“Non si premia chi elogia la camorra!” Napoli, l’allucinante buffonata del Sindaco con il bimbominkia analfabeta reduce da Sanremo: leggetevi i testi delle sue canzoni e fatevi delle domande

Il Sindaco di Napoli Manfredi, ieri ha deciso di premiare con una Targa Geolier, affermando: «Gli ho chiesto un impegno affinché ci aiuti a trasmettere i valori positivi della nostra città contro ogni forma di violenza e prevaricazione».
Contro la decisione si sono schierati i genitori del musicista Giogiò, morto ammazzato per strada: «Geolier è uno dei miti dell’assassino di mio figlio e non mi sorprende» ha detto suo padre.
Anche la professoressa Maria Luisa Iavarone ha criticato la scelta: «perché consacrare un “Intoccabile” che in alcuni suoi video ostenta potere e violenza?».
Chiede la sua testa? La sua condanna a morte? No, quella stava per cadere sulla testa di suo figlio, accoltellato per strada a sangue freddo da una baby gang. Chiede a Geolier di rinnegare quelle posizioni che sostengono la criminalità organizzata.
È chiedere troppo? Geolier parla di coraggio, un suo disco si intitola «Il coraggio dei bambini». Allora dimostri di avere davvero coraggio schierandosi apertamente e senza ombra di dubbio contro il mondo criminale e quelle immagini aberranti presenti in alcuni suoi video.
Molti hanno scoperto l’esistenza di Geolier con Sanremo. Io, purtroppo, lo conosco da prima. Da un po’ di tempo, tutto ciò che tocca Geolier si trasforma in platino. Il suo primo grande successo è stato “P’ Secondigliano”, un vergognoso pezzo del 2018 totalmente privo di significato: un debosciato fiero che la sua inutile esistenza sia girare per Secondigliano, evidenziando la sua superiorità data dal fatto che indossa roba di marca: Balenciaga, Louis Vuitton, Ferragamo.
Nei primi 20 secondi del video, mette subito in chiaro il suo pubblico di riferimento facendo un’impennata col motorino senza indossare il casco.
Normalmente avrei ignorato una tale feccia, ma come potevo ignorare (oggi decine di) milioni di visualizzazioni? Commentai su YouTube qualcosa tipo: «Sei il cesso di Napoli», opinione che non venne particolarmente apprezzata dai suoi fan, tanto da costringermi a cancellare il commento per non essere infastidito.
In un altro suo grande successo, “Narcos”, afferma letteralmente: «Nel cassetto ho una pistola Glock pronta da usare mentre “trappo” come Genny di Gomorra mentre uccide un cristiano, infatti ogni mio pezzo è una Hit da Napoli a Milano».
Poi continua: «Mi scopo le femmine “degli altri” di cui neanche conosco il nome, perché ho un “fratello” criminale e un altro figlio di un boss della camorra: io sono intoccabile a Secondigliano come Narcos. Non ho mai visto i cartoni animati, solo Lucky Luciano», ovviamente, nel video della canzone imbraccia un fucile mitragliatore placcato d’oro su un SUV carico di altre armi e lanciarazzi.
Non conosco tutte le canzoni di questo energumeno: ascoltare questa merda m’innesca i conati di vomito. Ogni volta, per riprendermi, devo metter su qualche vecchio disco di Pino Daniele per ricordare che Napoli non è solo sta roba qua.
Geolier è un pagliaccio, un cattivo esempio da cui stare alla larga.
Rappresenta tutto il peggio di Napoli, infatti per raccattare voti a Sanremo punta sul ridicolo “fanatismo” tribale partenopeo.
Per cui tutto ciò che proviene da Napoli è il meglio del meglio e non teme confronti: pure la merda è deliziosa e profumata. Chiunque osa contrapporsi a questa narrazione è un razzista e anti-meridionale. Allora, da napoletano voglio dirlo chiaramente: se schierarsi contro questa merda fumante vuol dire essere razzista, sono razzista.
Ma, a differenza di ciò che altri veri razzisti dicono, la logica indica che il successo di Geolier non può essere frutto del solo “voto partenopeo” inviato in massa col reddito di cittadinanza. E nemmeno dalla regione, visto che c’è rivalità tra città confinanti. No, l’apprezzamento proviene da tutta Italia; e non è iniziato con Sanremo ma svariati anni prima. Come ciò sia stato possibile, se dipenda dal fatto che canta “trap”, il genere del momento con tante collaborazioni importanti; oppure nessuno capisce un cazzo di quello che dice; oppure, peggio ancora: capiscono cosa dice e lo venerano per questo, la risposta la lascio a voi.

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