Letta, dopo Calenda un’altra sfanculata eccellente! Pizzarotti ed il suo gruppo di storici dissidenti trovano casa e candidature (udite udite) con Matteo Renzi. Siamo oltre il circo dei pagliacci

Si parla di alleanze a In Onda su La7. Ospite della puntata di lunedì 8 agosto Federico Pizzarotti. L’ex sindaco di Parma ed esponente di Italia in Comune rivela a Luca Telese un retroscena: “La nostra proposta l’abbiamo fatta vedere a Enrico Letta, dopo di che è subentrata la necessità di andare con Luigi Di Maio, però le nostre storie sono incompatibili”.

E al conduttore che gli ricorda che il centrosinistra è più disunito che mai, Pizzarotti replica: “Secondo me deve esserci di fondo una coerenza. Di Maio ha sicuramente fatto un percorso di evoluzione, però è quello del ‘fanno l’elettroshock ai bambini di Bibbiano, è quello dell’impeachment a Mattarella e dell”aboliamo la povertà’ urlato dal balcone”. Insomma, per Pizzarotti non deve esistere una coalizione con il ministro degli Esteri.

Poi l’ex primo cittadino si sofferma sulla distanza dal Movimento 5 Stelle per quanto riguarda il controverso termovalorizzatore di Roma: “Non avere un impianto nella Capitale che ha 4 milioni di abitanti è assurdo. Sia i grillini che il Pd negli anni si sono arroccati per non dare torto a nessuno, ma basta vedere le strade per capire che un termovalorizzatore serve ed eccome”.

“Dopo molti giorni di balletti indecorosi, con la Lista Civica Nazionale abbiamo deciso di stare con chi a queste danze non ha partecipato. Saremo con Matteo Renzi e con chi crede nel nostro progetto civico e riformista“.

Così l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti ufficializza – dopo quanto anticipato nelle ultime ore – l’accordo elettorale con Renzi in vista del voto del 25 settembre.

Stop definitivo quindi all’alleanza con il centrosinistra a guida Pd. A sancire la rottura coi dem ha contribuito la presenza a fianco della Lista Civica Nazionale di Luigi Di Maio, un altro ex grillino da tempo in rotta con Pizzarotti.

Scontata la candidatura di Pizzarotti, resta da capire se nell’uninominale o nel proporzionale a Parma o in  un altro collegio.

Dell’alleanza per un possibile terzo polo potrebbe ora fare parte anche Azione di Carlo Calenda che a sua volta ha strappato con il Pd. “Credo che la lista unica e un unico simbolo con la Lista civica nazionale, Italia Viva e Azione sia la soluzione migliore ma nelle prossime ore capiremo il tipo di alleanze”, osserva oggi Pizzarotti – chei punta al 10%: “Credo che avendo, da una parte, una destra-destra-centro e, dall’altra, un sinistra dove la parte moderata è residuale, rappresentata dai soli Di Maio e Tabacci, la doppia cifra per un Terzo polo che non si riconosce nei due schieramenti sia raggiungibile”.

Nello stravolgimento politico in atto, l’ex sindaco di Parma potrebbe dunque affiancare il partito che a Parma due mesi fa ha sostenuto alle Comunali un candidato, Dario Costi, in competizione con l’attuale primo cittadino Michele Guerra appoggiato da Pizzarotti.

L’alleanza con Renzi segna quindi anche la fine anticipata dello schieramento che ha visto il centrosinistra vittorioso alle ultime elezioni parmigiane grazie appunto al patto tra Pd e l’ex primo cittadino di Parma, sostenuto dal presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

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Sondaggio Mentana, la sinistra di Letta affonda: segnali disastrosi. Il centrodestra ride, Paragone sopra la soglia minima per produrre seggi ed eletti

l consueto sondaggio del lunedì di Enrico Mentana oggi, 8 agosto, non arriva nel Tg La7 ma durante “La corsa al voto” condotto da Claudio Celata. La rilevazione Swg sull’orientamento di voto degli italiani attraversa una settimana bollente, quella che ha visto lo strappo di Carlo Calenda con la coalizione del Pd. Partendo dalla testa della classifica, c’è da sottolineare come i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni siano in calo dello 0,4 per cento rispetto a sette giorni fa ma restano il primo partito con il 23,8 per cento.

E il Pd? Nei giorni più duri di Enrico Letta il Partito democratico perde quattro decimali e si attesta 23,3 per cento. Fa un balzo la Lega di Matteo Salvini, che ha rilanciato il tema fiscale con la flati tax. Il Carroccio è dato ora al 12,5 per cento in virtù di un mezzo punto guadagnato rispetto alla scorsa settimana.

Le fibrillazioni a sinistra fanno bene al Movimento 5 Stelle d Giuseppe Conte che cresce dello 0,4 per cento e va al 10,4. Bene anche Forza Italia che torna a’8 per cento grazie a un mezzo punto guadagnato. Azione di Carlo Calenda ancora valutato insieme a +Europa vale il 6,5 per cento e perde lo 0,3. In chiave centrosinistra, i primi segnali non sono confortanti. Verdi e Sinistra Italiana cedono lo 0,4 per cento e calano al 3,7. Piccoli balzi per Italexit di Gianluigi Paragone (3,2) e Italia Viva (2,9) mentre l’Impegno civico di Luigi Di Maio langue all’1,4 per cento in virtù di un calo di tre decimali.

Nel gradimento ai leader vola Giorgia meloni (32 per cento) che stacca Giuseppe Conte (25), e Letta e Salvini (23). Calenda è apprezzato dal 20 per cento. Per Mentana, che è intervenuto in collegamento, si tratta di “una buona base di consenso”.

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