Caso Grillo junior, uno dei compari del figlio del comico ci è ricascato! Ha molestato una ragazzina per fare il fenomeno, e si è beccato una seconda denuncia

Estratto dell’articolo di Giuseppe Filetto per genova.repubblica.it

«Ti prego, non mi denunciare, sono già nei casini per un’altra questione». L’altra questione è quella dello stupro di gruppo, quella che coinvolge anche il figlio di Beppe Grillo. Questa la supplica di Francesco Corsiglia alla ragazza che una notte dello scorso luglio ha chiamato i carabinieri per segnalare che il giovane le aveva sollevato il top sulla pista da ballo dell’Estoril.

Lei, una 19enne, nuotatrice, genovese (di cui per ovvie ragioni non viene rivelato il nome), di fronte a quella frase di supplica non ha desistito. Anzi, forse per lei è stato un assist, ha rincarato la dose. Al cospetto dei militari ha confermato le molestie e l’indomani ha presentato formale denuncia alla caserma di Forte San Giuliano.

Corsiglia dal giorno dopo risulta indagato di violenza sessuale, anche se il pm Federico Panichi gli contesta la lieve entità. Il giovane ha ricevuto la notifica dell’Acip (Avviso Conclusioni Indagini Preliminari), seppure il suo avvocato Gennaro Velle – lo difende nel processo a Tempio Pausania per lo stupro di gruppo verso una ragazza italo-norvegese, del quale sono anche imputati gli amici Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria – l’altro ieri ha assicurato di non avere ricevuto nulla, lamentando che “in un Paese civile non è normale sapere le cose dagli organi di informazione”.

Ieri, però, il procuratore capo Nicola Piacente ha chiarito che Corsiglia vive all’estero (in Spagna) e quindi la notifica, essendo un maggiorenne, non è stata fatta ai genitori, bensì ad un legale nominato d’ufficio. Quest’ultimo avrebbe dovuto informarlo.

In ogni modo, le molestie risalgono alla notte tra il 29 e il 30 luglio. Corsiglia, rientrato dalla Spagna a quanto risulta per passare un paio di giorni a Genova, quella sera era in discoteca. Qui ha conosciuto Alessia (nome di fantasia) che gli avrebbe confidato di avere un pearcing al seno.

A quel punto l’infelice sbruffonata di sollevarle il top. Come risposta Corsiglia ha ricevuto un sonoro ceffone, lui ha tentato una reazione, mentre gli amici di lei gli si sono scagliati contro. Ne è nato un parapiglia, subito però sedato dai buttafuori. Non è finita. La ragazza ha fatto intervenire i carabinieri, che secondo il verbale di denuncia inoltrato alla Procura l’avrebbero trovata in evidente stato di agitazione. L’indomani la denuncia formale.

Nessun palpeggiamento, come era trapelato in un primo momento da fonti investigative. Per la legge, comunque, è violenza sessuale, seppure la contestazione della Procura contempli la “modalità attenuata” (ex articolo 660 del codice penale equiparato alla molestia sessuale). Un’imputazione che, comunque, complica non di poco la posizione giudiziaria del giovane, oggi 23enne. Corsiglia, figlio di un noto cardiologo genovese, nell’estate del 2019 si trovava in Sardegna, in vacanza. Insieme a Ciro, Edoardo e Vittorio, tutti suoi coetanei.

Nella notte tra il 16 e il 17 luglio, nella villetta di Cala di Volpe, in uso alla famiglia del fondatore del M5S, prima avrebbero stuprato Silvia (pure questo nome inventato) appena maggiorenne, poi fatto violenza sessuale alla sua amica Roberta, studentessa milanese con lei in vacanza in Costa Smeralda. Tutto documentato da foto e video prodotti e conservati nei telefonini dei giovani.

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