“Facevano foto e selfie con l’autobus” Strage di Mestre, siamo oltre il degrado: le accuse di uno dei primi soccorritori non stupiscono

Estratto dell’articolo di Marta Gasparon per “il Messaggero”

Mentre i feriti, ai piedi del cavalcavia di Marghera, venivano via via soccorsi ed estratti dall’autobus precipitato dopo un tremendo volo di circa 15 metri, martedì sera c’erano anche tanti, forse troppi passanti che si sono fermati per immortalare la scena con il proprio smartphone. […]

INDIFFERENZA

Accanto alle storie del gambiano Boubacar Toure e dell’amico nigeriano Godstime Erheneden, che hanno estratto dalle lamiere una bambina, entrando nella carcassa del pullman, e a quella del kosovaro Bujar Bucaj, precipitatosi sul luogo della tragedia non appena resosi conto dell’accaduto, ci sono anche i profili di quanti non sono intervenuti nonostante le grida di aiuto. […]

Lo stesso Bucaj non ha nascosto lo sconcerto di fronte a quanti hanno raggiunto in fretta e furia la postazione migliore per inquadrature e riprese più dettagliate. Qualcuno estraendo anche obiettivi professionali. «Nessuno è venuto a darmi una mano», dice il 43enne Bucaj[…]

Nonostante le sue richieste d’aiuto, nessuno è intervenuto in quei primissimi istanti in cui il pullman doveva ancora essere avvolto dalle fiamme. «Continuavano a scattare foto e a girare video con il cellulare piuttosto che accorrere – riflette l’uomo . Mi chiedo come possano sentirsi ora, consapevoli che avrebbero potuto intervenire ma che in realtà non l’hanno fatto. E questo è per me un dolore grande: potevano fare di più e chissà, magari salvare qualche vita». […]

Riprendere tutto con lo smartphone: perché ora non si è più capaci di fermarsi nemmeno di fronte alla morte? Questo l’interrogativo di fondo dell’imprenditore veneziano Stefano Gavazzi – presente martedì proprio nel ristorante di Bujar Bucaj – […] che ha contattato per primo il 118, lanciando l’allarme.

LE FOTOGRAFIE

«Bujar gridava di andare a dargli una mano, ma tutti stavano fermi, con il cellulare in mano», riferisce Gavazzi. «Evidentemente è più importante riprendere e farsi un bel selfie sul luogo della tragedia, anziché salvare una vita. Piuttosto che fare qualcosa di realmente utile per gli altri. Meglio una fotografia macabra, invece che poter dire: “Ho fatto il possibile per salvare qualcuno”». […]

«Un’esposizione e vetrina dell’orrore, che non fa che ritorcersi contro a chi per primo la produce. Non mi sarei mai aspettato una situazione del genere ammette Gavazzi C’era la gara a chi aveva il cellulare più vicino al luogo dello schianto. Solo una persona, dal cavalcavia, ha lanciato un estintore. Per il resto tutti lì, immobili». […]

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3 comments
  1. specialmente nelle disgrazie il popolo non si smentisce di quello che è diventato dando il meglio di se, come sempre,
    disgustoso, ecco cosa è la società di oggi.

  2. L’egoismo e il voyerismo sono i veri pilastri della attuale società, che sono amplificati dall’uso massiccio dei cosidetti social (faccialibro, twitter, ecc….). Che le persone non abbiano un briciolo di coraggio e di altruismo si è visto con le restrizioni del green-pass, tutti ligi ad insultare chi ne era sprovvisto o a farlo sentire un misero accattone. Con una tragedia simile, rimanere li fermi senza provare ad aiutare è sinonimo di apatia, indifferenza e asocialità, alcuni di questi immobili spettatori si sono comprati un bel biglietto per il proprio inferno.

  3. Questo è l’atteggiamento infame dei classici servi/schiavi di cui il NWO necessita. Il comportamento tipico della tecno mandria digitalizzata multi dosata e lobotomizzata. Sono peggio dei vermi. Si meritano una guerra nucleare.

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