Ucraina-Donbass, Cassazione: crimini da entrambe le “due” parti in conflitto
Ucraina-Donbass: gravi violazioni e crimini di guerra commessi da entrambe le parti in conflitto. PerchĆ© ha ragione lāobiettore ucraino che non voleva andare in guerra
di Alessandro Amorosi per Affari Italiani
In merito al conflitto armato in Ucraina la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Civile I, evidenzia āla presenza di gravi violazioni e crimini di guerra commessi da entrambe le parti in conflittoā. Eā quanto contenuto nellāOrdinanza n. 7047 del 3 marzo 2022 che ha ritenuto fondata la richiesta di protezione internazionale ed umanitaria presentata Divonchuk Dmytro, cittadino ucraino, obiettore di coscienza, che si Ć© sottratto al servizio di leva in Ucraina per i conflitti armati in Donbass nati nel 2014. Il motivo? Evitare di essere coinvolto in azioni di guerra e di essere costretto a commettere crimini di guerra o contro lāumanitĆ .
e ragioni della decisione partono dal fatto che ādall’inizio del conflitto interessante la regione del Donbass, oltre 26.000 cittadini ucraini sarebbero stati sottoposti ad azione giudiziaria per aver evitato, in vario modo, il servizio militareā. In Ucraina āl’istituto dell’obiezione di coscienza ĆØ previsto nella legislazione Ucraina soltanto per motivi religiosiā scrive la Cassazione, āi quali tuttavia vengono solitamente ignorati, con avvio all’arruolamento, in forma indiscriminata, di tutti i soggetti richiamati alle armi, a prescindere dalla loro professione religiosaā.
La Cassazione sentenzia che lo status di rifugiato politico va concesso a chi rifiuti di prestare il servizio militare nello Stato di origine, laddove abbiamo āun conflitto caratterizzato dalla commissione, o dall’alta probabilitĆ di essa, di crimini di guerra e contro l’umanitĆ . La sanzione penale prevista dall’ordinamento straniero per il rifiuto di prestare il servizio di leva, a prescindere dalla sua proporzionalitĆ , costituisce atto di persecuzioneā.
Ucraina-Donbass: UNHCR, Onu, Amnesty dicono che i crimini di guerra commessi da russi e ucraini sono… Ex prigionieri picchiati, ossa rotte, torturati con scosse elettriche, presi a calci, pugnalati
Ma quali sono i crimini di guerra commessi da entrambe la parti? Lāavvocato Daniele Metafune che ha esposto le argomentazioni Divonchuk ha supportato le posizioni del suo assistito con documenti giornalistici e di enti come lāUNHCR che la Suprema Corte non cita specificamente nel dispositivo finale ma dĆ per assodati, vista la mole al tempo, anche se in queste ore di conflitto armato in Ucraina sembrano essere scomparsi dalle narrazioni ufficiali. Basterebbe fare poche ricerche e leggere lāInternational Protection Considerations related to developments in Ukraine ā update IIIā, rapporto UNHCR del settembre 2015 che riporta di resistenze dei cittadini alla coscrizione, motivate dal fatto di non voler partecipare ad una guerra civile in cui vengono commessi crimini di guerra contro i prigionieri, da entrambe le parti belligeranti.
Oppure riprendere il rapporto Onu del luglio 2016 dedicato al periodo tra gennaio 2014 a maggio 2016 che descrive con queste parole quanto stesse accadendo nelle regioni ucraine del Donetsk e del Luhansk: āAnche un numero significativo di persone note per essere criminali si ĆØ unito da una parte o dall’altra, e questi fattori hanno portato a āun uso sfrenato delle armi con uomini armati che ricorrevano prontamente alla violenza nei confronti dei civili, specialmente quelli che ādisobbedivano ai loro ordiniā.
Il governo ucraino ha indagato e perseguito alcuni autori di esecuzioni sommarie dai suoi stessi ranghi, sebbene in alcuni casi le indagini siano lente o āprotratte deliberatamente in modo che ai presunti colpevoli siano offerte opportunitĆ di sfuggire alla giustiziaāā.
La stessa Amnesty International scriveva cosƬ in un suo comunicato del 22 maggio 2015: āI prigionieri di entrambe le parti sono stati picchiati e sottoposti a false esecuzioni. Abbiamo anche documentato uccisioni sommarie di persone trattenute da gruppi separatisti. Ć un crimine di guerra torturare o uccidere deliberatamente prigionieri presi durante il conflitto”.
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E ancora: āEx prigionieri hanno descritto di essere stati picchiati fino alla rottura delle ossa, torturati con scosse elettriche, presi a calci, pugnalati, appesi al soffitto, privati del sonno per giorni, minacciati di morte, negati cure mediche urgenti e sottoposti a simulazioni di esecuzioniā.
āAll’ombra del conflitto ancora infuocato nell’Ucraina orientale, la nostra ricerca sul campo mostra che i resoconti della tortura dei detenuti sono tanto comuni quanto scioccanti. PiĆ¹ di 30 ex prigionieri detenuti da entrambe le parti ci hanno fornito resoconti coerenti e strazianti degli abusi dei loro rapitoriā, ha affermato John Dalhuisen, Direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. Un quadro molto preoccupante da qualsiasi punto di vista lo si guardi. Amnesty: āSia le forze pro-Kiev che le forze separatiste devono porre fine a questi crimini e garantire che tutti i combattenti sotto il loro controllo siano consapevoli delle conseguenze secondo il diritto internazionale dell’abuso di prigionieri in un conflitto armato”.
Ucraina-Donbass: si rifiuta di andare in guerra in Ucraina, riconosciuto rifugiato politico dalla Cassazione
La Cassazione italiana sentenzia oggi che ādeve essere riconosciuto lo status di rifugiato politico all’obiettoreā poichĆ© ātutte le fonti internazionali concordano sull’esistenza, in Ucraina, di un conflitto armato, nel cui ambito le parti non hanno rispettato gli accordi del 2015-2016 sul cessate il fuoco ed hanno continuato a combattere nonostante la treguaā. āLe stesse fonti evidenziano la presenza di gravi violazioni e di crimini di guerra, commessi da ambo le parti in conflittoā.
āRicorrono quindi tutti i presupposti per il riconoscimento dello status di rifugiato diversamente da quanto erroneamente ritenuto dal giudice (riferendosi a quello del grado precedente, ndr). Infatti ĆØ chiaramente fondato il suo timore di essere arruolato e inviato al fronte della guerra in corso in Ucraina, nonostante la sua opposizione allāuso di armi, rischiando pene gravi e sproporzionate in caso di rifiuto, motivi per il quale lui ĆØ fuggito dallāUcrainaā.
E infine ĆØ āirrilevanteā che il giovane non abbia presentato una cartolina di chiamata perchĆ© ānon vāĆØ certezza che nel diritto ucraino le modalitĆ di chiamata alle armi corrispondano a quelle in vigore in Italia prima dellāabolizione della leva obbligatoria. Il pregiudizio che possa essere chiamato non ĆØ legato alla ricezione dellāavviso di arruolamento, ma al fatto che lui sia inserito negli elenchi di chiamata per ragioni anagraficheā.