Putin sta per prendersi mezza Ucraina: Alessandro orsini spiega lucidamente cosa sta accadendo in questi giorni smentendo totalmente la grancassa mainstream al servizio del Pentagono

NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini per Il Fatto quotidiano
In guerra la Nato si allarga e l’Ucraina diventa più piccola, erosa dalla Russia
La missione di pace del Papa in Ucraina mi induce al pessimismo come il meeting saudita a Gedda.
L’odio dell’Unione europea per la diplomazia, possibile all’inizio della guerra, sarà pagato a caro prezzo. Bruxelles ha criminalizzato i pacifisti. Con quali conseguenze? I russi, anziché ritirarsi, sono scivolati nelle carni d’Ucraina, come questa rubrica aveva previsto urlando nel deserto.
L’Ucraina si ritrova con la Russia nell’apparato gastrico senza orifizi abbastanza grandi per la fuoriuscita dei “denti di drago” dell’ospite ingombrante. Una tigre nell’apparato gastrico può uscire soltanto con un intervento chirurgico che apra tutto il corpo causando il decesso del paziente.
Nel marzo 2022, l’arresto della guerra avrebbe comportato notevoli vantaggi a Putin e a Zelensky.
Putin non avrebbe ricevuto così tanti danni e Zelensky non avrebbe perso così tanti territori. Ma la guerra si è aggravata e i territori ucraini non bastano più alla Russia per garantire la propria sicurezza, tanto più che la Finlandia è entrata nella Nato. Questo sbilanciamento in favore della Casa Bianca ai confini della Russia sarà compensato dai russi strappando carni all’Ucraina. Essendo un gioco a somma zero, più porzioni dell’Europa dell’Est la Nato prenderà, più porzioni dell’Ucraina la Russia strapperà. Nessuno ci ha pensato? Cinismo americano, inanità europea. All’inizio della guerra, Luhansk e Donetsk bastavano alla Russia.
Poi la Nato ha iper-investito nella guerra e a Putin sono serviti anche Zaporizia e Kherson giacché la Nato nel Mar d’Azov e nel Mar Nero equivale a una tigre nel cervello che non consente distrazioni.
Siccome la guerra continua e si aggrava, ecco la mia nuova previsione. Se le condizioni lo consentiranno, Putin annetterà anche Sumy e Kharkiv da cui partono le incursioni contro la città russa di Belgorod.
Maggiore sarà la durata della guerra, maggiori saranno i territori di cui i russi avranno bisogno per bilanciare l’espansione della Nato.
E non è finita: chiunque pensi che Putin non abbia programmato pure l’annessione di Mykolaiv e Odessa è un ottimo candidato per concludere quel “sequel” di Alice nel paese delle meraviglie in fascicoli settimanali dal 24 febbraio 2022 su Corriere della Sera, Repubblica e Stampa.
Questa rubrica si è affidata a Machiavelli, Mosca, Pareto e Michels per rimanere con i piedi per terra.
Le loro teorie hanno trovato nuove conferme in Ucraina.
Chi si distacca dalla realtà finisce con i piedi all’aria, come l’Ucraina di Zelensky. Il 5 agosto i russi hanno bombardato Sumy 15 volte per un totale di 119 esplosioni in 24 ore. Perché la Russia bombarda copiosamente Mykolaiv, Odessa, Sumy e Kharkiv? Secondo gli autori del sequel, la Russia opera in questo modo perché è “umiliata”.
Altro che umiliata: è affamata come una tigre nella pancia. Stoltenberg continua a giurare a Putin che l’Ucraina entrerà nella Nato a guerra finita. Una prospettiva così tragica per la Russia incoraggia Putin a finire la guerra o a proseguirla?
Renderò più semplice il mio pensiero con un dialogo immaginario tra i due. Stoltenberg dice a Putin: “Ferma la guerra e in cambio ti daremo l’Ucraina nella Nato”. La risposta di Putin?
Lascio che siano i lettori di questa rubrica a immaginarla. Ora è presto per capire. Nasceranno nuove generazioni di ucraini che capiranno ciò che il blocco occidentale ha fatto al loro Paese, anzi, ciò che ha fatto con il loro Paese. Più grande sarà la Nato, più piccola sarà l’Ucraina.

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