Indi, rifiutato l’appello dei genitori, i macchinari vitali saranno rimossi in tarda mattinata intorno alle ore 12 italiane

In Italia perĆ² non ci si arrende.

“La decisione dei giudici inglesi di procedere alla sospensione dei sostegni vitali per la piccola Indi, nonostante la possibilitĆ  dell’ospedale Bambino GesĆ¹ di Roma di assicurarle le migliori terapie palliative e nonostante il conferimento della cittadinanza italiana, ĆØ una sconfitta per l’umanitĆ , per la medicina, per la scienza e per la civiltĆ  occidentale”, ha dichiarato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onuls.

Il Codacons ha presentato questa mattina un ricorso d’urgenza al Tribunale civile di Roma, chiedendo ai giudici di ordinare la sospensione dei distacchi dei macchinari che tengono in vita la bimba. In base al ricorso dell’associazione, la cittadinanza italiana conferita ad Indi e la garanzia di cure specialistiche nel nostro Pese legittimano pienamente i giudici italiani ad esprimersi sul caso.

L’Appello dei genitori di Indi Gregory per impedire il distacco delle macchine che la tengono in vita ĆØ stato rifiutato ed ĆØ stato negato il ricorso alla Convenzione dell’Aja per il suo trasferimento in Italia. Nell’udienza di ieri i giudici inglesi avevano fissato come termine per il distacco dei dispositivi vitali lunedƬ 13 novembre, ma successivamente, ĆØ stato precisato dai legali della famiglia che l’interpretazione corretta della sentenza indica che il distacco verrĆ  effettuato il prima possibile.
Il giudice Peter Jackson ha definito l’intervento italiano per il trasferimento a Roma della neonata “non nello spirito della Convenzione dell’Aja”. I giudici hanno inoltre affermato che i tribunali inglesi sono nella posizione migliore per valutare “l’interesse superiore” della bambina, quindi non ĆØ necessario un tribunale italiano.
La premier Giorgia Meloni ha scritto al Lord Cancelliere e segretario di Stato per la Giustizia del Regno Unito chiedendo di collaborare per permettere il trasferimento di Indi Gregory a Roma. LunedƬ scorso il consiglio dei Ministri aveva conferito alla neonata- affetta da una rara malattia degenerativa Ā – la cittadinanza italiana, per permetterle di essere presa in cura dall’ospedale ‘Bambin GesĆ¹’ di Roma. Nella lettera Meloni fa riferimento alla Convenzione dell’Aja per la protezione dei minori, in particolare all’articolo 32 paragrafo 1 lettera b, che recita che “su richiesta motivata dell’AutoritĆ  centrale o di un’altra autoritĆ  competente di uno Stato contraente con il quale il minore abbia uno stretto legame, l’AutoritĆ  centrale dello Stato contraente in cui il minore ha la sua residenza abituale e in cui si trova” potrĆ  “chiedere all’autoritĆ  competente del suo Stato di esaminare l’opportunitĆ  di adottare misure volte alla protezione della persona o dei beni del minore”.

I legali della famiglia Gregory fanno sapere che, dopo la pronuncia di ieri, si lavora ad altri percorsi, che valuteranno fino a lunedƬ. La piccola ha 8 mesi ed ĆØĀ affetta da una gravissima patologia mitocondriale che non lascia scampo e per la quale i tribunali d’Oltre Manica avevano disposto lo stop ai sussidi meccanici ā€œnel maggior interesse del minoreā€, per evitarle ulteriori sofferenze.
Il ricorso
Intanto i legali della famiglia Gregory avevano presentato il ricorso contro la decisione del giudice che aveva stabilito “che il supporto vitale di Indi Gregory deve essere rimosso presso il Queen’s Medical Center di Nottingham, dove ĆØ ricoverata, o in un ospizio e non a casa, contrariamente alla volontĆ  dei suoi genitori”.
“Non merita di morire, ĆØ ancora una bambina che respira e le batte il cuore”, aveva detto il padre della piccola Dean.
“Lei merita una possibilitĆ ”, ha detto l’uomo alla ‘Bbc’, dopo l’ultima pronuncia del giudice che ha negato ieri anche la possibilitĆ  di gestire il fine vita a casa, in quanto ritenuto non nel miglior interesse della bambina e “quasi impossibile” da realizzare al domicilio senza rischi di complicazioni. Ma il papĆ  obietta: “Ha un Paese che si offre di pagare per tutto: dobbiamo solo portarla lƬ, cosƬ non costerĆ  nulla all’ospedale o al governo”.
“Sappiamo che indi ĆØ una combattente, lei vuole vivere, e non merita di morire”, ha affermato ancora il papĆ  della piccola in un video in cui ringrazia l’Italia.

