Gli appalti per smaltire le bombe al fosforo dell’esercito vinti grazie a escort, cene di lusso e hotel a 5 stelle

ESCORT, HOTEL DI LUSSO E CENE A 5 STELLE E I DUE UFFICIALI SBLOCCAVANO GLI APPALTI

Estratto dell’articolo di A. Full. per il “Corriere della Sera”

Escort per favorire gli appalti in un business legato allo smaltimento di rifiuti speciali, e insoliti: residuati bellici, definizione piuttosto ampia che comprende bossoli, missili, bombe al fosforo. Cuore dell’indagine, Bibbiano, lo stesso paese dello scandalo dei falsi affidi.

[…] è qui, ai piedi dell’Appennino reggiano, che ha sede legale la Ecologia Soluzione Ambiente Spa, società — con un centinaio di dipendenti e un fatturato da 20 milioni di euro — che si muove, con agganci in tutta Italia, nella filiera dei rifiuti speciali, compattamento, depurazione, trattamento.

Poi c’è, soprattutto, la «demilitarizzazione»: vale a dire la distruzione controllata o il recupero ad usi civili di esplosivi e armi. Il presidente e fondatore dell’Esa, Enrico Benedetti, imprenditore emiliano, 60 anni, è ai domiciliari per corruzione. Con lui sono indagati e interdetti dal pubblico servizio tre nomi pesanti dell’Agenzia industrie Difesa (controllata dal ministero) che si occupa di produzione, manutenzione e valorizzazione di mezzi dismessi.

Uno è Giulio Botto, 62 anni, generale dell’Esercito e, dal 2015 al 2020, direttore dell’importante deposito di Noceto, nel Parmense, dov’era stoccata parte delle armi da smaltire. Poi il colonnello Luca Corrieri, 55, successore di Botto a Noceto. Infine un ingegnere, Luigi Brindisi (un anno di stop per lui), 39, importanti incarichi all’Aid.

Erano loro a favorire illecitamente l’Esa negli affidamenti […] di lavori di smaltimento di rifiuti speciali (tra cui anche l’attività di demilitarizzazione di missili e bombe al fosforo) per un totale di 650.000 euro tra l’aprile 2023 e lo scorso gennaio.

In cambio (ma non per tutti e a vario titolo) escort, champagne, hotel di lusso, cene costose, buoni benzina, promesse di posti di lavoro, biglietti per vedere il Parma in serie B. Ora tremano in tanti. Benedetti ha contatti in mezza Italia.

[…] gli indagati, per ora, sono 14 (compresa la figlia dello stesso imprenditore). Sotto inchiesta, dirigenti di Amia a Verona e di Sei Toscana […]. Il filone parallelo dei rapporti con le municipalizzate a caccia di commesse, «è da completare», chiarisce il comandante provinciale delle Fiamme Gialle Ivan Bixio, che ha condotto l’inchiesta. Da chiarire quanto fossero rispettate le norme di smaltimento delle armi: «Ci stiamo lavorando» dice Paci.

2. LE ISTRUZIONI ALLE RAGAZZE «NON DOVETE MAI DIRE CHE VOI SIETE STATE PAGATE»

Estratto dell’articolo di  Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”

Le escort chiamate per agevolare il business dell’Esa erano tutte di lusso. Eunice, Diana Marcela, Sandy, sudamericane e dell’Est. Di sicuro ben retribuite. Riferendosi a uno dei clienti, una di loro, Maria […] dice all’amica Floriana: «Cioè, io mi pago la rata del mutuo in due volte che lo vedo». E l’altra: «Anche io, mi pago l’affitto…». Incontri «presso la villa di Benedetti», «hotel lussuosi o in occasione di fiere e convegni».

Le definisce così lo stesso titolare dell’Esa, al centro dell’indagine, parlandone con il colonnello Luca Corrieri: «Serate allegre», «feste» per «ufficiali» e «sottufficiali» con «tanta gnocca». Tra le precauzioni, c’era semmai quella di far sembrare del tutto casuali certi incontri.

Lo spiega a Maria una voce maschile: «Non deve assolutamente […] venire fuori che siete delle escort». Per quegli affari, estesi anche in Puglia, a contattare le escort era lo stesso Benedetti, chiamato a rispondere anche di sfruttamento della prostituzione. Le «squillo» erano essenziali per il suo business, lo si capisce da quel che dice a una donna che può procurargliele: «Ti chiedo… noi dobbiamo fare una ricerca, giù in Puglia, sempre da settembre perché adesso… di un’area industriale che dovrei comprare».

