Giorgia Meloni alla faccia della meritocrazia umilia anche i suoi dirigenti: ha fatto nominare la sorella Arianna nel Cda della Fondazione An, la vera cassaforte della destra italiana

È la cassaforte di Fratelli d’Italia e contiene un “tesoretto” da oltre 56 milioni, formato da immobili del valore di 27 milioni di euro e circa 30 milioni di euro in Fondi di deposito bancari. Si tratta della Fondazione Alleanza Nazionale, costituita il 18 novembre 2011 con apposito rogito notarile. Ha i suoi uffici e l’archivio in via della Scrofa 39, stesso luogo della sede nazionale di Fratelli d’Italia, e nel suo organigramma (come componente del cda) c’è anche la sorella della presidente del Consiglio, Arianna Meloni, attuale responsabile del tesseramento del “partito dei patrioti”. Nel cda della Fondazione An non compaiono solo i nomi di big FdI (da Ignazio La Russa a Roberto Menia e Fabio Rampelli, solo per citare i parlamentari di lungo corso, ma anche Italo Bocchino attuale direttore del Secolo d’Italia) ma anche di altri partiti di centrodestra come l’azzurro Maurizio Gasparri. Come sottolineava ieri l’agenzia AdnKronos, “c’è un legame strettamente politico e non propriamente giuridico con FdI, ma di fatto il partito della premier può usufruire del suo vasto portafoglio case”. Oltre al “tesoretto” dell’ex Msi, la Fondazione An custodisce anche lo storico simbolo della Fiamma tricolore.

Secondo l’ultimo bilancio chiuso il 31 dicembre 2022, la Fondazione presenta un “disavanzo di esercizio” pari a 1 milione 339mila 629 euro ma non c’è un allarme conti. “E’ un disavanzo strutturale”, garantisce all’Adnkronos il deputato Antonio Giordano, vicepresidente vicario della Fondazione, che spiega le “uscite di cassa”: “Facciamo molta attività istituzionale per promuovere la cultura della destra italiana, attraverso varie iniziative ed eventi sul territorio, e lavoriamo tanto per la diffusione del Secolo d’Italia, che resta uno dei nostri principali costi, giornale on line diventato nel tempo una delle testate di riferimento per l’intera area valoriale“.

Il principale asset, dunque, è rappresentato dagli immobili: appartamenti e palazzi, sedi di sezioni (la maggior parte periferiche) ma anche garage e scantinati (circa una settantina in tutto) disseminati sull’intero territorio nazionale, compresa la sede storica di via della Scrofa, provenienti da contributi e risparmi dei militanti del vecchio Movimento sociale italiano. La Fondazione, presieduta da Giuseppe Valentino, può contare anche su una liquidità di oltre un milione di euro. Nel verbale dell’assemblea dei soci che accompagna l’ultimo rendiconto della Italimmobili srl, la società che fa capo alla Fondazione An (un capitale sociale di 1 milione 530mila euro e un patrimonio netto di 1 milione 341mila 865 euro al 31 dicembre scorso), si fa riferimento a una delle ultime operazioni di rilievo: l’acquisto di un negozio situato in vicolo della Vaccarella 12 autorizzato dalla Fondazione ed effettuato, tramite la srl, grazie a un finanziamento della Fondazione stessa.

Ai 27 milioni di euro di immobili vanno aggiunti i circa 30 milioni di euro in titoli immobilizzati, ovvero Fondi di deposito presso istituti di credito (da Unicredit a Intesa San Paolo), che investono prevalentemente in titoli di stato. Per l’esattezza si tratta di 29 milioni 548mila 102 euro, previsti nella voce “Altri titoli” del rendiconto finanziario. “Abbiamo preferito fare degli investimenti a lungo termine, è stata una scelta di estrema prudenza e trasparenza”, dice Giordano che precisa: “Nessuna scelta arbitraria, nessuna banca amica, semplicemente le banche top italiane e la migliore in Europa”.

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