Truffa diamanti dei vip, l’amarezza di Vasco Rossi: “Investimenti per due milioni e mezzo di euro, poi la scoperta dell’inganno”
Un investimento di due milioni e mezzo di euro in diamanti che all’improvviso non ne vale che 360mila. Vittima della truffa è il rocker Vasco Rossi. Secondo quanto riporta Repubblica, l’autore di Alba chiara nel 2019 ha depositato un esposto in procura denunciato di essere stato raggirato. La truffa risalirebbe al 2009, quando Vasco ha versato un milione di euro per l’acquisto di 54 diamanti. La proposta era pervenuta a lui e alla persona che si occupa dei suoi investimenti dalla filiale di Zocca, il paese natale della rockstar, dalla banca Popolare di San Geminiano e San Prospero. I funzionari della banca avrebbero prospettato al cantante “ottime opportunità di guadagni” per un investimento in diamanti tramite la Intermarket Diamond Business Spa, si legge nell’esposto. L’entusiasmo attorno all’operazione però è alto fin da subito. Tanto che Vasco Rossi già nel 2010 si è convinto di acquistare altri 27 diamanti per un valore di 500mila euro e di nuovo a fine 2010 altri 47 diamanti per circa un altro milione di euro. Un investimento che in totale arriva a due milioni e mezzo di euro. Nell’ottobre 2016 il valore era addirittura salito a quasi 3 milioni e 300 mila euro.
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Poi all’improvviso il ritorno alla realtà. Nel 2019 viene scoperta la truffa dei diamanti con centinaia di persone coinvolte tra cui molti vip. Vasco Rossi chiede allora una valutazione e scopre di non aver guadagnato alcunché, anzi di aver perso oltre due milioni di euro. “Ci si sente al sicuro a casa e al sicuro tra persone che si rispettano e aiutano”, ha dichiaro il cantante nell’esposto riferendosi ai funzionari della banca di Zocca che l’hanno coinvolto nell’ “affare”. Investimenti milionari che però costano la vita all’amministratore delegato della Idb, Claudio Giacobazzi, trovato morto nel 2018 in una camera d’albergo di Reggio Emilia. Gli inquirenti vengono così a capo di alcuni probabili fatti accaduti in maniera identica rispetto all’abboccamento di Rossi. Secondo l’atto d’accusa della Finanza che ha indagato sui fatti, l’azienda Idb avrebbe elargito regali “ai funzionari di banca coinvolti” che a loro volta avrebbero “nonostante il rigore imposto dalle circolari interne” forzato “delle vendite nei confronti di alcuni clienti, i quali sono stati indotti ad investimenti di una parte consistente del loro patrimonio”.