La notizia confermata dall’evidenza dei fatti: il capo dei servizi segreti ucraini, colpito dai missili lanciati da Mosca. E’ il responsabile di nove anni di macelleria in Donbass

Estratto dell’articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”

Di sicuro, c’è solo che non lo si vede più. E che s’ostina a non comparire, adesso che tutti si chiedono se sia ancora vivo. Che fine ha fatto Kyrylo Budanov? A leggere i social russi, il numero uno dei servizi segreti ucraini è in fin di vita.

Ad ascoltare i vertici di Kiev, che in tre settimane ne hanno già smentito quattro volte la morte, sta bene. A dar retta a una fonte diplomatica a Kiev, le chiacchiere stanno a zero: il capo degli 007 sarebbe stato visto in un incontro ufficioso degli ambasciatori europei col ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

[…]  Di sicuro, c’è un’altra certezza: che il giallo sulla sorte di Budanov sta diventando l’ennesimo caso d’informata disinformazione. Capace di trasformare il verosimile in facsimile e il falso in qualcosa che somiglia al vero.

I fatti. Il 29 maggio scorso, c’è un pesante attacco missilistico russo nella capitale. Viene colpito il quartier generale dei servizi militari Gur a Rybalsky, una zona che tutti chiamano «l’isola». Il traffico rimane bloccato a lungo e anche un deputato ucraino, Ilya Kiva, conferma che qualcosa di grave è accaduto.

Proprio quel giorno, nelle stesse ore dell’attacco, Budanov appare in un video: un messaggio generico, per dire solo che «un altro tentativo russo di compiere azioni terroristiche è fallito». In realtà, spiegherà qualche giorno dopo un’agenzia moscovita ultra-putiniana come Ria Novosti , «un missile ha colpito un ufficio di fianco al suo» e Budanov ha subìto un gravissimo trauma cranico.

L’ufficiale è in coma profondo, sostengono i russi, ed è stato trasferito con un elicottero in Polonia, alla base militare di Rzeszow. Di qui il ricovero urgente in una clinica di Berlino, a bordo d’un C-21A messo a disposizione dall’aeronautica militare Usa.

La notizia di Budanov in fin di vita galleggia per qualche giorno. Kiev la smentisce e nessuno sembra prenderla troppo sul serio. Anche perché il governo ucraino pubblica un altro breve e strano video del capo dei servizi ucraini, ripreso in silenzio e immobile

[…] I russi però insistono: come rilanciare la storia? La fonte viene «rinforzata» con una citazione più autorevole e in rete comincia a circolare la conferma d’un settimanale tedesco, Stern, che avrebbe trovato più dettagli.

Spunta il nome dell’ospedale dove Budanov sarebbe ricoverato in gran segreto e sotto falso nome — il Bundeswehr di Berlino, in Scharnhorstrasse 13 —, con tanto di «bocche cucite delle autorità sanitarie» e «altissimi protocolli di sicurezza». Credibile? Un po’ di più: tanto che la storia viene ripresa da altri media. Peccato che tocchi a Stern precisare di non avere mai pubblicato niente del genere: quello che circola, è un falso articolo.

[…] Oggi, il silenzio di Kiev sul caso Budanov è comprensibile: da nove anni, il generale è lo stratega della guerra in Donbass, l’ideatore in Crimea del camion-bomba sul ponte di Kerch, l’organizzatore dei sabotaggi di questi mesi in territorio russo. Il Cremlino lo considera «il terrorista ucraino più pericoloso dopo Zelensky» e gl’imputa anche l’uccisione di Darya Dugina, la figlia dell’«ideologo» del putinismo.

Ispirato dalle spedizioni punitive del Mossad israeliano, Budanov teorizza la necessità d’«uccidere russi in tutto il mondo»: perdere uno così, per gli ucraini sarebbe un colpo durissimo.

[…] sabato sera, Volodymyr Zelensky ha postato le immagini del Consiglio di guerra nel suo bunker segreto. Vi si vedono i generali Syrsky, Tarnavsky, Shaptala e Zaluzhny (pure lui, era stato dato per morto dai russi), più altri ufficiali «coperti». La didascalia è sibillina: «Non dirò ancora i nomi di questi uomini», scrive. «Tutto a suo tempo. L’avanzata è la cosa più importante. Ciascuno dei nostri soldati, ciascuno dei nostri nuovi passi è la cosa più importante. E c’era Budanov…». C’era Budanov, ma non s’è visto. Perché?

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