“Difese immunitarie alterate”. Lo studio choc su bambini e ragazzi siringati: potrebbe alterare la risposta immunitaria ad altri agenti patogeni che causano malattie sia prevenibili con il vaccino sia non prevenibili

“Le risposte infiammatorie delle chitochine” sono diminuite, nei bambini, a seguito della vaccinazione contro il Covid. Questo il risultato choc di uno studio pubblicato su Frontiers in Immunology, rivista ufficiale dell’Unione internazionale di tutte le società scientifiche dell’immunologia (Iuis) che accetta e riporta soltanto le ricerche ritenute più rappresentative a livello mondiale. L’analisi, effettuata da infettivologi e pediatri australiani, è stata condivisa anche dalla Verità e sembra confermare i timori, già avanzati in passato da alcuni scienziati, circa gli effetti sulla popolazione più giovane della somministrazione dei farmaci anti-virus resi obbligatori da tanti governi occidentali durante la pandemia, compreso quello italiano.

Lo studio ha preso in considerazione 29 bambini in una fascia d’età compresa tra i 5 e gli 11 anni, analizzati prima e 28 giorni dopo la somministrazione del vaccino prodotto da Pfizer. Alcuni dei giovani pazienti sono stati successivamente esaminati a 6 mesi di distanza dalla puntura, con risultati che confermerebbero “una diminuzione della ristimolazione batterica, fungina e virale eterologa”.

Nei ragazzi presi in esame sembrano calate, per esempio, le risposte all’epatite B e a vari microrganismi che provocano infezioni, quali otiti, sinusiti e broncopolmoniti. “I nostri risultati – hanno scritto gli esperti – suggeriscono che la vaccinazione anti-Covid potrebbe alterare la risposta immunitaria ad altri agenti patogeni che causano malattie sia prevenibili con il vaccino sia non prevenibili”.

Christine Stabell Benn, professoressa globale di salute presso l’Università della Danimarca meridionale, ha chiesto “indagini urgenti” in merito. Proprio la Danimarca, non a caso, aveva smesso di raccomandare il vaccino l’anti-Covid per i bambini più piccoli, sulla base di perplessità già espresse in passato da altri esperti. “Prima di lanciare nuove campagne di somministrazione servono nuove verifiche” hanno concluso gli scienziati, sulla base di queste nuove evidenze.

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