Filippo Pozzolo fesso due volte! Gli hanno comunicato di essere sotto indagine anche per porto abusivo d’armi: la pistoletta è considerata un’arma da collezione

POZZOLO INDAGATO ANCHE PER PORTO ABUSIVO DI ARMI

(ANSA) – Il deputato Emanuele Pozzolo è indagato anche per porto abusivo di armi nell’ambito dell’inchiesta sul ferimento di un uomo che partecipava ad una festa di Capodanno a Rosazza, nel Biellese.

La nuova accusa deriva dal fatto che la mini pistola da cui è partito il colpo, di proprietà del deputato già Fdi e poi sospeso dal partito, è un’arma da collezione e dunque il parlamentare avrebbe dovuto lasciarla a casa e non portarla con sè.

L’arma in questione è una pistola revolver marca North American Arms Provo Ut calibro 22 long rifle, ovvero una mini-pistola, di una decina di centimetri, tanto piccola da potere stare chiusa in una mano. Era stata sequestrata a Pozzolo subito dopo gli eventi del Capodanno nel Biellese, insieme alle munizioni e al proiettile che era stato estratto dalla coscia del ferito.

A essere stato colpito era stato Luca Campana, 31 anni, genero del caposcorta del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, che aveva presenziato alla festa con una serie di familiari, a partire dalla sorella Francesca, sindaca di Rosazza, il paese dove era stato organizzato il veglione. Per il deputato la nuova accusa si somma dunque alle altre formulate dalla procura di Biella, cioè lesioni colpose, accensioni pericolose e omessa custodia di armi.

LO STUB SU POZZOLO: “PIÙ TRACCE SUGLI ABITI CHE SULLE MANI”. LA DIFESA: “NON HA SPARATO, ERA VICINO A CHI LO HA FATTO”

Estratto dell’articolo di Elisa Sola per www.repubblica.it

Quindici particelle di piombo, bario e antimonio rimaste sulle mani. Altre 43 sui vestiti: jeans, pile e giacca a vento. Sono racchiusi in una relazione di 60 pagine, firmata dai Ris di Parma e spedita alla procura di Biella, i risultati dell’analisi dello stub eseguito la notte del primo gennaio su Emanuele Pozzolo.

Il deputato (sospeso dal partito) di Fratelli d’Italia è l’unico invitato della festa di Rosazza a cui i carabinieri, coordinati dalla procura, hanno fatto l’esame che rileva la presenza di polvere da sparo sulle pelle e sugli abiti. E Pozzolo, da allora, è e resta l’unico indagato per lo sparo, partito in maniera accidentale, che all’una e mezza di quella notte ha colpito alla coscia Luca Campana, uno degli invitati, nonché genero di Pablito Morello, capo scorta del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro. Il sottosegretario non era nella stanza quando l’operaio è stato ferito. Morello invece era a fianco di Pozzolo. Ma né a lui, né alle altre persone presenti nella sala (otto in totale) è stato fatto lo stub.

[…] Ma per ora gli unici dati scientifici sono quelli dello stub. Bisogna arrivare al fondo della relazione, alle conclusioni, per capire qual è l’assunto che conta per la procura: «Rinvenute particelle peculiari dello sparo che risultano compatibili con l’esplosione di colpi di arma da fuoco». Le tracce, in un altro passaggio dell’atto, vengono descritte come «significative». Per gli esperti l’aggettivo non vorrebbe dire che sono importanti, ma che esistono nella misura maggiore di tre. Sono sufficienti infatti tre particelle di piombo, bario e antimonio per rendere positivo l’esame. In ogni caso, sull’interpretazione della quantità delle particelle, difesa e accusa sono destinate a darsi battaglia.

«Il risultato non è indicativo e conferma quanto il mio assistito fin dall’inizio ha dichiarato», spiega l’avvocato Andrea Corsaro, legale di Pozzolo, che aggiunge: «L’esito dello stub ci dice soltanto che Pozzolo era in prossimità dell’arma al momento dello sparo, circostanza che ha sempre sostenuto». «Non sono stato io a sparare», ha sempre ribadito Pozzolo. E il fatto che le particelle sugli abiti siano presenti in numero maggiore rispetto a quelle rimaste sulle mani, potrebbe essere un elemento utilizzabile dalla difesa per sostenere, un domani davanti a un giudice, che a premere il grilletto potrebbe essere stato un altro. Qualcuno molto vicino a Pozzolo al momento dell’esplosione del colpo.

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