Victor Orban e lo sgarbo sacrosanto ai parassiti di Bruxelles: non si presenta all’ennesima riunione di fantocci del Pentagono per andare a Mosca a ribadire l’interesse a sviluppare relazioni economiche con la Russia

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per www.lastampa.it

Al tavolo con Vladimir Putin anziché al vertice informale con gli altri leader Ue per discutere della crisi in Medio Oriente. Alla riunione straordinaria del Consiglio europeo di ieri sera […] non è passata inosservata un’assenza piuttosto significativa: quella di Viktor Orban. Il premier ungherese non si è collegato e ha dato la delega al collega austriaco Karl Nehammer. Il motivo? Era impegnato a Pechino per il terzo forum della Via della Seta, dove ha incontrato Vladimir Putin.

È la prima volta dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina che un capo di Stato o di governo dell’Unione europea si intrattiene faccia a faccia con il presidente russo, oggetto di sanzioni da parte della stessa Ue nonché destinatario di un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale.

I due si sono stretti la mano, hanno avuto un incontro bilaterale e davanti alle telecamere dei media russi il premier ungherese è parso piuttosto nervoso, incapace di rimanere fermo.

Orban ha assicurato a Putin che l’Ungheria non ha mai voluto opporsi a Mosca e anzi i due hanno rinsaldato i loro rapporti bilaterali, soprattutto in campo energetico. Il presidente russo ha usato questa “photo opportunity” per rivendicare il fatto che il suo Paese continua a “mantenere e sviluppare” relazioni con molti Paesi europei e ha negato l’isolamento internazionale.

Tra poco meno di un anno, il 1° luglio 2024, l’Ungheria assumerà la presidenza di turno dell’Unione europea. Avrà il compito di guidare tutte le riunioni del Consiglio nei primi mesi della legislatura, durante i quali verranno definite le cariche di vertice dell’Ue. Ma nel Parlamento europeo c’è chi torna a chiedere di rivedere il calendario. […]

Più nell’immediato, entro la fine di quest’anno, l’Unione europea dovrà decidere un doppio pacchetto di aiuti all’Ucraina. Uno relativo al sostegno militare e uno, legato al bilancio comunitario, di 50 miliardi per la ricostruzione del Paese devastato dalla guerra. Per il via libera serve l’unanimità, ma l’Ungheria continua a tenere in ostaggio il piano di aiuti.

A Bruxelles, inoltre, c’è il timore che anche la Slovacchia possa seguire la linea di Budapest dopo il successo elettorale dell’ex premier Robert Fico, anche lui filo-Putin. […]

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