Massimilano Allegri adesso è con le spalle al muro. Il tecnico della Juve potrebbe essere esonerato già in giornata dopo il brutto show nel corso del post partita di Atalanta-Juventus, finalissima di Coppa Italia, vinta dai bianconeri.
La società infatti sta valutando la risposta più adatta a quanto accaduto. E di fatto le colpe contestate ad Allegri sono piuttosto gravi: l’allenatore si sarebbe scagliato contro l’arbitro Maresca, il quarto uomo Mariani, il designatore Rocchi, il dg Giuntoli con la frase “che nessun dirigente s’azzardi a venire alla premiazione”, i giornalisti di Mediaset, il direttore di Tuttosport Guido Vaciago. Comportamenti questi che hanno macchiato senza ombra di dubbio il trionfo della Juventus in finale di Coppa Italia. La Juventus inoltre, secondo alcune indiscrezioni riportate da Repubblica, starebbe valutando anche l’esonero per giusta causa.
Allegri dalla sua ha affermato di “non aver perso il controllo”.Poi ha chiesto ai cronisti: “Voi vi siete divertiti?”. Di sicuro i dirigenti Juve no. Allo stadio era presente anche John Elkann e tutto si sarebbe consumato anche sotto i suoi occhi. La reazione di Allegri non sarebbe passata inosservata nei piani alti della società. Insomma la storia di Allegri alla Juve pare sia arrivata ai titoli di coda. E a quanto pare questa volta anche la società e probabilmente anche i tifosi sono d’accordo col chiudere questa finestra con Allegri in panchina.
All’articolo di Pierluigi Panza per https://giornalistinelpallone.corriere.it/
E adesso come la mettiamo? Allegri killerato per la seconda volta – la prima dallo sciagurato Paratici distruttore della Juve e la seconda da Giuntoli – non può restare, perché al primo pareggio tornerebbero gli Allegri-out. Ma Giuntoli che futuro ha alla Juve?
Nella letteratura, chi prende il potere con un regicidio non fa mai una bella fine, ancor più se si presenta con scudieri come Weah, Djalò e Alcaraz (che se vale 49 milioni allora Miretti ne vale 50). Giuntoli si è assunto o è giunto con il compito – il mandante è ignoto – di cancellare l’ultima traccia di Agnelli nella Juve: Allegri. Se possibile anche accompagnando alla porta i suoi pretoriani: Rabiot, Szczesny, Danilo…
Giuntoli ha destabilizzato la squadra lasciando capire, sin da gennaio, la distanza tra lui e l’allenatore, ha bloccato (giusto o sbagliato che fosse) lo scambio Lukaku+soldi per Vlahovic, ha fatto una campagna acquisti di gennaio contro Allegri.
E Allegri, non tanto per il gioco che annoia (annoiano di più quelli che parlano di brutto gioco tutte le domeniche), ha fatto poco o nulla per dismettere quei panni da profeta del corto muso e nocchiero-unico della Juve in tempesta, irrigidendosi e non ascoltando nessuno (non voleva Giuntoli, ma Massara). I tre anni di Allegri sono stati gli anni della cancellazione di Agnelli, che lo aveva richiamato: il brutto gioco c’entra meno, è la scusa per i tifosi.
Si inizia con il ritorno di Calvo, primo marito dell’attuale moglie di Andrea Agnelli: c’era proprio solo lui da richiamare al marketing? Ovviamente, Calvo è arcinemico di Allegri e viceversa. Poi, siamo al primo anno del nuovo triennio, Agnelli e Allegri vengono messi sotto la tutela di Maurizio Arrivabene (che dà 12 milioni a Vlahovic e dichiara che l’allenatore non si può cambiare perché non ci sono soldi), subito ripartito.
Nel secondo anno, Agnelli conclude la sua sciagurata hybris iniziata con il licenziamento di Marotta e l’annuncio della Superlega mettendoci contro tutto il sistema (si vedrà anche con le decisioni del Var, sempre contrarie): nella prima metà di questa seconda stagione ci sono solo giocatori infortunati o interessati al mondiale (Pogba, Vlahovic pubalgico, Chiesa assente, Paredes lumaca, Di Maria argentino ecc.) mentre, nella seconda parte, l’intervento della magistratura fa il resto, con l’altalena dei punti di penalizzazione.
Ciononostante, Allegri (che ha responsabilità sulla campagna acquisti sbagliata) arriva in semifinale di Europa League e terzo in campionato consentendo che la vendetta di Ceferin e Gravina ci colpisca “solo” con l’esclusione dalle coppe.
Il terzo anno, senza mercato, senza Pogba e senza il giocoliere Fagioli, con Giuntoli contro, Allegri arriva in Champions e vince la Coppa Italia. Bene, non siamo più ai tempi della collocazione di Stellantis, quando essere i “padroni” del brand globale Ronaldo ti rendeva più glamour anche in America; ora siamo un po’ Cenerentola e ripartiamo con l’interista Thiago Motta (si dice), con commercialisti vari che tengo sott’occhio i conti (mentre l’Inter, con i prestiti, compra chi vuole), con Djalò e Alcaraz, con una damnatio memoriae verso Agnelli e, soprattutto, con l’esclusione degli juventini nell’organigramma della Juventus.
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