Giorgia Meloni e l’insulto perfetto: solo Franco Cardini, da grande storico conservatore ma non allineato poteva dirglielo in faccia. E’ un burattino tanto quanto Zelensky

Tommaso Rodano per “il Fatto quotidiano” – Estratti

“Giorgia Meloni è una ragazza intelligente e spregiudicata. Ha pure studiato un po’. La carta con cui ha deciso di giocarsi il destino è chiara: è quella degli Stati Uniti”. Secondo lo storico Franco Cardini – che la destra postfascista la conosce bene, anche per militanza – alla premier “non frega niente” di quegli spazi politici che non presidia più: “Ormai ha scelto di stare al centro”.

(…) Meloni in plancia di comando ha una bussola che funziona: il rapporto con gli Stati Uniti e con la Nato. Una carta come questa, in mano, non le capiterà più. Assicurarsi le simpatie a destra non le conviene: vuole giocarsi una carta più alta.

Lei che la conosce bene, se l’aspettava la conversione a stelle e strisce?

È bravissima a recitare, per questo va d’accordo con Zelensky: sono ottimi attori. Meloni ha avuto un endorsement non da quel bollito di Biden, ma dal segretario di Stato, Antony Blinken, una figura chiave.

Avete visto come è cambiato l’atteggiamento verso Meloni in tv e in certi settori dell’opinione pubblica? Le hanno steso ponti d’oro e tappeti di velluto rosso, perché è molto gradita alla Casa Bianca. Biden ha giocato persino a fare da “nonno” alla figlioletta Ginevra.

Sempre più al centro, dove andrà a finire?

Meloni ha in mente convergenze parallele, come direbbe Aldo Moro. Lo dico con certezza, avendo parlato con tutti e due: con Renzi ci sono stati diversi colloqui e c’è molta simpatia reciproca.

Per Giorgia non sembra un affarone.

Ho letto Travaglio, secondo lui Meloni ci mette i voti e Renzi ci mette la sfiga… Non so, può anche darsi, ma lei ha scelto il discorso centrista anche per anticipare i suoi alleati, Tajani e Salvini, che speravano di occupare quello spazio. È un macrofenomeno della politica italiana, dai tempi di Cavour in poi: il potere si governa al centro.

Nemmeno l’insistenza sulla guerra può far male alla premier?

A lei, di Zelensky, sospetto non freghi nulla, ma il Paese è spaccato in due. Non nel senso delle linee di frattura politiche, destra-sinistra, ma nel senso che c’è un paese “legale”, formato dal blocco della gente “che conta”, dei poteri forti, della classe politica e dei media, che è filo Zelensky e filo Usa quasi al 100 per cento. E poi c’è il paese “reale”, della gente comune, libera di dire che questa guerra è una porcata.

Meloni ha nominato il fedelissimo Fazzolari alla comunicazione e la sorella Arianna in segreteria. Come lo interpreta?

La politica di stampo familiare è un po’ pericolosa. Escludo che lo faccia per spirito nepotistico, non è un Papa del Rinascimento: si vede che si fida poco degli altri. Non mi paiono scelte felici, ma una prova di debolezza. Il familismo è sempre pericoloso, anche se è in Italia è molto comune.

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