“Sembra di rivedere lo stesso film dell’11 settembre 2001” L’anomalo attacco di Hamas e quelle coincidenze con le conseguenze dell’attacco alle Torri gemelle

di Manlio Dinucci per Byoblu

I fatti, e non le opinioni, dimostrano in modo sempre più evidente che l’attacco effettuato da Hamas il 7 ottobre in Israele ha fatto da detonatore a una operazione False Flag, simile a quella dell’attacco dell’11 Settembre 2001 negli Stati Uniti.
Notevoli sono le analogie, che sintetizziamo in questa scheda a corredo della puntata di Grandangolo.
Nel 2001 militanti islamici di Al Qaeda riescono a far crollare le Torri Gemelle e a colpire il Pentagono senza che la CIA abbia avuto sentore della preparazione di un attacco di tale portata. Nel 2023 militanti islamici di Hamas riescono a penetrare in massa in Israele, occupando oltre 20 centri abitati, senza che il Mossad abbia avuto sentore della preparazione di un attacco di tale portata.
Nel 2001, le Torri Gemelle crollano come in una demolizione controllata per il calore sviluppato dall’impatto degli aerei, cosa tecnicamente impossibile anche perché il carburante brucia per la maggior parte all’esterno, e la Torre 7 crolla come in una demolizione controllata senza essere stata colpita da un aereo, mentre l’aereo che colpisce il Pentagono penetra interamente all’interno aprendo un foro circolare, cosa tecnicamente impossibile perché le ali avrebbero dovuto spezzarsi lasciando rottami all’esterno. Nel 2023 la barriera che circonda Gaza – dotata dei più sofisticati sensori, radar, telecamere e sistemi d’arma automatici collegati a un centro di comando – viene sfondata con bulldozer senza che scatti nessun allarme, cosa tecnicamente impossibile.
Nel 2001, mentre gli aerei dirottati sono in volo verso gli obiettivi, il sistema statunitense di difesa aerea, uno dei più efficienti del mondo, dà prova di catastrofica inefficienza facendo decollare i caccia intercettori in ritardo. Nel 2023, mentre i militanti di Hamas attaccano gli abitanti e i partecipanti al festival musicale, le forze speciali israeliane, tra le più efficienti del mondo, danno prova di catastrofica inefficienza intervenendo in ritardo.
Nel 2001 l’attacco dell’11 settembre e le vittime che esso provoca servono a giustificare l’apertura di un vasto fronte di guerra con l’invasione statunitense dell’Afghanistan e quindi dell’Iraq, in regioni di primaria importanza strategica nei confronti di Russia e Cina. Nel 2023 l’attacco del 7 ottobre e le vittime che esso provoca servono a giustificare l’apertura di un vasto fronte di guerra nella regione strategica del Medioriente con il duplice obiettivo di cancellare i Territori Palestinesi, rendendo impossibile la creazione di uno Stato Palestinese, e di innescare, mirando all’Iran, una reazione a catena di conflitti in un Medioriente dove Stati Uniti, Israele e le potenze europee stanno perdendo terreno, come dimostra il prossimo ingresso di Iran e Arabia Saudita nei Brics insieme a Russia e Cina.

ISRAELE, RAZZI DA LIBANO, RAID SU INFRASTRUTTURE HEZBOLLAH

(ANSA) – “Ieri, i terroristi Hezbollah hanno tentato di lanciare razzi verso il territorio israeliano. I razzi sono caduti in Siria. Nella notte i jet israeliani hanno risposto colpendo infrastrutture militari di Hezbollah in Libano”. Lo riferisce l’esercito israeliano.

AMBASCIATA USA A BEIRUT, ‘GLI AMERICANI LASCINO IL LIBANO ORA’

(ANSA) – L’ambasciata americana a Beirut invita i connazionali a “lasciare immediatamente il Paese”. Lo riferisce al Arabiya. “Il Dipartimento di Stato raccomanda che i cittadini statunitensi in Libano partano adesso, mentre i voli commerciali restano disponibili, a causa dell’imprevedibile situazione della sicurezza”, si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell’ambasciata americana in Libano.

“Dovreste avere un piano d’azione per le situazioni di crisi che non faccia affidamento sull’assistenza del governo degli Stati Uniti. Il momento migliore per lasciare un Paese è, se possibile, prima di una crisi. Le evacuazioni di civili da un paese straniero assistite dai militari statunitensi sono rare – prosegue la nota -. Non vi è alcuna garanzia che il governo degli Stati Uniti evacuerà i privati ;;cittadini statunitensi e i loro familiari in una situazione di crisi. Nel caso in cui si verifichi un’evacuazione assistita dall’esercito americano, il nostro obiettivo sarà quello di aiutare i cittadini statunitensi”.

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