“L’Oms potrà imporre il Green pass” Ecco come faranno i criminali di Davos a scavalcare la sovranità degli Stati con una banale associazione privata

di Antonio Oliverio per IlParagone

Abbiamo già scritto di “golpe sanitario”, parlando dell’oscuro e futuro Trattato pandemico, cui sta lavorando l’Organizzazione mondiale della sanità per poi sottoporlo agli Stati, e del Regolamento sanitario internazionale. La bozza del piano contiene una lunga serie di passaggi davvero inquietanti e l’assordante silenzio della stampa non promette nulla di buono. Peraltro, la stessa bozza contiene una clausola capestro, l’articolo 26 che recita testualmente: “Non è possibile avanzare riserve all’accordo pandemico dell’Oms”. La grande partecipazione al recente convegno internazionale di Sesto San Giovanni, organizzato dalla associazione Verità nascoste, testimonia una presa di coscienza sempre più diffusa. Anche il medico e presidente del Global health projectKaty Lindley, in prima linea da anni per una Sanità più equa e trasparente, denuncia tutte le storture del futuro Trattato e mette sull’avviso in merito ai potenziali, enormi, rischi di un potere pressoché assoluto in mano alla agenzia con sede a Ginevra: l’Oms potrebbe (vorrebbe?) imporre restrizioni e strumenti omologhi del famigerato Green pass ai tempi del Covid-19.

L’approccio “One Health” dell’Oms

Intervistata dal quotidiano La Verità, l’attivista per i diritti sanitari ha fatto il punto della situazione denunciando i rischi di una vera deriva autoritaria, a seguito dell’approvazione di questi nuovi documenti, che verranno discussi a maggio 2024 a Ginevra, in occasione dell’Assemblea Mondiale della sanità. Nella sua versione più aggiornata, peraltro, non se ne conosceranno i dettagli fino al momento della votazione. Ora, occorre aprire una parentesi sulla filosofia cosiddetta One Health, un approccio che guida le decisioni e gli orientamenti dell’Oms. Approccio che potremmo definire sincretico e che viene illustrato dalla stessa Lindley: “Mette sullo stesso piano la salute di animali, vegetali e persone, che vengono considerate tutti ugualmente in pericolo a causa di vari fattori, come ad esempio il cambiamento climatico”. È facile intuire la portata di una tale filosofia, poiché precisamente in tale ottica “sono stati introdotti vaccini obbligatori per tutti, mettendo sullo stesso piano uomo e bestiame”.

“Filantropi” e conflitti d’interessi

In particolare, l’articolo 18 degli emendamenti alla bozza di Trattato, denuncia Kat Lindley, trasformerebbe lo strumento tipico dell’Oms, la Raccomandazione, in obbligo e imposizione: nel caso di scoppio di una nuova pandemia, infatti, sarebbe l’Organizzazione a poter decidere di chiudere tutte le attività con i lockdown e anche a prevedere l’obbligo del Green pass, oltre a imporre trattamenti sanitari e nuove vaccinazioni a tappeto. Tutto ciò a prescindere dalle decisioni politiche interne. C’è poi il punto, decisivo, della “indipendenza” dell’Oms. Un tempo, in realtà, potevamo parlare di indipendenza, perché alla sua fondazione nel 1948 l’Oms era finanziariamente sostenuta dagli Stati membri. Oggi la gran parte dei finanziamenti – si parla addirittura dell’80% – deriva da “partenariati pubblico-privati”, tra cui spiccano la Bill & Melinda Gates Foundation e la fondazione Rockefeller, nonché le case farmaceutiche, le stesse che producono i vaccini. Un gigantesco conflitto di interessi.

La deriva autoritaria

Inoltre, va da sé, sarebbe elevato il rischio censura, e in effetti lo abbiamo già riscontrato ai tempi del Covid. L’Organizzazione mondiale della sanità ha spesso tuonato contro la “disinformazione”, che si tramuterebbe facilmente in una misura punitiva per i cittadini che non si conformeranno alle decisioni e alla narrativa dominata dal pensiero unico. Per questo, Kat Lindley chiede aiuto anche all’Italia per contrastare questa minaccia e chiede di “non firmare il documento”. L’esempio viene da alcuni Paesi, tra i quali la Nuova Zelanda e la Romania, che hanno già annunciato che non firmeranno i documenti. E dunque: “È ora che i politici italiani smettano di fidarsi di qualsiasi cosa gli venga raccontato ed inizino a leggere le carte prima di decidere per la salute dei loro cittadini”. Frattanto, sullo sfondo si staglia lo spettro inquietante della “Malattia X”, come da scenario catastrofista di cui si discute a Davos, per contrastare la quale (ovvero una malattia inesistente e, fortunatamente, solo ipotetica) si potrebbero sviluppare vaccini in cento giorni, assicurano i ricercatori di Oxford.

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