Era tutto abusivo da oltre 40 anni: confiscato definitivamente il Castello delle Cerimonie, la struttura alberghiera diventata celebre per una delle trasmissioni maggiormente trash della televisione

Il Castello delle Cerimonie chiude e con lui si chiude un’epoca. Mai più nuove puntate di uno dei programmi più trash della televisione italiana su Real Time o su altre reti, mai più abiti esagerati e mai più la famiglia Polese e i suoi istrionici componenti in tv.

A chiudere infatti non è solo il Castello delle Cerimonie in quanto trasmissione televisiva, ma proprio il ristorante La Sonrisa. Ovvero il vero castello delle cerimonie. Il motivo è strettamente legato all’attualità e non c’entra con crisi economiche di varia natura.

Il ristorante La Sonrisa è infatti stato confiscato. La confisca riguarda tanto i terreni quanto gli immobili, quindi tutto il complesso del Castello delle Cerimonie. Il provvedimento è datato 2016, ma è diventato esecutivo solo adesso e riguarda abusi edilizi su un’area di circa 40mila metri quadrati messi in atto sin dal 1979. Insomma, non si può certo dire che tutto sia stato repentino e avvenuto in segreto. Anzi, l’occhio delle telecamere ha sempre indagato eccome. Eppure si è arrivati solo oggi alla confisca.

A finire nei guai era stata Rita Greco nel 2016, anno della sentenza emessa dal Tribunale di Torre Annunziata: la moglie ormai defunta dell’altrettanto scomparso don Antonio Polese era stata condannata a un anno di reclusione con pena sospesa. Con lei aveva ricevuto la stessa condanna anche Agostino Polese, ovvero lo “zio Agostino” nel programma tv.

Adesso cosa succede? Terreni e immobili sono confiscati e, dopo il dovuto iter burocratico, passeranno nelle disponibilità del Comune di Sant’Antonio Abate. Il dato di fatto è che potrebbe realmente essere finita in questo modo un’epoca televisiva. Anche se, trattandosi di fatto di un’attività imprenditoriale che quindi dà lavoro ad una serie di figure professionali, potrebbe essere mantenuta l’attività per garantire la continuità occupazionale a chi lavora per la struttura e per garantire i contratti già in essere. Compresi quelli televisivi.

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