Napoli, è allarme vero per le continue scosse che si registrano nei Campi Flegrei: nel frattempo si scopre che praticamente non esistono veri piani di evacuazione

TREMA LA TERRA AI CAMPI FLEGREI “MAI COSÌ FORTE DA QUARANT’ANNI”

Estratto dell’articolo di Pasquale Raicaldo, Tiziana Cozzi per “la Repubblica”

Un boato, poi alle 3,35 la terra trema. Magnitudo 4,2, profondità 2,9 chilometri: è la più forte delle 80 scosse di uno sciame sismico cominciato lunedì, la più alta avvertita ai Campi Flegrei negli ultimi quarant’anni […] È un brutto risveglio per tutta Napoli, in particolare Bagnoli, quartiere un tempo operaio che ospitava la fabbrica Italsider. L’epicentro è in mare, ma il terremoto si avverte ovunque, da Posillipo al Vomero. In pochi minuti, le strade si popolano di auto. Un viavai in piena notte di chi, zaino in spalla, cerca riparo da una nuova scossa. […]

«Ho sentito il letto dondolare forte», racconta Alessia Lettera: è scappata col figlio di 6 anni mentre in strada a Bagnoli cadevano i calcinacci del suo palazzo. «Abitiamo in case che resistono al sisma da 40 anni. Fino a quando saranno sicure?». Il lungomare si riempie di gente che non vuole saperne di rientrare a casa. […] Alessio è preoccupato più della fuga che del terremoto: «Non abbiamo notizie dei piani di evacuazione, serve pianificare[…]

A Coroglio, cento case affacciate sul mare dell’ex Italsider, i vigili del fuoco sono arrivati alle 5 del mattino. «Seguo con attenzione l’evolversi della situazione», dice il sindaco Gaetano Manfredi. Il governatore Vincenzo De Luca, che ha chiesto alla premier Meloni lo sblocco dei fondi europei Fsc per gli interventi d’urgenza, ha fissato un summit oggi con il capo della Protezione civile regionale Italo Giulivo, per aggiornare le zone a rischio e organizzare i trasporti in caso di evacuazione. Qui dal 2005 si vivono gli effetti di una crisi bradisismica: il suolo si innalza di 15 millimetri al mese.

Da gennaio sono stati registrati 4.809 terremoti (già ampiamente superati i numeri degli ultimi anni), 637 solo a settembre: tra questi, 538 di magnitudo sotto uno ma anche la scossa di grado 3,9. «Le scosse aumentano sia in energia che in numero», conferma Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. […]

2 – EVACUAZIONE A OSTACOLI “I TEST SONO FERMI AL 2019 E MANCANO LE VIE DI FUGA”

Estratto dell’articolo di  Dario Del Porto per “la Repubblica”

Seduta su due vulcani, il Vesuvio che dorme e la caldera dei Campi Flegrei che trema, l’area metropolitana di Napoli conta quasi 1,2 milioni di persone nelle due “zone rosse” delimitate dai piani più aggiornati. Un territorio amplissimo, dove i modelli di protezione civile […] devono confrontarsi con vecchie e nuove criticità che lasciano più di qualche dubbio sulla loro concreta applicabilità.

Prove di evacuazione che non si ripetono da anni, sul Vesuvio addirittura dal 2006, nella caldera dal 2019, problemi strutturali su alcune delle arterie di comunicazione da usare in caso di fuga, l’abusivismo edilizio eternamente sullo sfondo, la mancanza di una mappa degli edifici concretamente esposti a rischio sismico, ma anche la mancanza di comunicazione con la popolazione e fra gli enti in grado di affrontare una situazione profondamente diversa rispetto al passato.

[…] Dopo la scossa del 22 settembre avvenuta alle 11, dunque in orario di lezione, i presidi chiedono «un tavolo di coordinamento volto a gestire lo sciame» di questi giorni […] I dirigenti scolastici lamentano la mancanza di un «coordinamento con la protezione civile e un canale di comunicazione dedicato» e chiedono un «protocollo d’intervento comune».

Dal 2012, la zona dei Campi Flegrei è stata elevata al livello di allerta “giallo”, cioè “attenzione”. La prossima settimana, la commissione Grandi rischi affronterà nuovamente il caso della caldera che ribolle. Il piano regionale di emergenza sul rischio vulcanico in quella zona è stato aggiornato con delibera regionale a marzo 2023.

La “zona rossa” comprende circa 500mila persone, residenti in 7 Comuni di cui 4 (Quarto, Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida) interamente interessati e tre (Napoli, Marano di Napoli e Giugliano in Campania) solo parzialmente, dove – in caso di allerta “arancione” – si metterebbe in moto la macchina dell’evacuazione: per svuotare ospedali e case di cura, trasferire i detenuti, mettere in sicurezza i beni culturali, mentre i residenti possono «allontanarsi spontaneamente». Tutt’altro scenario se, malauguratamente, l’allerta dovesse arrivare al livello “rosso”, cioè “allarme”. In quel caso i residenti nella zona rossa avrebbero 72 ore di tempo per lasciare le case e scatterebbe dunque l’evacuazione di massa. L’allontanamento spetta alla Regione.

Nella zona flegrea l’ultima esercitazione specifica risale al 2019. […]  Sul lungo stop ha influito anche il Covid, ma la situazione suggerisce di procedere quanto prima a una serie di test. La densità abitativa e la conformazione del territorio, […], rendono praticamente impossibile un’esercitazione di massa. Più facile procedere a campione. La Protezione civile nazionale conta di mettere in campo una nuova esercitazione entro fine anno. […]

I piani riguardano il rischio eruzione. Per i terremoti, che sono difficilmente prevedibili, dal 2003 una direttiva lascia anzitutto ai proprietari il compito di verificare la staticità e la sicurezza delle abitazioni e la loro compatibilità con la normativa. Ma in territori dove l’abusivismo è diffuso nessun monitoraggio sarà mai essere fedele fino in fondo.

Un discorso a parte riguarda poi il Vesuvio. Il vulcano dorme, e in questo momento il livello di allerta è fermo al gradino iniziale, “base”, perché non si registrano «variazioni significative dei parametri». L’area interessata è però molto ampia: parliamo di una popolazione di 670mila abitanti, spalmati su 25 Comuni solo nella “zona rossa”. Ma sono ben 63 quelli nella zona di rischio inferiore, “gialla”. Il piano di evacuazione ricalca quello dei Campi Flegrei e l’aggiornamento con delibera regionale è del 2017. L’ultima esercitazione, però, risale al 2006. Sono passati diciassette anni.

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