Prosegue: «Possiamo fare anche un mese», «c’è da fissare i contatti, presidenti di società». Risposta: «Uhm, dai ci penso… e vedo se mi viene in mente qualcuno».

L’indagine sulla corruzione attorno alle commesse riguardanti lo smaltimento delle bombe al fosforo bianco era iniziata, piuttosto in sordina, diversi anni fa, nel 2014. Ne accenna un giornalista sportivo che a Reggio è davvero noto, Marco Gibertini. Che però inciampa nell’inchiesta Aemilia […].

L’uomo ha rapporti ravvicinati con le cosche e per questo viene condannato definitivamente come fiancheggiatore, oltre che radiato dall’Ordine dei giornalisti. Durante gli interrogatori Gibertini parla di Enrico Benedetti. Dalle carte dell’inchiesta […] si legge che […]  Benedetti sarebbe stato «un gran corruttore». Non solo. Il cronista ricordò «di aver contattato delle escort, ingaggiate per una serata, per conto di Benedetti» e a riguardo aggiunse che «avrebbe visto personaggi politici presso la villa “di ricevimento”» del titolare dell’Esa.

Ma l’interrogatorio di Gibertini non è stato dimenticato dagli investigatori. Poi, «riattivando l’inchiesta nel 2023» […[  hanno messo sotto controllo l’imprenditore che stamane, assistito dall’avvocato Salvatore Mannino, sarà davanti al gip Lugi Ramponi per l’interrogatorio di garanzia. Nelle carte compare pure sua figlia Margherita, 32 anni, indagata per corruzione, che su «direttiva del padre, intrattenendo le relazioni, anche conviviali», «doveva occuparsi in prima persona delle varie dazioni di natura economica». Tra queste la richiesta dell’ingegner Brindisi. Ecco come la donna si sfoga con papà: «Adesso vuole che gli compriamo una lampada… una piantana… vabbé ora gliela compro».

“HO CONOSCIUTO MARIA…UNA MOLDAVA…UNA PORCELLONA” – LE CLAMOROSE INTERCETTAZIONI AGLI ATTI DELL’INCHIESTA PER CORRUZIONE CHE HA PORTATO ALL’ARRESTO DI ENRICO BENEDETTI

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori e Fabio Amendolara per “La Verità”

Bibbiano, sesso e fosforo bianco. Un cocktail davvero esplosivo. Sono questi gli ingredienti di un’inchiesta della Procura di Reggio Emilia che ha portato agli arresti domiciliari un importante imprenditore impegnato nel settore dello smaltimento dei rifiuti.

L’uomo si chiama Enrico Benedetti e la sua società, la Ecologia soluzione ambiente Spa, ha la sede legale a Bibbiano, il paese noto per l’inchiesta che ha messo in discussione l’operato dei servizi sociali e il sistema di protezione dei minori fuori famiglia.

Con lui sono indagati e interdetti dal pubblico servizio tre pezzi grossi dell’Agenzia industrie difesa, un ente di diritto pubblico vigilato dal ministero della Difesa che riunisce le aziende che si occupano di armi.

Si tratta del generale dell’esercito e ingegnere friulano Giulio Botto (per lui otto mesi di interdizione), sessantaduenne «ufficiale coordinatore unità produttive del munizionamento» presso lo stabilimento Aid di Noceto (Parma), di cui era già stato direttore dal 2015 al 2020; del colonnello torinese Luca Corrieri (8 mesi anche per lui), classe 1969, direttore, dal 2020 al 2023, dello stabilimento militare ripristini e recupero del munizionamento di Noceto; il terzo nome è quello del cosentino Luigi Brindisi (un anno di fermo), trentanovenne ingegnere civile con ruoli di responsabilità dentro al medesimo stabilimento.

I tre avrebbero ricevuto da Benedetti denaro e altre utilità sia per il ruolo ricoperto (la versione più soft della corruzione) sia per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio.

[…] A Benedetti viene contestato anche il favoreggiamento della prostituzione. Infatti avrebbe messo a disposizione dei suoi datori di commesse almeno quattro ragazze di origine straniera: Maria, Sandy, Marcela ed Eunice. Il procedimento attuale trae origine da uno iscritto nel 2016 proprio per il meretricio, in cui comparivano alcune delle escort utilizzate in questo nuovo filone. Una di queste addirittura risulta collaborare con la Esa.

