Sigfrido Ranucci davanti alla commissione di vigilanza Rai snocciola i dati sulla sua trasmissione, mentre Gasparri riesce a fare come al solito una figura da cioccolataio

ROMA. Una difesa appassionata quella di Sigfrido Ranucci. In Commissione di Vigilanza Rai il giornalista, conduttore di Report, si è trovato a dover “giustificare” il suo operato e dei suoi giornalisti. Una situazione irrituale, visto che normalmente a essere ascoltati in Vigilanza sono i responsabili dei settori di competenza e non i conduttori. Per Ranucci un ulteriore attentato alla sua credibilità. Il conduttore ostenta sicurezza: «Mi avevano consigliato di non andare e avrei potuto farlo. Ma, per il mio modo di vedere, si sarebbe trattato di una scorrettezza istituzionale. Il giornalismo quando è libero, risponde, si confronta. Sono casomai loro, quelli della politica, che sfuggono, non parlano. Ho sempre detto che, non avendo mai avuto padrini politici, noi di Report ci sentiamo sereni e tranquilli di poter rispondere a chiunque su qualsiasi argomento ci riguardi».

Così il giornalista contrattacca invece di arretrare, annunciando che Report tornerà sull’inchiesta che vede al centro Ignazio La Russa con nuove rivelazioni: a suo avviso l’audizione è stata richiesta proprio a seguito delle inchieste sul presidente del Senato e sul ministro del Turismo Daniela Santanchè.

Nel suo lungo intervento, arrivato dopo quello del responsabile dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, Ranucci ha parlato di Report come «di un marchio prestigioso che si è imposto in 27 anni di lavoro, realizzando numerosi scoop nazionali e internazionali, portando il nome della Rai nel mondo. In un contesto dove la notizia è merce, Report è una trasmissione di approfondimento che è in grado di dettare l’agenda dell’informazione. L’unica trasmissione televisiva di giornalismo che i consorzi di giornalismo investigativo internazionale premiati con il Pulitzer hanno scelto come partner». Ranucci ha ribadito di avere rispettato le regole del mandato editoriale e «i criteri oggettivi di qualità, credibilità e attendibilità». Passaggio obbligato sugli ascolti, sempre molto alti – ha ricordato – con una media di 1,6 milioni e punte di 2,8 milioni, a cui si aggiungono i numeri considerevoli della replica del sabato. «In questa stagione, nonostante lo spostamento alla domenica, il programma ha raccolto una media del 7, 4% di share» ha sottolineato. Un altro parametro oggettivo della qualità percepita del programma, ha detto ancora, è dato dal sondaggio Qualitel «che vede Report ai primi posti da 16 anni confermando che è il programma televisivo italiano d’eccellenza per l’approfondimento. Elevata anche la valutazione sull’autorevolezza e la credibilità, seguita dal giudizio sull’originalità del programma».

Ranucci ha spiegato ai commissari che il pubblico della fascia 14-25 anni, in controtendenza rispetto ai dati della tv generaliste, è in aumento del 2%, un elemento sottolineato anche dai commissari di Pd (Stefano Graziano) e M5s (Dolores Bevilacqua).

Report conquista anche i social: i follower si avvicinano ai 2 milioni sia su Facebook sia su X, con numeri che crescono durante la messa in onda.

Capitolo a parte, i costi, che il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha fortemente contestato. Ranucci ha assicurato invece che, grazie a un lavoro di razionalizzazione, si è passati da un costo di 1900 euro al minuto ai 1200 di oggi, questo nonostante sia aumentato il numero delle puntate e la durata delle stesse. Il dibattito è stato animato da uno show di Gasparri che ha tirato fuori dalla tasca una carota e un cordiale per invitare Ranucci alla calma ed è stato per questo richiamato dalla presidente Barbara Floridia, mentre Francesco Filini, FdI, ha accusato Ranucci – proprio a proposito delle accuse alla seconda carica dello Stato – di fare un giornalismo di teorema più che d’inchiesta.

Ranucci in Vigilanza Rai, Gasparri si dà al cabaret: prima offre un cognac, poi tira fuori una carota

Gasparri-show in Vigilanza Rai. Poco dopo l’intervento di Sigfrido Ranucci, convocato in commissione per parlare di Report, ha preso la parola l’esponente di Forza Italia, che ha preso in giro il giornalista e conduttore: “Le ho portato un cognac se ha bisogno di farsi coraggio – ha detto Maurizio Gasparri, mostrando una bottiglietta – ho visto che si è fatto accompagnare (un corteo di solidarietà e in difesa del giornalismo d’inchiesta, ndr) ma noi qui non mangiamo nessuno”. Gasparri, alla fine, ha tirato fuori una carota: “L’ho portata, se qualcuno ha paura della commissione di Vigilanza…”.

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1 comment
  1. Gasparri si dà al cabaret: prima offre un cognac, poi tira fuori una carota.
    GASPARRI, E’ PROPRIO VERO CHE OGNIUNO MOSTRA QUELLO CHE FA E QUEL CHE E’, SEI ABITUATO AL COGNAC E ALLA CAROTA E GENTILMENTE LO PROPONI AGLI ALTRI.
    Ciò succede quanto il cervello è in standbay caro GAsparri e, credimi ce n’eravamo accorti.

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