“Un complottista è soltanto uno che ha avuto ragione prima degli altri” Un Francesco Borgonovo da urlo risponde all’attacco dei parassiti di Repubblica dopo le ennesime indegne e farlocche accuse a chi non si allinea al mainstream

di Francesco Borgonovo – La Verità del 26-10-2023)

Il vero, smisurato dilemma è il seguente: ma sono più ossessionati dal complotto i complottisti oppure gli anti complottisti?
Stando alla frequenza con cui i giornali progressisti si occupano della questione, viene da pensare che siano proprio loro a essere morbosamente sedotti dalle oscure trame. Lo sono a tal punto da immaginare una sorta di «complotto dei complottisti».

Il complottone

Un complottone all’ennesima potenza: migliaia di persone (i complottisti, appunto) sarebbero manovrate da perfidi manipolatori a colpi di fake news, allo scopo di minare la già fragile democrazia italiana.
In pratica, se credi nei complotti sei contemporaneamente vittima e artefice di un altro complotto, decisamente più pericoloso e più segreto del primo.
Anzi, a ben vedere i complotti sono molteplici, almeno uno per ogni stagione. Prima c’erano coloro che spargevano disinformazione per combattere il vaccino, poi sonoarrivati i feroci «negazionisti» del riscaldamento globale, quindi è stato il turno degli orrendi putiniani. Ora, infine, ecco affacciarsi all’orizzonte una nuova razza di reprobi: i cospirazionisti pro Hamas.

A tracciarne l’identikit è Stefano Cappellini, una delle più smaglianti firme di Repubblica, a cui i superiori
hanno affidato l’incarico di realizzare un reportage a puntate intitolato «Viaggio nel cospirazionismo in Italia», evidentemente basato sulla convinzione che qui da noi spopolino dietrologi e stramboidi di varia risma.

Come si riconoscono costoro?
Ah, a stanarli ci vuole un attimo: essi sono in sostanza dei «giustificazionisti», cioè punterebbero a levare responsabilità dalle spalle di Hamas per gli attentati del 7 ottobre.
Anzi, a parere di alcuni gli attacchi sarebbero un falso, una operazione condotta sotto falsa bandiera (false flag).
Ma attenti che non è finita.
Sapete chi ci sarebbe dietro quest’ultima, terribile, macchinazione?
La risposta – di nuovo – è fin troppo semplice, perché in fondo si tratta sempre dello stesso orrendo circoletto di invasati: i complottardi del complotto complottista sarebbero i soliti noti, ovvero no vax e fascisti. Incredibile, vero?
Hanno fatto il filotto, questi esaltati: prima erano contro la scienza, poi sono diventati putiniani e infine si sono convertiti alla causa dell’islamismo internazionale.
E quando Cappellini dice che si tratta delle stesse persone, intende letteralmente le stesse.

Qualche nome?

Beh, manco a dirlo c’è Claudio Messora, il fondatore dell’emittente televisiva indipendente Byoblu (un canale, per inciso, con cui collabora anche il sottoscritto: sicuramente sono complottista a mia insaputa). E di sicuro non poteva mancare il povero Manlio Dinucci, 85 anni, già accusato un annetto fa di essere una spietata spia dei russi. Andando avanti di questo passo gli attribuiranno anche l’omicidio di Jfk.

L’illustre firma di Repubblica appare davvero preoccupata.
Secondo Cappellini, «sempre più cittadini hanno cominciato a credere all’esistenza dei complotti più assurdi e inverosimili».
Ed ecco il dramma vero: «In Italia, molto più che all’estero, a cadere nel buco nero del cospirazionismo sono spesso anche persone che si ritengono progressiste». Capito?

Persino alcuni degli appartenenti al circoletto dei moralmente superiori cadono nella trappola ordita dalla scalcagnata truppa complottarda, che mette insieme ex comunisti, trumpiani e soprattutto estremisti di destra.

Non si capisce dove stia il problema

In tutto questo bel quadretto sfugge un piccolo particolare: non si capisce esattamente quale sarebbe il problema. Mettiamo pure che in Italia ci siano persone convinte che gli americani non siano mai sbarcati sulla Luna e che una élite di rettili domini il globo. E dunque? Anche ammesso che esista un bel gruppetto di picchiatelli, non risulta che sia un reato coltivare opinioni strampalate.
Ma il punto sta proprio qui.

A che cosa serve i sventolare lo spauracchio complottista e presentarlo come l’ennesima variante sul tema fascista?Patologizzare il dissenso, poi, permette ai padroni del pensiero di compiere una straordinaria operazione di auto assoluzione. Se aumenta la diffidenza nei confronti del racconto istituzionale dipende dal fatto che quel racconto è per lo più artefatto, falsato, mistificatorio.
Non c’è bisogno di scomodare le teorie del complotto per rendersene conto: da parecchi anni a questa parte viene fornita al popolo bue una lezioncina da mandare a memoria che fa acqua da tutte le parti, e rientra nella categoria della propaganda, non certo dell’informazione.
La gran parte dei media ha abdicato alla ricerca della verità, e preferisce adagiarsi sul cuscino della pigrizia mentale, l’inchiesta è stata sostituita dall’intrattenimento.

In poche parole, se una bella fetta di popolazione non crede più a ciò che le istituzioni raccontano è per colpa delle istituzioni e di quelli che una volta si chiamavano «corpi intermedi».
Ma di sicuro è più facile dare la colpa all’influenza nefasta dei complottisti (veri e soprattutto presunti) che riflettere sul tradimento dei chierici e dei leader.
Certo, sicuramente in questo strano mondo esistono anche gli svalvolati e i mattoidi, come no.
Ma esistono pure i prezzolati, i mistificatori di professione e i persuasori occulti (e un tempo li denunciava alla grandissima anche la sinistra, che ora invece li riverisce).
Ciò significa, come dice qualcuno, che spesso un complottista è soltanto uno che ha avuto ragione prima degli altri.

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