di Gabriele Angelini per IlParagone
Non solo il clamoroso servizio su Trieste. Raffaela Regoli torna a dar battaglia con un servizio esplosivo per “Fuori dal Coro”. Nella puntata andata in onda il 2 maggio su Rete4, nel mirino sono nuovamente finiti i biolaboratori stile Wuahn che stanno sorgendo in Italia. Si parte da Pesaro, e poi anche Siena, Perugia e altre città – come Udine e Trieste – nella quali si trovano questi biolab. Ma la popolazione non ci sta. Tante manifestazioni si stanno infatti svolgendo in più periodi nelle varie città. Il grido è lo stesso: “Non vogliamo un’altra Wuahn“, con riferimento a quanto successo con il Covid in Cina. A Pesaro la manifestazione organizzata nella giornata del primo maggio è stata ovviamente osteggiata. Il segno tangibile è stato lo spostamente continuo, fino a relegarla in piena periferia. Ma la mobilitazione nazionale contro il biolaboratorio di livello 3 da realizzare in un’area tra via Grande Torino e via Furiassi sarà continua e forte.
L’Amministrazione comunale di Pesaro (guidata dal Pd) venderà il terreno all’Istituto zooprofilattico subito dopo il parere del Tar sul ricorso presentato a Mattarella dall’associazione socio-culturale Seam per annullare la delibera con la quale è stata disposta l’alienazione del terreno per realizzarci il biolaboratorio di classe Bls3. L’ampliamento di tali laboratori sarebbe previsto in tutta Italia con i soldi del Pnrr, come riferisce la giornalista di “Fuori dal Coro” Raffaella Regoli. Il polo di Siena, poi, fa particolarmente discutere perché verrà diretto da nientemeno che Anthony Fauci.
I servizi di Raffaella Regoli sui biolaboratori in Italia (VIDEO)
“A chi ci dà degli antiscientifici rispondiamo che noi leggiamo le stesse pubblicazioni scientifiche che leggono tutti e che, anzi, non prendiamo lezioni da chi ha dato del pazzo a un premio Nobel, diseredandolo alla fine della sua vita”, dicono a Raffaella Regoli i manifestanti. La giornalista era già stata a Trieste per denunciare quanto stava accadendo. Con questi biolaboratori il rischio di una nuova Wuhan cresce certamente, come conferma nel servizio un ricercatore ed ex membro del Cnr. Il problema è che ora siamo sul suolo italiano.
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