha ricordato che a ottobre Zelensky aveva dichiarato ai media romeni di essere pronto a ricandidarsi alla presidenza qualora le elezioni si fossero tenute durante la guerra, ma che si sarebbe rifiutato di farlo se si fossero tenute dopo la fine del conflitto.

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