Nell’ordinanza, il Gip Luca Ramponi specifica che saremmo di fronte a «una serie di azioni omogenee riguardanti più prostitute “d’alto bordo” o “escort” e tese a favorirne gli incontri con clienti appartenenti al mondo della politica e dell’imprenditoria o a manager pubblici e privati da parte di E. C.». Viene anche sottolineata la «collaborazione sistematica di Benedetti con la predetta donna per mettere in contatto quest’ultima e le ragazze disposte a prostituirsi con potenziali clienti […]».

Un modus operandi che Benedetti avrebbe attuato a molti livelli, anche per ottenere appalti fuori dall’Emilia Romagna. Per esempio le perquisizioni di ieri hanno riguardato, oltre alle pertinenze degli indagati […] anche gli uffici dell’Amia Verona Spa […], Sei Toscana Srl di Siena […] e la Garda uno Spa di Padenghe sul Garda […], la società che si occupa della tutela ecologica del lago più grande d’Italia. Ma la rete sembrerebbe ancora più estesa.

Per esempio un testimone, in un vecchio verbale di sommarie informazioni, avrebbe «visto personaggi politici presso la villa “di ricevimento” di Benedetti» e «avrebbe avuto la richiesta di ingaggiare delle escort in particolare per una serata “molto importante”». Lo stesso teste si è detto «convinto che la serata in questione avrebbe coinvolto l’allora sindaco di Napoli (Luigi de Magistris, ndr), benché obietta il giudice – lo deduca semplicemente dal fatto che Benedetti nei giorni precedenti era eccitato e parlava continuamente di tale incontro con il sindaco per la risoluzione di problematiche attinenti allo smaltimento dei rifiuti».

Il testimone asserisce anche che Benedetti sarebbe stato «un gran corruttore», ma visto che non riferisce fatti specifici, per il giudice, «i collegamenti con i nomi di ufficiali dell’esercito citati nel medesimo verbale di sommarie informazioni non sono significativi di specifici atti corruttivi».

Ma se nella vecchia inchiesta non era stata accertata la corruzione  […], in questo caso gli indizi sarebbero più consistenti. Nell’ordinanza vengono elencate le regalie elargite ai presunti pubblici ufficiali infedeli.

Brindisi avrebbe ricevuto una lampada a piantana del valore di 267 euro, 5 tessere per la benzina, tre notti in un hotel con Spa a Rimini e ingressi omaggio per la fiera oltre che per due partite del Parma in questo campionato, in un caso associata a un pranzo con il presidente del Cosenza (città di origine di Brindisi), cene e altri pasti, tre bottiglie di vino (due di champagne), un dono di Natale, promesse di soldi e assunzione;

per Corrieri ci sarebbe stata una cena nella villa di Benedetti con annesso «intrattenimento» garantito da due escort, due servizi di catering del valore complessivo di 3.600 euro offerto dalla Esa presso lo stabilimento di Noceto, due casse di prosecco, un altro pacco natalizio e la promessa di un altro «evento riservato con la presenza» di altre due ragazze. Botto, invece, sarebbe stato «ricompensato sistematicamente in denaro per l’attività lavorativa prestata, a nessun titolo, all’interno di Esa Spa, in orario di servizio che avrebbe dovuto, invece, svolgere presso l’Ente pubblico di appartenenza».

In particolare avrebbe intascato 9.480 euro per 187 ore complessive di lavoro, suddivise in 46 giorni. Infine avrebbe usufruito, oltre alla solita strenna natalizia, di pranzi e cene all’interno della sede di Esa e, in un’occasione, presso la villa di Benedetti. In cambio l’imprenditore avrebbe ottenuto per la sua ditta affidamenti diretti del valore di almeno 650.000 euro nel periodo tra maggio 2023 e gennaio 2024.

Ma era in trattativa anche per altre commesse, oggetto di approfondimento da parte della Guardia di finanza. Nell’ordinanza si fa riferimento anche a lavori più vecchi […]. Sono citati: una manutenzione straordinaria dei forni di Noceto del valore di circa 750.000 euro, «attività illecita ideata dal generale Botto e resa possibile da Corrieri»; un «collaudo tecnico del forno statico» da 424.000 euro più Iva; uno «spacchettamento» degli affidamenti che avrebbe generato «un ribasso degli importi» e lasciato gestione e pagamento allo stabilimento anziché alla direzione centrale dell’Aid; «un aumento in assenza di qualunque giustificazione, del contratto del canone di manutenzione ordinaria»; il collaudo di un software.

