Si aumenta da solo le indennità del 480%, passando in un attimo da 25mila a 121mila euro l’anno: ecco a voi il rettore dell’Università

Erika Cuscito per lecce.corriere.it

«È sconcertante»: così la Flc Cgil Lecce ha commentato la proposta di aumento di indennità per i componenti degli organi universitari di UniSalento. Si parla di aumenti fino al 480% per il rettore Fabio Pollice, che passerebbe da un compenso di 25.200 a 121.000 euro all’anno. Domani, martedì 19 dicembre il consiglio d’amministrazione dell’Università del Salento si riunirà per prendere una decisione definitiva nei confronti della proposta, nonostante il senato accademico abbia già espresso il suo parere contrario alla proposta nella seduta del 12 dicembre.

Gli altri aumenti previsti

Il sindacato ha deciso, quindi, di rivolgersi direttamente ai soggetti più strettamente coinvolti: il rettore, il pro-rettore e i componenti del cda. Se la proposta venisse approvata, infatti, oltre all’aumento per Pollice, è previsto un aumento del 280% per il pro-rettore (da 10.800 attuali a 30.250 ipotetici), mentre i nove componenti del cda riceverebbero una somma complessiva di 108.900 euro, pari a oltre 13.600 per componente, dato che attualmente non godono di indennità. Una spesa, secondo il sindacato, assolutamente «sconcertante»

La richiesta di Flc Cgil arriva forte e chiara: «un passo indietro» che il rettore e il cda dovrebbero fare, nei confronti di una scelta considerata da loro «politicamente sbagliata nei modi, nei tempi, nella sostanza e nel contesto, che li vedrebbe, peraltro, in evidente conflitto di interessi», sottolineando che chi desidera valutare la candidatura per il prossimo mandato rettorale, dovrebbe assumere una responsabilità «chiara in tale direzione e definire nel programma elettorale un impegno a non incrementare i compensi degli organi di vertice».

I fondi risparmiati da dirottare sull’edilizia universitaria

I fondi che dovrebbero essere utilizzati per gli aumenti dei compensi, inoltre, potrebbero garantire il finanziamento per risolvere una serie di disservizi e disagi riguardanti l’ateneo, dalla mancanza di servizio di portierato di molti edifici agli impianti di riscaldamento mal funzionanti.

Il sindacato, inoltre, ha voluto sottolineare quanto «la forza motrice di questo Ateneo sia la buona volontà di docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo che con grande dedizione e senso di responsabilità continuano a svolgere il proprio lavoro erogando servizi spesso senza la minima gratificazione professionale ed economica», ed è proprio per un senso di rispetto nei confronti della struttura universitaria che, secondo loro, la proposta non andrebbe approvata: «si scriverebbe una brutta pagina per questo Ateneo: non lo meritano i lavoratori, gli studenti ed il territorio salentino».

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