Le scissioni sono sempre dolorose in termini di consenso e quella del Movimento 5 Stelle non sembra fare eccezione. Il punto fondamentale ĆØ quello legato a Luigi Di Maio: quanto vale alle urne il ministro degli Esteri da solo? Secondo Carlo Buttaroni, presidente dell’istituto di sondaggi TecnĆ© la scissione non porterĆ bene nĆ© a lu nĆ© a Giuseppe Conte.
Il sondaggista spiegaĀ a Repubblica che la base elettorale del Movimento 5 Stelle ĆØ molto mutata negli ultimi anni:Ā “Rispetto al 2018 lo votano meno disoccupati e piĆ¹ dipendenti pubblici, mentre l’etĆ media ĆØ cresciuta di quattro anni”.Ā Il fatto ĆØ che il M5S “non ĆØ un partito ma un movimento senza radici solide, questa divisione nel bel mezzo di un cambiamento, senza un retroterra culturale vero, significa non portarsi dietro nulla”.
Buttaroni ricorda come Conte doveva rappresentare il passaggio istituzionale del M5s ma “i ruoli con Di Maio si sono quasi capovolti generando confusione”. Quantificando, “Di Maio rappresenta il ‘centro agonista’, che c’era pure nella Dc, ma ĆØ uno spazio politico assai ridotto che con una buona campagna di comunicazione puĆ² valere il 2-3 per cento”.
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Secondo Giovanni DiamantiĀ di YouTrend, Di Maio vale il 3-4 per cento ma la sua mossa ĆØ stata vista comeĀ “una manovra di palazzo”. Oltre al fatto che “come abbiamo visto con Conte il consenso personale non si trasforma automaticamente in consenso al partito, e Di Maio ha giĆ un gradimento su di sĆ© piĆ¹ basso del leader dei 5 Stelle”, spiega il sondaggista.
Antonio Noto di Noto sondaggi non dĆ numeri o stime elettorali, ma cita qualche precedente che non sembra di buon auspicio per Di Maio.Ā “Per ora parliamo di un’iniziativa di palazzo”, sintetizza Noto. Il ministro “ha i suoi fans, una storia che poi non ĆØ quella di un moderato. PiĆ¹ interessante mi sembra la volontĆ di collegarsi ai sindaci” come Beppe Sala, “per avere maggiore radicamento”. Ma “l’importante ĆØ andare oltre il Parlamento: i partiti nati cosƬ, da Scelta Civica a Italia Viva, non hanno avuto successo alle urne”, ĆØ la previsione del sondaggista.