Il generale Giulio Botto si sarebbe «concretamente adoperato», senza interpellare altre ditte, «affinché Esa Spa subentrasse nel contratto in essere tra Aid» e un’altra società per un’«attività di demilitarizzione di missili Aster» (valore della commessa: 6/7 milioni, spalmati su 7-8 anni) e di «smaltimento di bombe al fosforo bianco» (400.000 euro).

Per questo passaggio occorreva la firma dell’allora direttore dell’Aid, l’ex senatore dem Nicola Latorre, unico politico citato nell’ordinanza. In un’intercettazione Botto sembra agitato perché la sigla tarda ad arrivare. Latorre ricorda con La Verità: «Benedetti mi invitò a cena, ma declinai perché non sono solito accettare inviti di questo tipo».

Le indagini delle Fiamme gialle diranno se questi affari si siano realmente concretizzati. L’argomento più scottante restano, però, le escort.

La vera merce di scambio. Ragazze che, secondo Benedetti, «volevano solo essere trombate». In un’intercettazione Eunice, avrebbe «invitato» un cliente di Benedetti «a unirsi alla compagnia» con queste parole: «L’ora dello spogliarello è iniziata». La donna avrebbe fatto «riferimento ai giochi erotici in corso» e alla nazionalità delle ragazze presenti: moldave, rumene, colombiane, cubane. Le telefonate dalle quali sembra emergere l’attività di prostituzione pilotata da Benedetti sono molteplici. In una del 2017, per esempio, l’imprenditore chiede alla solita Eunice di organizzare un incontro con «un tale direttore della municipalizzata di Milano».

Con questa spiegazione: «Gli piace la gnocca». Benedetti ed Eunice, titolare di partita Iva da consulente amministrativa, per gli inquirenti, operavano non come «un’agenzia per cuori solitari» bensì «come un’agenzia di collocamento per escort dedite al meretricio» e gli uomini che partecipavano alle cene organizzate da Benedetti sarebbero stati espressamente definiti «clienti». Per i magistrati è significativa un’intercettazione in cui l’arrestato si offre di organizzare la festa d’addio allo stabilimento di Corrieri, «solo io e te con tanta gnocca».

E sconsiglia al militare di invitare la compagna al party esclusivo. In una conversazione telefonica l’ingegner Brindisi racconta a un suo collega l’incontro con una di queste ragazze nella hall di un hotel: «Allora lei mi ha detto “io stasera vengo a letto con lei”… mi ha detto questa qua [….] io c’ho una tripla […] dove vuoi scopiamo”. Lei mi dice “preside’ allora iniziamo che tu stai sotto e io mi metto sopra… ti scopo un po’ ». Per gli inquirenti «era evidente che i favori sessuali della ragazza fossero posti a disposizione di Brindisi proprio in virtù della mediazione di Benedetti».

Anche perché a un certo punto l’ingegnere afferma: «Ho conosciuto Maria… una moldava… una porcellona…. c’era pure il capo di Ecologia quello là, Enrico […]. “Mi raccomando” ha detto che “Maria è esigente”». Stando al racconto di Brindisi, però, la serata si sarebbe conclusa in un nulla di fatto: «Non me la faceva trova’ in camera se volevo? A tutti i clienti non gliel’ha fatta trova’? C’era un signore che era più brutto della morte… ti giuro, grasso, bassino e l’ha fatto scopa”, forse per la prima volta nella sua vita».

E in una occasione, con Brindisi che si sarebbe «incapricciato», Benedetti avrebbe tentato la solita strada: «Domani sera, sei e mezza, poi mangiamo qualcosa io e te… mangiamo “lu pilu”». In un’altra conversazione, evidenza l’accusa, Benedetti chiarisce che le ragazze venivano invitate per «sollazzare gli istinti erotici degli invitati». Sulla prostituzione delle ragazze gli inquirenti sembrano non nutrire dubbi. Sono proprio due di loro a confrontarsi sui quadagni. Floriana e Maria, in una ambientale nella macchina di quest’ultima, fanno riferimento a un cliente generoso. Maria: «Io mi pago la rata del mutuo in due volte che lo vedo». E Floriana replica: «Cazzo… anche io, mi pago l’affitto… tutto».

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