I medici inglesi si sono arresiĀ 

I medici che curano Indi al Queen’s Medical Center di Nottingham avevano ribadito di non poter fare altro per lei. I genitori avevano chiesto che potesse tornare nella loro casa a Ilkeston, nel Derbyshire. Un’opzione che non ĆØ stata ritenuta praticabile.
“Tutti pensano: ‘perchĆ© non la lasciano andare?’. Non hanno nulla da perdere”, ha detto Dean Gregory, sicuro del fatto che se Indi avesse avuto il permesso di viaggiare in Italia, avrebbe potuto essere salvata.
Keith Girling, direttore medico del Nottingham University Hospitals (NUH) Nhs Trust ha dichiarato di essere consapevole del fatto che “ĆØ un momento incredibilmente difficile per Indi e la sua famiglia, e i nostri pensieri sono con loro oggi. A seguito della decisione dell’Alta Corte, la nostra prioritĆ  – ha assicurato – rimarrĆ  quella di fornire a Indi cure specialistiche adeguate alle sue condizioni e in linea con le indicazioni della corte, sostenendo la sua famiglia in ogni modo possibile”.

Il caso continua a riscuotere attenzione e scatena polemiche anche in Italia
La Cei richiama al valore della vita e sottolinea come oggi ci siano “troppe vite negate”. “La vita dei malati e disabili gravi viene giudicata indegna di essere vissuta, lesinando i supporti medici e arrivando a presentare come gesto umanitario il suicidio assistito o la morte procurata”, fa sapere.
In prima linea contro la decisione del giudice britannico si schiera anche il Codacons che annuncia la presentazione di una denuncia alla Procura di Roma contro l’Alta Corte di Londra.
“Al di lĆ  degli aspetti etici della questione – scrive il Codacons in una nota Ā – si apre un aspetto meramente tecnico-legale che riguarda la possibilitĆ  di un giudice straniero di pronunciarsi sulla vita di un cittadino italiano. Come noto, infatti, la neonata ha ottenuto la cittadinanza italiana grazie al Governo che ha emesso misure di emergenza, tramite il console italiano a Manchester, che ne autorizzano il trasferimento all’Ospedale pediatrico Bambino GesĆ¹ di Roma”.
Secondo il Codacons “la decisione dellā€™Alta Corte britannica di disporre lo stop ai supporti vitali per Indi potrebbe quindi configurare un’interferenza illecita della giustizia straniera sulla vita di una cittadina italiana, aprendo un caso che non ĆØ solo diplomatico ma anche giudiziario. Per tale motivo abbiamo deciso di presentare un formale esposto alla Procura della Repubblica di Roma affinchĆ© apra una indagine sul caso, accertando se il comportamento della Corte e del giudice Robert Peel possano configurare ipotesi penalmente rilevanti ai sensi del nostro ordinamento penale”, conclude lā€™associazione.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic quiĀ >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarĆ  pubblicato.

Previous Article

Paura per Carlo Verdone, assalito a bottigliate da una delle simpatiche risorse che oramai si sono impadronite della stazione di Milano

Next Article

Soumahoro, lo stipendio d'oro da deputato ha le ore contate: la Camera attende dalla Procura di Bologna gli atti dell'inchiesta sul finanziamento illecito della sua campagna elettorale

Related Posts