Al Quirinale sono preoccupati. Secondo le rivelazioni che emergono da un retroscena del Corriere della Sera, a quanto pare dalle parti del Colle non si respira un’aria tranquilla. A quanto pare si starebbe materializzando lo scenario peggiore: i grilli stanno per esplodere e la presidenza della Repubblica teme che la situazione possa sfuggire di mano. A quanto pare i 5 giorni di silenzio di Mattarella non sono serviti ad appianare le divisioni interne nel Movimento per far ritrovare quell’unità che di fatto serve per affrontare l’ultimo scorcio di legislatura all’interno della maggioranza.
Secondo gli osservatori che tengono d’occhio il Colle, l’ottimismo iniziale per le mosse grilline avrebbe lasciato spazio a un pessimismo cronico dettato dagli ultimi scontri nella varie assemblee che i 5 Stelle seminano per tutta Roma. E a quanto pare la mossa del Pd di smarcarsi da Conte additandolo come inaffidabile per un’alleanza nel “campo largo” avrebbe ulteriormente acceso la preoccupazione del Quirinale. Al Colle parlano di un Mattarella “sconcertato” per i nuovi posizionamenti dei partiti. Dunque toccherà a Draghi, come ricorda sempre il Corriere, sbrogliare la matassa in Parlamento.
E così ci si prepara anche per lo scenario delle urne con un precedente da tenere d’occhio. Nel gennaio 1994 Scalfaro sciolse le Camere e chiuse la legislatura dopo appena due anni senza neppur fare le consultazioni con i partiti. Al governo c’era Ciampi alla guida di un esecutivo tecnico di larghe intese. A premere per il voto anticipato erano le sinistre sicure di vincere col vento in poppa di tangentopoli. Scalfaro chiuse la partita. E alle urne vinse Berlusconi…
Guido Crosetto, sospetto su Draghi e Quirinale: “Avete notato che…?”
Prima le minacce poi i dietrofront. Con Mario Draghi che ha già presentato le dimissioni, le forze politiche tornano sui propri passi. Gli stessi esponenti del Movimento 5 Stelle, dopo aver disertato il voto sul dl Aiuti e aver messo all’angolo il premier, ora se ne escono così: “Adesso la decisione non spetta a noi ma spetta al premier Draghi. L’atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al Presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo”. Quanto basta a far insospettire Guido Crosetto. Il fondatore di Fratelli d’Italia, da tempo lontano dalle scene politiche, dice la sua su Twitter.
“Avete notato – chiede agli utenti del web – che quelli che più di tutti parlano oggi dell’assoluta necessità di avere Draghi alla guida del Governo, sono gli stessi che hanno fatto di tutto per non averlo al Quirinale?”. E ancora: “Gli stessi che hanno fatto di tutto perché non andasse al Quirinale….che strana logica. Non sarà che l’unico interessa, allora come oggi, fosse esclusivamente quello di allontanare le urne?”. Il dubbio c’è.
Con l’addio del presidente del Consiglio le urne potrebbero essere più vicine. Un’ipotesi che il Partito democratico tenta in tutti i modi di allontanare. D’altronde stando ai sondaggi, eventuali elezioni ripagherebbero il centrodestra e in particolare Giorgia Meloni. Basta pensare che l’ultima rilevazione di Swg ha dato FdI in continua crescita. Anzi, al suo massimo storico: vicinissima al 24 per cento. Dietro tutti gli altri partiti, Pd compreso.