“Rischio per anticorpi post vaccino: possibili malattie auto-immuni”
tratto da Il Fatto Quotidiano
“Abbiamo testato 77 sanitari, e in un numero significativo – il 28,5% dei soggetti – sono comparsi auto-anticorpi ANA (anti-nucleo, ndr); i nostri risultati ci fanno ipotizzare un incremento di questi valori che potrebbe essere correlato al numero di esposizioni al vaccino: infatti dopo le prime due dosi il 7,8% dei soggetti aveva avuto insorgenza de novo degli ANA, e il 20,7% dopo 3 dosi”.
L’opinione del Prof. Antonio Cassone, già Direttore di Malattie Infettive dell’ISS: “le osservazioni di Cristina Sacchi e collaboratori appaiono importanti per la loro alta frequenza in relazione al numero delle dosi del vaccino somministrate. Se estese e confermate, dette osservazioni costituirebbero un segnale da tener presente per uno scrupoloso monitoraggio post-vaccinale”.
Nuovi effetti collaterali dopo il vaccino? Uno studio illustrato da Maria Cristina Sacchi, coordinatrice del centro di autoimmunità presso il laboratorio di Analisi e autoimmunità dell’Azienda ospedaliera di Alessandria ha registrato “l’insorgenza di auto-anticorpi post-vaccinazione, ovvero quegli anticorpi che attaccano erroneamente le nostre cellule, tessuti, od organi, provocando un’infiammazione che potrebbe portare a malattie autoimmuni“.
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Vaccini, un’inquietante conseguenza: cosa ancora non si sapeva
La ricerca – riportata dal Fatto Quotidiano – è stata testata su 77 sanitari. Sul 28,5 per cento di questi “sono comparsi de novo auto-anticorpi antinucleo (Ana)”. Risultato? Secondo l’esperta questi numeri farebbero ipotizzare che l’incremento di questi valori “potrebbe essere correlato al numero di esposizioni al vaccino: infatti dopo le prime due dosi il 7,8% dei soggetti aveva avuto insorgenza de novo degli Ana, e il 20,7% dopo 3 dosi”.
Comunque, e qui arriva la precisazione, la presenza di questi auto-anticorpi non porta per forza a sviluppare una malattia autoimmune. “I dati ottenuti – proseguono – suggeriscono che questi nuovi vaccini a mRna possano essere in grado di indurre un’alterazione dell’assetto autoimmune, ma questi auto-anticorpi potrebbero essere anche solo transitori, infatti, gli stessi possono essere presenti in una parte delle popolazione sana, statisticamente più piccola, negli anziani, e nei parenti di primo grado di pazienti con malattie autoimmuni”.