“Con tanti saluti alla Cia” Ricordate il giovane russo fuggito da Milano alla faccia dei servizi segreti? Il capo del commando che lo ha liberato si prende beffe della feccia del Pentagono direttamente dal Polo Nord

Estratto dell’articolo di Andrea Galli per il “Corriere della Sera”

Una colossale beffa per la giustizia italiana. Ma anche per la diplomazia: la narrazione criminale sulla fuga lo scorso 22 marzo dalla casa a Basiglio, hinterland di Milano, dell’affarista russo Artom Uss (ai domiciliari), è ormai un gran caso di geopolitica. Il Corriere aveva già dato conto del diniego della Serbia d’arrestare ed estradare Srdan Lolic, perno del commando dell’evasione, scappato nei Balcani a operazione conclusa.

Ma se restava il mistero sul mandante, un netto indizio ora ce lo svela: come riferito dal giornale di Belgrado Telegraf, Lolic, 51 anni, ha raggiunto il Polo Nord su un aereo militare russo per piantare la bandiera serba. Un (probabile) atto di gratitudine del papà di Uss, l’uomo più potente della Siberia: cioè la terra raggiunta da Lolic prima del trasferimento nell’Artide a meno trenta gradi.

Dunque ci sarebbe il padre, oligarca, amico di Putin, dietro la sparizione dell’affarista, inseguito dagli Usa per associazione criminale e contrabbando di materiale militare. Una storia che stasera verrà ripercorsa — e arricchita di inediti particolari raccolti sul campo — nella trasmissione «Farwest» di Salvo Sottile (su Rai 3 alle 21.20), e che si basa sulle seguenti coordinate.

Cinque gli uomini del commando: Lolic, i connazionali Vladimir Jovancic e il figlio Boris, più Nebojsa Ilic e lo sloveno Matej Janezic. Come per l’uomo atterrato al Polo Nord, così per Ilic e Janezic le autorità serbe e slovene, nonostante le precise indicazioni dei carabinieri di Milano sulla localizzazione dei latitanti, hanno preferito non mettersi alla ricerca, e anzi hanno da subito ostacolato ogni manovra inscenando bizzarri teatrini dinanzi ai nostri investigatori in missione.

[…] Infatti la Cia, l’Agenzia di spionaggio americana che rincorre il sogno di stanare non tanto i complici bensì direttamente Uss (da Basiglio era stato accompagnato in Russia), aveva agganciato Jovancic in Croazia e l’aveva preso in custodia, forse nell’ambito di un accordo finalizzato all’acquisizione di notizie utili per la Grande Caccia all’affarista, 41 anni d’età. Il tutto senza comunicare informazioni alla Procura di Milano, titolare dell’inchiesta.

Sia come sia, in Serbia questo Lolic è un eroe di Stato avendo appunto raggiunto l’Artide e fissato il tricolore rosso, blu e bianco: l’aereo militare sul quale ha viaggiato è speciale, costruito proprio per scendere su piste impossibili; e prima della Siberia, Lolic aveva soggiornato fra gli agi a Mosca dove ha lavorato in passato nella cooperazione economica tra Serbia e Russia. […]

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