Invasione clandestina, Meloni sbertucciata come merita su tutti i muri di Roma: comparsi manifesti di aperta contestazione verso l’ennesima promessa non mantenuta

Roma tappezzata di manifesti contro l’emergenza immigrazione. Meloni bersaglio dei giovani di destra
La protesta da parte dei giovani dell’associazione Magnitudo

di Edoardo Izzo per La Stampa

ROMA. L’emergenza immigrazione divide tutti. Persino chi, per anni, si è trovato dalla stessa parte della barricata. Dunque il presidente del Consiglio Giorgia Meloni diviene bersaglio di chi oggi la vede troppo morbida e appiattita all’Europa. Questa notte è scattata la protesta da parte dei giovani dell’associazione Magnitudo, un gruppo da sempre vicino alla destra sociale. Diversi manifesti di protesta contro la gestione dell’emergenza immigrazione da parte dell’Europa sono stati affissi nel centro di Roma. «Von der Leyen – Macron – Meloni, questa è la vostra ‘battaglia navale’. No al nuovo mercato degli schiavi», si legge sui manifesti con cui i componenti dell’associazione hanno tappezzato le vie del centro della Capitale.

«Nel solo 2023 si contano centinaia di migliaia di arrivi di immigrati nei centri d’accoglienza italiani, i quali non riescono ad assorbire un tale numero di esseri umani – spiegano fonti del movimento -, L’Unione Europea, che avrebbe dovuto – da anni – trovare una soluzione unitaria alla crisi migratoria, appare sempre più divisa con un presidente di commissione Europea, Von der Leyen, totalmente disinteressato all’emergenza umanitaria in corso fuori e dentro i nostri confini. Il presidente francese – Macron – così empio di parole vuote sulla necessità di un’Europa unita e sovrana, ha ben pensato di schierare l’esercito e la ‘gendarmerie’ al confine di Ventimiglia e sulle Alpi, anziché cogliere l’occasione per mostrare solidarietà ed avviare un vero processo di cambiamento nel sistema di spartizione degli extracomunitari”. In Italia, invece, le promesse da campagna elettorale di Giorgia Meloni sono state inesorabilmente disattese e smentite dai fatti», aggiungono ancora dal movimento.

«Le soluzioni per limitare l’emergenza esistono, ma richiedono grande coraggio ed una forte presa di coscienza europea», aggiungono spiegando poi quali secondo loro potrebbero essere le soluzioni al problema. «È necessario intervenire direttamente in Africa con un piano congiunto di tutti i paesi membri dell’UE, con grandi finanziamenti economici destinati oltre alla costruzione d’infrastrutture anche alla formazione in loco di studiosi e lavoratori. Attuare piani funzionali – in accordo con i Paesi di provenienza – per i rimpatri di chi non ha diritto d’asilo, e concretizzare dure politiche di contrasto agli scafisti – concludono -. Non solo, i centri di accoglienza italiani sono tutt’altro che preparati ad una simile situazione, l’Europa ha l’obbligo morale di finanziarne il restauro, l’ampliamento e la costruzione di nuove strutture; da luoghi di prigionia questi potrebbero diventare luoghi di formazione e studio per chi nel proprio Paese non ha avuto le opportunità necessarie. Appare inoltre naturale – ma non scontato – evidenziare la necessità di non interferire con la stabilità di queste terre, martoriate anche dalle nostre azioni».

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