Tesla denunciata per pubblicità ingannevole! Centinaia di esposti da parte di clienti infuriati: l’autonomia dichiarata dal costruttore non corrisponde al vero

L’argomento che trattiamo in questo articolo è molto delicato, una sorta di nervo scoperto che più volte gli utenti hanno lamentato, negli USA come in Europa: l’autonomia dichiarata dei veicoli elettrici. A tal riguardo Tesla sta subendo un’investigazione da parte del DOJ.

di Aurelio Vindigni Ricca per EveryEye

Il DOJ è il Dipartimento di Giustizia americano, l’ente che ha acceso i riflettori su Tesla per diverse questioni – come confermato dalla SEC nel suo ultimo report. Il DOJ infatti sta investigando in merito ad Autopilot e alla Guida Autonoma del produttore, anche detta Full Self Driving. Ora nel calderone è stato inserito anche il range delle vetture.

Sia chiaro che ancora non si parla di nessuna accusa, nessuna condanna, il Dipartimento di Giustizia US ha semplicemente chiesto informazioni in merito all’autonomia dichiarata dei veicoli. È la prima volta che succede qualcosa del genere in merito all’autonomia delle auto elettriche; il DOJ vuole semplicemente vederci chiaro sul metodo che Tesla usa per ufficializzare le sue autonomie.

La questione è particolarmente controversa, soprattutto dopo la diffusione della notizia che Tesla avrebbe creato un apposito team interno atto a soffocare quanto più possibile le lamentele dei clienti in merito all’autonomia. Capita infatti che molti utenti, soprattutto quelli che sperimentano la mobilità elettrica per la prima volta, trovino disparità fra il range reale di un’auto elettrica e l’autonomia dichiarata, con quest’ultima solitamente superiore alle aspettative poiché i test vengono svolti in condizioni controllate e puramente indicative. Lo stesso problema avviene anche in Europa, dove lo standard WLTP è più affidabile di altri ma comunque restituisce cifre puramente indicative. Noi che siamo del mestiere sappiamo che esiste un’autonomia dichiarata e una reale, dovuta poi alle condizioni della strada, allo stile di guida, alle temperature ecc, molti utenti però potrebbero non essere così preparati. Poiché esistono troppe variabili, sarà sempre difficile far combaciare l’autonomia “da laboratorio” con quella del mondo reale, molta gente però legge – per dire – “600 km di autonomia con una carica” e si aspetta di viaggiare per 600 km, poi si ritrova in autostrada con 300 km di range reale e si infuria.

Il caso non riguarda soltanto Tesla, figuriamoci, è un problema comune praticamente a tutto il settore elettrico, il DOJ però sta investigando la società di Elon Musk per il momento, anche in seguito alla scoperta del team atto a soffocare le proteste degli utenti. In particolare tre proprietari Tesla hanno fatto causa all’azienda in California per “pubblicità ingannevole” in merito all’autonomia dichiarata dei suoi veicoli. Secondo la SEC, Tesla avrebbe recentemente affermato: “Per quanto ne sappiamo, nessuna agenzia governativa ha mai trovato illeciti nel corso delle indagini”. La società riceve costantemente avvisi e controlli da parte della NHTSA, la NTSB, la SEC stessa e il DOJ, più altre agenzie statali e federali: “Collaboriamo costantemente con le autorità e gli enti governativi per soddisfare le richieste formali e informali, aiutare nelle indagini e le inchieste” ha detto ancora Tesla. Il DOJ ha chiesto alla società anche documenti su Autopilot e il Full Self Driving, al momento però non è ancora stata dichiarata alcuna irregolarità. Chissà che tali accuse non vadano comunque a intaccare le vendite della nuova Tesla Model 3 2024 appena lanciata…

Il tema farà ancora discutere, anche in Italia: con il diffondersi della mobilità elettrica proteste riguardanti l’autonomia dichiarata saranno sempre più frequenti, la speranza è che si trovi un metodo più affidabile per determinare l’autonomia di una vettura. Nel frattempo noi continuiamo il nostro lavoro di informazione, anche se non sarà semplice far comprendere al pubblico l’esatto funzionamento di un’auto elettrica.

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