Invitava i genitori a far siringare i figli senza avere dubbi: morto dopo tre settimane di sofferenze il bravo e obbediente medico ‘pilastro’ della finta medicina catanzarese

La comunità di Simeri Crichi resta attonita e incredula dinanzi una notizia che porta tanto dolore quanta tristezza. Si è spento ieri sera, all’età di 68 anni, il dottore Adolfo Ettore Larosa.

Vero e proprio pilastro della medicina nel comune della provincia catanzarese, tra i più brillanti esperti le cui doti erano note ed apprezzate in ogni dove.

Chiunque fosse originario di Simeri Crichi, chiunque abiti o abbia abitato questo paese, non può non aver conosciuto la grandezza e le qualità di quest’uomo. Uomo di scienza, di medicina, professionista al servizio dei propri pazienti e non solo. Il giuramento pronunciato agli inizi della sua carriera, infatti, lo portava a riversare il suo sapere e la sua conoscenza verso chiunque ne avesse bisogno, facendo di lui, una persona disponibile ed attenta in ogni momento, pronto a fornire il suo supporto quando necessario.

Da circa tre settimane era ricoverato presso una clinica di Genova dove aveva affrontato un delicato intervento a causa di un male che gli era stato diagnosticato da qualche tempo. Alcune complicazioni sorte post operazione lo hanno strappato via all’affetto dei suoi cari, di quanti lo hanno amato, della sua famiglia che lo ha accompagnato amorevolmente in questo difficile percorso.

Il dottore Larosa è stata un’autentica istituzione per il campo medico di Simeri Crichi. I più adulti ne ricordano la dedizione e l’impegno profuso sin dai primi anni nel ruolo di medico curante. Le sue incredibili intuizioni e deduzioni raggiunte anche con una semplice visita, frutto di anni di esperienza e di studi approfonditi. La sua grande fiducia nella medicina e nella scienza, sul progresso che poteva solamente giovare all’uomo. Negli ultimi tempi, ricordiamo in particolare il suo monito verso la vaccinazione, la rabbia verso chi rifiutava questa soluzione per combattere la pandemia.

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Ha amato i suoi pazienti fino all’ultimo, tanto da proseguire il suo servizio anche quando l’età pensionistica era ormai raggiunta e le forze iniziavano a venire meno. Lo guidava la passione e l’amore verso questo lavoro.

Oggi, l’intera comunità si stringe in un abbraccio unanime alla sua famiglia, alla mamma, alla moglie, ai suoi quattro figli di cui tanto andava orgoglioso. Una perdita immane che lascia un vuoto riempito solamente dal ricordo di un grande medico.

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