di Corrado Ocone per il blog di Nicola Porro
La notizia è di quelle “bomba”, anche se difficilmente ad essa sarà dato risalto sui giornaloni italiani, tutti più o meno progressisti ma anche tutti impegnati in questi giorni a dare una immagine edulcorata e comprensiva di un pontefice, Benedetto XVI, che è stato da loro osteggiato e vilipeso oltre ogni misura quando era in vita. In verità, già che un presidente degli Stati Uniti non fosse presente ai funerali di un pontefice era una notizia abbastanza clamorosa. A mia memoria non era mai accaduto prima, nonostante che, al contrario di Biden, i presidenti precedenti non fossero cattolici.
Il fatto è che, se non altro, l’elettorato cattolico non è irrilevante in America e fa gola da sempre ai politici d’oltre Atlantico. Ma ancor veramente clamoroso risulta il motivo dell’assenza di Biden, che si è evinto da una sua risposta ai giornalisti che gliene chiedevano ragione. Imbarazzatissimo, il presidente ha parlato dei problemi logistici e di sicurezza che un suo spostamento avrebbe creato. Ma la Casa Bianca ha dovuto ammettere, per bocca di una sua portavoce, che il presidente non sarebbe stato presente alle esequie perché il papa defunto e il Vaticano avevano espresso la precisa volontà che, in rappresentanza degli Stati Uniti, ci fosse solamente l’ambasciatrice presso la Santa Sede, Joe Donnell.
Il niet di Ratzinger, se confermato, non potrebbe che essere imputato al suo dissenso verso un Presidente che, pur essendo cattolico, si è detto favorevole all’aborto, oltre ad avere sposato senza tentennamenti le posizioni progressiste e radicali, sostanzialmente anticattoliche, dei democratici americani di questi anni. Che Benedetto XVI colpisca anche ora che non c’è più è un paradosso, ma anche un motivo di soddisfazione per chi ritiene che la sua opera per riportare la Chiesa ai suoi valori originari, quelli che l’hanno tenuta in vita per due millenni, sia stata sacrosanta e vada ripreso.
Da questo punto di vista, le notizie che arrivano dal mondo cattolico americano dicono che la compatta e folta schiera dei vescovi e dei cattolici contrari alle politiche di papa Francesco si ritiene sciolta dai vincoli che la presenza del papa emerito di fatto imponeva. Ed è pronta a combattere una battaglia, forse “finale”, per spostare il baricentro della Chiesa Cattolica su posizioni più confacenti e concordanti con la sua lunga storia: non una agenzia di “pronto soccorso etico”, o addirittura una sorta di Ong, ma una istituzione che richiami con la sua presenza le grandi questioni di senso che sono legate alla vita umana.
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