“Lo conoscevo bene: ecco chi era” Il triste saluto di Toni Capuozzo a Edy Ongaro, l’italiano morto da eroe in Donbass: ha sacrificato la sua vita per salvare i compagni

di Toni Capuozzo da Facebook

La notizia che più mi ha colpito è stata la morte, in combattimento, di Edy Ongaro. Quarantasei anni, da Portogruaro, era inquadrato in una brigata internazionale a fianco dei secessionisti del Donbass. Seguivo il suo profilo, qui su FB, anche se da tempo era chiaro che avesse altre cose da fare. Era un comunista vecchio stampo, che non negava le foibe, e piuttosto ne faceva una gloria della giustizia proletaria. Riposi in pace, lui e la sua coerenza, che rivelano la grande confusione tra i cuori generosi e smarriti delle destre e delle sinistre più eccitabili. Leggo accuse taglienti tra camerati e tra compagni, e mi sembrano gli spasimi moribondi delle ideologie del ‘900. Cosa ha a che fare l’autoritarismo di Putin, e la sua politica di potenza con il vecchio comunismo ? Poco: solo l’assenza di libertà e la repressione del dissenso, anche sotto forma di Z tracciate sulle porte. Cosa ha a che fare l’Ucraina con la destra tradizionalista ? Poco: è un Occidente alla buona, fatto di Nato e laboratori chimici che è scomodo ospitare da noi, di badanti e utero in affitto, di un popolo che non vuole tornar sotto il grigiore del socialismo reale senza neanche il socialismo, e che per farlo ha rispolverato vecchi eroi collaborazionisti, e lustrato un nazionalismo etnico – il russo come lingua proibita – altro che libertà e democrazia.

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Il mondo, visto da queste mongolfiere ideologiche sembra un sanguinoso scherzo da primo aprile. Meglio restare con i piedi per terra. E segnalare due o tre cose che forse possono spiegarci quel che ci attende nelle prossime settimane.
La guerra continuerà. Boris Johnson, per carattere il più torrenziale e sincero tra i leader dice che Zelensky deve tener duro e non fare le concessioni cui lo spingerebbero Francia e Germania, frettolose di chiudere il conflitto. Mi pare chiaro che i negoziati difficilmente approderanno a qualcosa di più dei corridoi umanitari. L’Occidente – devo ripetere che amo l’Occidente ? – vuole continuare. Gli ucraini sono i nostri combattenti surrogati.
Come continuerà ? chiaro che nessuno può escludere incidenti, provocazioni, e le cosiddette false flag. Ma i fatti dicono che i russi hanno arretrato intorno a Kiev e addirittura mollato l’aeroporto di Hostomel che è il trampolino su Kiev. Non vogliono la capitale, che sarebbe difficilissima da prendere e peggio ancora da controllare. Credo che la battaglia, forse finale, sarà attorno al Donbass. Cosa vuol dire ? Che gli ucraini saranno costretti ad avanzare, spesso allo scoperto, sollecitati dal proprio orgoglio e dall’Occidente, e la tattica si rovescia, con i russi trincerati ad attenderli. Piccola ma significativa notizia (sì, bisogna diffidare anche delle notizie…): elicotteri ucraini avrebbero colpito un deposito di carburante a Belgorod, dentro il territorio russo. Questo cambierà un po’ la narrazione, da noi. Perché una cosa è parlare di un piccolo popolo aggredito, che ha il diritto di difendersi. E un’altra parlare di un popolo ben armato che aspira alle terre irredente (linguaggio da ‘900, parte prima). Non siamo stati disposti a morire per Kiev, lo saremo per Donetsk ? Manderemo armi per la gloria di un’Ucraina indivisibile ? Ho la sensazione che la trappola, finora aperta sull’invasione russa, stia girando dall’altra parte. Con un grande punto di domanda: il destino di Odessa.
Ultime due cose: avremo il gas, credo. Come altri paesi europei pagheremo in euro, la banca della Gazprom farà il cambio, intascando preziosa valuta estera e metterà il timbro “pagato” in rubli. Il rublo è tornato ai valori anteguerra, e le rese dei conti si fanno così: una via d’uscita che salvi la faccia a tutti, senza umiliazioni.
Mi ha colpito un dettaglio, studiando la decomunistizzazione dell’Ucraina. Il grande viale che a Kiev si chiamava Prospettiva Mosca venne cambiato in viale Stepan Bandera, collaborazionista dei nazisti. Ovvio che a est e in Russia non l’avessero presa bene. Invece in un villaggio arguto c’è stato un cambio poco costoso anche in termini di cartelli stradali su cui nessuno poteva recriminare: via Lenin è diventata via Lennon. Proviamo a immaginare, se i piccoli villaggi potessero decidere come va il mondo.

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  1. Zakharova ha ricordato la collaborazione di Coco Chanel con i nazisti durante la seconda guerra mondiale

    La rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, nel suo canale Telegram ufficiale ha parlato del fatto che il marchio Chanel avrebbe costretto i clienti a firmare obblighi di non esportare articoli di marca acquistati all’estero nella Federazione Russa.

    Secondo lei, un certo numero di blogger ha riferito che la società ha rifiutato di vendere i suoi prodotti ai cittadini russi.

    A questo proposito, Zakharova ha ricordato che la stessa Coco Chanel durante la seconda guerra mondiale “era una collaboratrice e agente del Terzo Reich”.

    “È ampiamente noto il suo legame con i dipendenti del governo di occupazione della Francia. Il suo caro amico, in particolare, era il barone Hans Günther von Dinklage, addetto della missione tedesca e responsabile della propaganda nazista a Parigi “, ha scritto il rappresentante del Ministero degli Esteri russo.

    Inoltre, Zakharova ha attirato l’attenzione sul fatto che Chanel ha preso parte ai tentativi di organizzare negoziati segreti tra il Reich e la Gran Bretagna.

    Dopo la liberazione della Francia, Coco Chanel ha “ricordato” tutti questi fatti. Alla fine della guerra fu arrestata, dopo di che fu rilasciata “sotto il patrocinio di Churchill” ed espulsa dalla Francia per molti anni, scrive Zakharova. Chanel viveva nella Svizzera neutrale.

    “Siamo un Paese molto paziente e clemente. Abbiamo perdonato tutto a tutti, voltando pagina e lasciando il posto al futuro.
    Ma se questa strada si rivelasse una tangenziale, spezzeremo questo circolo vizioso. Ma la casa Chanel può tornare alla normalità e come il suo creatore possa sostenere il nazismo. Ma ora tutti lo sapranno “, ha concluso il rappresentante del ministero degli Esteri russo.

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