Brigatisti al sicuro in Francia coccolati da Macron, ecco l’ex terrorista che sfregia le famiglie delle vittime: “Quanto mi fa godere la Cassazione francese”

“Hanno diritto a un processo equo”: a quanto pare per i francesi la giustizia italiana non è in grado di giudicare gli ex terroristi coinvolti nell’operazione “Ombre rosse“ per i quali il nostro Paese aveva chiesto l’estradizione. E se in Italia i familiari delle vittime parlano di decisione “ridicola e falsa” a Parigi c’è chi festeggia. “Quanto mi fa godere la Cassazione francese…”, ha scritto su Facebook Enrico Galmozzi, condannato per gli omicidi dell’avvocato Enrico Pedenovi e del poliziotto Giuseppe Ciotta. E non è difficile immaginare bicchieri di champagne che sbocciano nella loro casa francese anche gli altri ex terroristi rossi “salvati” tra i quali Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio di Luigi Calabresi, Marina Petrella e Roberta Cappelli. Dopo l’arresto nel 2021, tutti erano stati rimessi in libertà, perchè la Corte d’appello di Parigi si era pronunciata per il no alla richiesta di estradizione. La decisione, che risale al giugno 2022, è stata impugnata davanti alla Cassazione, che oggi ha confermato la sentenza d’appello.

Quanto a Galmozzi, fa notare Maurizio Crippa sul Foglio, fu tra i fondatori di Prima linea, uccise due innocenti e divenne personaggio pubblico dicendo “cose di ributtante cinismo e nessuna intelligenza”, tipo “la storia è finita. È andata così, ognuno piange i suoi”. Chi dovesse piangere, essendo tra quelli che avevano deciso di uccidere, non so, puntualizza il vicedirettore del Foglio, ma Galmozzi non rinnegò nulla eanzi  disse “in quel tempo si sparava”. Altra menzogna rileva Crippa: c’era chi non sparò, e morì. Ora ha festeggiato la mancata estradizione dei dieci che forse davvero si sono guadagnati il diritto di essere “ex” terroristi scrivendo: “Quanto mi fa godere la Cassazione francese”. Il diritto di essere “ex”, evidentemente, costui non l’ha guadagnato: è ancora e soltanto l’assassino che era.

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