“Se qualcuno li premia” Maneskin, dopo Riccardo Muti, arriva Mogol, esplicitando appieno il suo parere sulla band al servizio del sistema

Mogol, in un’intervista rilasciata a MowMag, torna a parlare dei Maneskin, non risparmiando le sue solite frecciatine anche al panorama musicale attuale.

Non ascolto mai la musica in genere, non ne ho occasione. Accendo la radio qualche volta in macchina, ma molto di rado. Sento delle canzoni, ma magari non le conosco neanche. Non ho una grande attenzione per la musica. […] Non ascolto musica, nel senso che lavoro, faccio delle canzoni e ascolto quelle che scrivo io, gli altri non mi interessano. Ho altri tipi di passioni, mi piace vedere le partite per esempio.”

Mogol, nuovo attacco ai Maneskin

L’autore, che in carriera ha venduto oltre mezzo miliardo di copie, superato soltanto da Beatles e da Elvis Presley, ha parlato della band, che nei giorni scorsi ha conquistato due premi agli MTV European Music Awards.

Io non è che sia così pratico dei Maneskin, ma intanto dobbiamo essere felici che sono artisti italiani e che se si impongono all’estero è prima di tutto una bella notizia. Poi è chiaro che se qualcuno li premia avrà delle ragioni valide per farlo. […] In realtà non mi è nemmeno capitato di sentirli, io non ascolto la musica di oggi.”

Dichiarazioni che lasciano i lettori con più di un interrogativo…

QUI L’INTERVISTA INTEGRALE DI GIULIA SORRENTINO PER MOWMAG

Dopo l’annuncio della co-conduzione di Marco Mengoni al prossimo Sanremo, sempre accanto ad Amadeus, abbiamo chiesto a Mogol – storico autore anche dei testi di Lucio Battisti – cosa pensa del Festival: “Farei Sanremo? Dipende dall’offerta ma adesso non mi pongo nemmeno la questione”. Ci ha parlato poi dei Maneskin, di meritocrazia e sul suo attuale interesse per la musica: “Oggi come oggi non la ascolto, ma solo quello che scrivo io”. E sulle competenze in Italia…
È ufficiale: Marco Mengoni sarà primo co-conduttore di Sanremo, che vede sempre come direttore artistico Amadeus. Così abbiamo chiesto a Mogol – che secondo la Siae avrebbe venduto più di 523 milioni di dischi nel mondo, superato solo ai i Beatles e a Elvis Presley – cosa ne pensa dell’evento più importante in italia a livello musicale. Ma abbiamo cercato di capire anche da lui come mai non sia mai stato chiamato da Amadeus, che di occasioni ne ha avute tante visti gli innumerevoli Festival che ha condotto. Mogol non si espone ma, parlando in generale di competenze, dice che “un incompetente è quello che fa più disastri, è quello che rovina tutto”. Non siamo così maldisposti da pensare che si riferisse a qualcuno in particolare, ma sappiamo che, come nei suoi testi, Mogol non parla o scrive mai per caso…

Mogol, cosa pensa dei Maneskin pigliatutto: li meritano quei premi?

Beh, se li vincono certo. Io non è che sia così pratico dei Maneskin, ma intanto dobbiamo essere felici che sono artisti italiani e che se si impongono all’estero è prima di tutto una bella notizia. Poi è chiaro che se qualcuno li premia avrà delle ragioni valide per farlo.

Sono rock o non sono rock, visto che in tanti (anche critici musicali) si dividono?

In realtà non mi è nemmeno capitato di sentirli, io non ascolto la musica di oggi. In realtà non ascolto mai la musica in genere, non ne ho occasione. Accendo la radio qualche volta in macchina, ma molto di rado. Sento delle canzoni, ma magari non le conosco neanche. Non ho una grande attenzione per la musica.

Ma ci saranno delle canzoni che lei oggi ascolta…

Non ascolto musica, nel senso che lavoro, faccio delle canzoni e ascolto quelle che scrivo io, gli altri non mi interessano. Ho altri tipi di passioni, mi piace vedere le partite per esempio.

Allora ci dica che squadra tifa Mogol. 

Io tifo per la Lazio e per il Milan perché sono di Milano. Per quanto riguarda la Lazio il motivo sta soprattutto nel fatto che sono grato a loro che cantano “I giardini di Marzo” tutti insieme quando vincono.

Può dirci come mai secondo lei Amadeus non l’ha mai chiamata a Sanremo in una delle sue tante edizioni del Festival?

Non lo so, ma bisognerebbe chiederlo a lui. Non è una domanda che mi pongo. Io ho fondato una scuola che è la più importante in Europa, tanto è vero che mi hanno chiamato a Boston e ho dato delle lezioni sia alla Berkley che alla Harvard University. Credo di avere una considerazione internazionale e una certa competenza. Il fatto che mi chiamino o meno non dipende da me.

Ma lei lo farebbe Sanremo?

Bisognerebbe vedere che tipo di offerta mi fanno, ma siccome adesso non esiste la questione non me la pongo nemmeno. Io ho venduto nel mondo 523 milioni di dischi, la terza cifra al mondo dopo i Beatles ed Elvis Presley. Sicuramente io sono una persona competente, ma non posso giudicare chi non mi ritiene tale. Ognuno fa le sue scelte in base alla propria competenza.

Ritiene che la meritocrazia esista?

Le dico subito cos’è la meritocrazia, che è indispensabile. La meritocrazia va intesa come competenza. Diciamo un incompetente fa dei disastri, perché è quello rovina tutto, ma sto parlando dell’incompetenza in generale, non mi sto riferendo a qualcuno in particolare.

E pensa che ci sia molta incompetenza nel panorama artistico italiano?

Non sta a me valutarlo, io scrivo le canzoni, mi occupo della scuola e non faccio il critico giornalistico. Credo sia più una materia adatta a voi giornalisti quella di valutare la competenza di chi si occupa di canzoni. Le posso dire solo una cosa: le canzoni che sopravvivono nel tempo sono le più belle. Poi valuti lei le canzoni sopravvissute o meno ai vari Festival, io ho la fortuna di avere tanti gruppi che seguono le mie canzoni ancora oggi, che le cantano, che va a teatro a vedere i miei spettacoli, e ne faccio tanti. La soddisfazione che ho è vedere le persone cantare tutte insieme le mie canzoni.

C’è stata anche l’ipotesi di Morgan direttore artistico, o persino Fedez, cosa ne pensa?

Siccome sono solo ipotesi non credo che valga neanche la pena parlarne. Non credo in ogni caso che Amadeus rinuncerebbe al suo incarico.

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