“Io come Fazio, la destra vuole degli scalpi simbolici”: Roberto Saviano lo ha detto allo spazio La Stampa al Salone del libro, dove è stato intervistato da Massimo Giannini. In particolare, ha accusato il governo di aver utilizzato una “strategia sopraffina” col conduttore di Che tempo che fa: “Hanno atteso per rinnovargli il contratto, lo hanno logorato, gli hanno fatto capire che non era gradito e alla fine lui se n’è andato. Anche se non ha fatto polemica, è stata un’epurazione”.
Lo scrittore, poi, ha detto che a parer suo la Meloni sarebbe peggio di Berlusconi, “perché l’opposizione ora è più debole. Berlusconi attaccava un Santoro fortissimo, una Rai 3 ancora di sinistra e giornali più ricchi di oggi. Purtroppo anche la lottizzazione è peggiorata: una volta era verticale mentre oggi è orizzontale, cioè con un direttore dell’informazione controlli tutti i programmi bypassando le singole reti. Ecco perché la situazione attuale mi fa più paura e la mia resistenza passa soprattutto da Instagram, dove spesso mi unisco ad altri, come Michela Murgia, per contrastare certa propaganda sull’invasione dei migranti o sulla famiglia tradizionale”.
Secondo lui in Italia ci sarebbe un rischio democratico: “Ti cancellano la trasmissione, ti portano a processo, fanno capire agli imprenditori che se comprano inserzioni su quel giornale o quel festival il ministro non è contento”. E ancora: “Il Paese si sta trasformando lentamente nell’Ungheria di Orbán“. Infine ha detto: “So che ancora non ce ne si accorge, ma intuisco di essere nel mirino e costituire uno scalpo da portare ai loro elettori”.
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