Mes, pericolo scampato! La Camera respinge la ratifica nonostante l’astensione dei venduti di Forza Italia. Conte obbligato all’astensione per evitare la rivolta dei suoi elettori

tratto da Corriere.it

Dopo il parere contrario in Commissione Bilancio, anche l’Aula della Camera ha respinto l’autorizzazione alla ratifica del Mes. I voti a favore sono 72, i contrari 184 e 44 gli astenuti. La maggioranza si è divisa sul voto: FdI e Lega hanno votato a favore del parere negativo mentre Forza Italia si è astenuta. «Ribadiamo il ruolo decisivo del nostro vicepremier Antonio Tajani in una contrattazione significativa con l’Unione Europea grazie alla quale l’italia ha un’ importante credibilità internazionale», aveva detto a margine della riunione della commissione Bilancio il capogruppo azzurro, Roberto Pella. «Per questa ragione – aveva spiegato – vogliamo esprimere un’astensione» sulla proposta di parere contrario al Mes, «perché il Mes sarà un’opportunita e non un obbligo» e perché bisogna «continuare con una collaborazione ed un confronto continuo e costruttivo con le istituzioni europee». A chi gli chiedeva se la maggioranza è spaccata, aveva risposto: «No assolutamente, abbiamo una posizione diversa coerente con quanto portato avanti dal nostro partito fino ad oggi». Inciampa così, almeno per il momento, qualunque prospettiva di ratifica del Meccanismo europeo di stabilità da parte dell’Italia.

Il parere della maggioranza

La commissione Bilancio della Camera così spiega il parere contrario, in una dichiarazione approvata dalla maggioranza di centrodestra: «La V Commissione, ritenuto che la proposta di legge (di ratifica del Mes, ndr) sia carente di meccanismi idonei a garantire il coinvolgimento del parlamento nel procedimento per la richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità, con ciò escludendo le Camere da procedure di significativo rilievo sul piano delle scelte di politica economica e finanziaria e che tale esclusione potrebbe pregiudicare la possibilità per il parlamento di monitorare versamenti ulteriori del capitale sottoscritto, esprime parere contrario». In sostanza, il rifiuto di ratificare da parte della maggioranza viene giustificato con argomenti formalmente estranei alle dinamiche propriamente di governo e tutte legate ai poteri del Parlamento. Cadono tutte le preoccupazioni legate al rischio di ristrutturazione del debito o di applicazione di qualche forma di commissariamento dell’Italia, che infatti non trovano riscontro nella realtà dell’attuale riforma del Mes. Lo stop sarebbe tutto legato al fatto che le Camere non avrebbero un ruolo abbastanza importante nelle scelte di governo dell’organismo europeo. Dunque, sul piano formale, il governo stesso è così estraneo alla decisione di congelare – unico Paese in Europa – la riforma del Mes: colpa dei deputati. Ora se questa posizione passa anche in aula e non solo in Commissione, la ratifica subirebbe uno stop.

La scadenza del 31 dicembre

Il tema della ratifica della riforma del Mes ha riacceso lo scontro tra maggioranza e opposizione. Il no al Mes per Fratelli d’Italia e per la Lega è un tema identitario. Per cui il governo Meloni finora ha preferito prendere tempo continuando a rinviare la questione. L’Italia è l’unico Paese a non aver ancora provveduto alla ratifica e, in questo modo, di fatto sta bloccando l’entrata in vigore della riforma. Se la ratifica non dovesse arrivare in tempo – la scadenza che i Paesi membri avevano concordato è il 31 dicembre – il rischio è che nessun Paese potrà ricorrere a questo meccanismo in caso di crisi bancaria.

L’opposizione attacca: «Dilettanti allo sbaraglio»

«Forza Italia si astiene e FdI e Lega voteranno no al Mes? Fantastico, sarà una campagna per le europee molto affascinante. Dopodiché, l’europeista Tajani che si astiene sul Mes è una barzelletta continentale. Credo che alla prossima riunione del Ppe sarà accolto con un abbraccio di commossa e affettuosa solidarietà», dice il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a SkyTg24. «Se la maggioranza vota contro vuol dire che sono in campagna elettorale, vince la linea Salvini», ha aggiunto Renzi. Critico anche il Partito democratico. «Due dati sul Mes. Il parere della bilancio è tecnicamente sbagliato. La maggioranza è spaccata. Sono neo europeisti a giorni alterni. Arriveranno i mercati a dargli la sveglia? Dilettanti allo sbaraglio», scrive su X, Toni Ricciardi, vice presidente del Pd alla Camera.

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