Anche stavolta aveva ragione Luc Montagnier! Lo hanno denigrato anche da morto per aver detto che il virus era nato in laboratorio. Dopo quasi 4 anni il professor Giorgio Palù dice la stessa cosa

tratto dal blog di Maurizio Blondet

Spiega Palù: “Nel #gene che produce la proteina Spike (quella che il virus utilizza per agganciare la cellula da infettare) appare inserita una sequenza di 19 lettere appartenente a un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici, vegetali sinora sequenziati. La probabilità che si tratti di un evento casuale è pari a circa una su un trilione.

Una sequenza essenziale perché conferisce al virus la capacità di fondersi con le cellule umane e di determinare la malattia”

La sequenza di 19 lettere”. Ecco la prova che è stato fatto dall’uomo. La rivelazione di Palù

di Gabriele Angelini per IlParagone

Il professor Giorgio Palù, in un’intervista al Corriere della Sera del 7 marzo, e tornata a circolare in questi giorni, spiegava perché e come il Covid-19, prove alla mano, potrebbe davvero essere nato in laboratorio a Wuhan. “Lo spillover con salto di specie animale-uomo potrebbe essere stato compiuto per cause accidentali da un virus del pipistrello sperimentalmente adattato a crescere in vitro”. Secondo il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, “è suggestivo un dato, che andrà comunque confermato da ulteriori verifiche di altri ricercatori. Il ceppo prototipo di Wuhan, quello che ha cominciato a manifestarsi in Cina con forme gravi di polmonite, e tutte le varianti che ne sono derivate, anche quelle considerate non interessanti nella classificazione internazionale, presentano una caratteristica affatto peculiare…”. E proprio questa caratteristica rappresenterebbe “la prova regina”. Qual è?

Spiega Palù: “Nel gene che produce la proteina Spike (quella che il virus utilizza per agganciare la cellula da infettare) appare inserita una sequenza di 19 lettere appartenente a un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici, vegetali sinora sequenziati. La probabilità che si tratti di un evento casuale è pari a circa una su un trilione. Una sequenza essenziale perché conferisce al virus la capacità di fondersi con le cellule umane e di determinare la malattia. Si può ipotizzare una manipolazione effettuata per soli scopi di ricerca – spiega il virologo – non certo con intenzioni malevole”. E su questo si lascia un altro beneficio del dubbio…  [..]

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