Washington, 6 mar. (Adnkronos) – “La nomination è di Trump. Nikki Haley resta in campo non per batterlo, ma per cercare di inserire le sue persone nell’amministrazione. Potrebbe spingere, non dico che ci riuscirà, per diventare segretaria della Difesa, per favorire l’industria militare, i suoi donatori. Ha preso 300 mila voti in Michigan: sono voti anti Trump, lo sappiamo, anche se molti sono indipendenti e democratici. Ma ci opporremo. Odio questa gente più dei democratici”.
Lo dice al Corriere della Sera Steve Bannon, lo stratega che portò Donald Trump alla Casa Bianca nel 2016 e autore del podcast War Room, principale sostenitore dell’ex presidente Usa.
“Se le elezioni si tenessero oggi, Trump vincerebbe a valanga e le cose non cambieranno – afferma Bannon – I democratici sono scioccati e avviliti, credevano che la legge sarebbe venuta in loro soccorso e invece i processi slitteranno a dopo il voto. C’è quello di New York ma è un caso debole. Il movimento Maga è in ascesa. Oltre alla vittoria in Michigan e al fatto che faremo piazza pulita al Super Tuesday, Mitch McConnell ha annunciato che va in pensione dopo aver fallito nel far passare gli aiuti a Kiev. È troppo vecchio per combatterci, è la Magaizzazione del partito repubblicano. Trump ha vinto. Avevamo la Camera, abbiamo preso il Comitato nazionale repubblicano, poi il Senato. Il Cpac (la conferenza dei conservatori) è Maga”.
A proposito di Giorgia Meloni, Bannon afferma che “i suoi più grandi sostenitori sono molto delusi. L’ho incontrata quando non era nessuno e dicevo a tutti: sarà premier. La amo per come sta normalizzando la destra al potere in Italia, ma non puoi giocare al gioco di Bruxelles e della Nato. Ha detto agli ucraini: saremo al vostro fianco, eppure il bilancio italiano per la difesa è solo all’1,4%. Gli europei e Meloni stanno giocando un gioco pericoloso: continuate ad alzare la posta in Ucraina, senza metterci i soldi. Negli Stati Uniti non abbiamo sanità, pensioni, non abbiamo sei settimane di vacanze estive, perché abbiamo un bilancio di tre trilioni di dollari di difesa. Non daremo più un penny. Il problema di sicurezza nazionale in America è il confine Sud.
Salvini, invece, “sarebbe più duro con la Nato e nel cercare di evitare uno scontro con la Russia”.
“Il presidente Trump è stato chiaro: se non raggiungete il 2% del Pil per la difesa vedrete una massiccia ristrutturazione della Nato – ha detto ancora – Noi vogliamo un’alleanza: alleanza vuol dire che dovete fare la vostra parte. Le élite europee si abituino all’idea: Trump non è amico dell’Ue, non è amico del partito di Davos e certamente non lo è dei tecnocrati alla Nato. Voglio che Trump usi un linguaggio scioccante: è il solo linguaggio che arriva. Io dico a Trump che deve far pagare anche gli arretrati. Mostrammo un prospetto a Merkel quando venne da Trump alla Casa Bianca. Dissi ai tedeschi: sono come pagamenti arretrati dell’affitto. Il consigliere per la sicurezza nazionale mi urlò contro, citando la Costituzione. Gli ho detto: abbiamo scritto noi la vostra Costituzione dopo avervi bombardato all’Età della pietra”.
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