Morte di Matteo Messina Denaro, parroco napoletano nella bufera: aveva annunciato sui social una messa di suffragio per il boss

Il post della discordia adesso non c’è più, perché don Izzo ha dovuto fare retromarcia in tutta fretta. Sulla pagina Facebook della parrocchia campeggia un altro messaggio, sintetico e di circostanza: «Il parroco chiede scusa a tutti per quanto accaduto».

Un post surreale sulla pagina Facebook di una parrocchia del Napoletano. «Oggi 27.09.2023 ore 19 sarà celebrata la S. Messa per Matteo Messina Denaro»: comincia con questa asettica comunicazione la giornata di bufera che travolgerà don Tommaso Izzo, farà finire sotto i riflettori la chiesa Maria Ss Annunziata di Licignano e vedrà persino scoperti dei lavori edilizi realizzati in modo non conferme all’interno del luogo sacro.

Il post della discordia adesso non c’è più, perché don Izzo ha dovuto fare retromarcia in tutta fretta. Anche perché il sindaco Massimo Pelliccia, se il prete avesse proseguito con la sua decisione, avrebbe provveduto a bloccare la funzione con tanto di ordinanza. «Mai e poi mai avrei consentito che nella città da me amministrata si celebrasse una messa per un mafioso: un esecutore ed un mandante di crimini atroci ed omicidi», ha tuonato il primo cittadino. «La mia é una città dove la camorra si combatte con denunce ed atti concreti e dove il muro di omertà è stato abbattuto grazie al coraggio di imprenditori, famiglie e di quest’amministrazione che non ha mai abbassato la guardia», ha aggiunto Pelliccia.

Sulla pagina Facebook della parrocchia campeggia un altro messaggio, sintetico e di circostanza: «Il parroco chiede scusa a tutti per quanto accaduto». Parole scritte per cercare di arginare le invettive del mondo politico e pure la presa di distanza della Diocesi di Acerra. «L’aveva chiesta un fedele, l’aveva segnata un mio collaboratore, ma poi ho annullato. Non sono stato io a pubblicizzare la messa su Facebook ma un collaboratore. Chiunque può chiedere di pregare per qualche defunto. Se mi chiedono una messa io la segno e la celebro», ha provato a giustificarsi lui con l’Ansa quando i carboni delle polemiche erano ardenti. Il patatrac era fatto. Il deputato Francesco Emilio Borrelli ha annunciato una manifestazione di protesta che si terrà davanti alla chiesa di Casalnuovo venerdì 29 settembre alle 9,30, e non domani come precedentemente annunciato. Si indigna anche il presidente della commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo: è «un’iniziativa raccapricciante in contrasto con il processo di scomunica che la Chiesa ha avviato per i mafiosi e che merita la condanna incondizionata di tutti quelli che credono nello Stato. Questo è un monito a non abbassare mai la guardia su legalità e giustizia». Pure la Diocesi di Acerra è dovuta scendere in campo, quasi incredula rispetto ai fatti. «Il vescovo e la diocesi di Acerra prendono le distanze dall’incresciosa e autonoma iniziativa – si legge in una nota – Altresì prendono atto del ripensamento del parroco, ma resta la gravità dell’episodio in una diocesi, quella di Acerra, da sempre in prima linea con i suoi pastori nella lotta alla criminalità mafiosa. Un fatto che sprona ed esorta a serrare ancora di più le fila tra clero e laici nell’educazione alla giustizia, perché nessun cedimento, ieri come oggi, venga tollerato su questo fronte». Se saranno presi provvedimenti nei confronti di don Tommaso Izzo, si vedrà. Il sindaco ha annunciato di chiedere un intervento. La pagina Facebook della parrocchia è stata inondata di messaggi: quelli di timida difesa si contano con il contagocce, il resto sono tutte invettive contro il parroco. C’è chi chiede l’«esonero per il parroco»; chi osserva che «le scuse non servono» ma che per rimediare si dovrebbe celebrare una messa in memoria di «Giuseppe Di Matteo», il bimbo di 12 anni rapito, strangolato e sciolto nell’acido su ordine di alcuni boss mafiosi, tra i quali Matteo Messina Denaro. Altri invece bollano come una «balla» le parole di difesa di don Tommaso. Se ne parlerà ancora. Sicuramente si parlerà di quello che sta accadendo nella parrocchia, che diverse ore dopo il post della discordia ha ricevuto la visita dei vigili urbani. «Nell’ambito dei controlli sulla chiesa sono emerse una serie di difformità urbanistiche per lavori realizzati all’interno degli spazi – ha comunicato il sindaco Massimo Pelliccia – Alcune aree sono state preventivamente sottoposte a sequestro: seguiranno controlli ed accertamenti sulla vicenda». Amen.

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  1. Un lurido assassino, un laido criminale, come la massoneria, lo stato, i servizi, e le istituzioni, che lo hanno protetto in tutti questi anni.

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