Gli israeliani sparano a tutto quello che si muove! E’ scandalo per la morte dei tre ostaggi scambiati per palestinesi nonostante avessero in mano una bandiera bianca

Tre ostaggi sono stati uccisi dall’esercito israeliano venerdì (16 dicembre) a Gaza. Si tratta di Yotam Haim e Alon Shamriz, rapiti a Kfar Aza il 7 ottobre, e Samer Talalka rapito a Nir Amlo stesso giorno. Secondo un’indagine preliminare, proprio dell’esercito israeliano, i tre avevano innalzato un bastone con un pezzo di stoffa bianca. Lo ha detto una fonte dell’esercito sabato in un incontro con i giornalisti. Secondo la stessa indagine, le truppe non “hanno seguito le regole d’ingaggio dell’esercito”.

Ostaggi uccisi da Israele, Idf: “Alzavano bandiera bianca, uno di loro diceva di fermarsi

Sempre secondo la fonte, un soldato che si trovava nel palazzo di fronte agli ostaggi si sarebbe sentito minacciato e avrebbe aperto il fuoco contro i tre. “Due ostaggi sono stati colpiti e sono caduti a terra, mentre il terzo” prosegue “è riuscito a scappare in un edificio vicino”. Ha poi aggiunto che “mentre i soldati si avvicinavano all’edificio hanno cominciato a sentire grida in ebraico che chiedevano il loro aiuto”.

I soldati però hanno ritenuto “fosse un membro di Hamas che cercava di attirarli in una trappola” ed entrati nell’edificio hanno ucciso l’ostaggio. Recuperati i tre corpi “hanno notato segni identificativi che hanno fatto sospettare che si trattasse effettivamente di ostaggi israeliani riusciti a fuggire“.  Il capo di stato maggiore dell’Idf Herzl Halevi ha ammesso che non sono “state seguite le regole di ingaggio” dato che “è vietato sparare a coloro che alzano una bandiera bianca e chiedono di arrendersi”.

Le tragedie e Netanyahu

A pioggia nuove critiche su Benyamin Netanyahu per non aver annunciato lui stesso l’uccisione dei tre ostaggi e per la volontà di nuovi negoziati per scambi di ostaggi. “Stiamo solo recuperando cadaveri. Vogliamo che accanto i combattimenti riavviate i negoziati”, chiedono le famiglie degli ostaggi nel raduno dove mostrano una clessidra, simbolo del tempo scaduto per riportare a casa i loro familiari. Il premier ha annunciato che “la guerra andrà avanti fino alla distruzione di Hamas“, anche se la morte dei tre ostaggi ha “spezzato il mio cuore e quello della nazione”. Netanyahu ha quindi ribadito che dopo la guerra, Gaza sarà smilitarizzata, messa sotto il controllo di sicurezza israeliano e che non permetterà che l’Anp (Autorità Nazionale Palestinese) la governi. Oggi è stata comunicata la morte di un altro ostaggio israeliano in cattività a Gaza: Inbar Haiman, di 27 anni, rapita alla festa musicale di Reim.

La possibilità di ulteriori trattative

David Barnea, capo del Mossad, è volato ad Oslo per un incontro con il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. Lo scopo dell’incontro sarebbe il riavvio dei negoziati indiretti tra Israele e Hamas – con l’apporto anche di Egitto e degli Usa – per uno scambio dei circa 130 ostaggi rimasti nella Striscia con detenuti palestinesi nelle carceri israeliani. Uno scambio impossibile senza una concomitante tregua delle armi.

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